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La donna e i poliziotti

La donna e i poliziotti

Militarizzazione del territorio, manganelli, lacrimogeni ad altezza d’uomo, ruspe, distruzione delle tende dei cittadini, armi chimiche. Anziani, donne, persone inermi picchiate, inseguite nei boschi, insanguinate. Perché? Questa è l’azione dei manichini armati al servizio delle aziende mafiose, dei partiti corrotti, delle banche per le quali un’opera tecnicamente ed economicamente del tutto inutile e dannosa -la linea ad Alta Velocità da Torino a Lione- è una fonte di danaro fuori da ogni controllo. La pagheremo tutti noi quest’opera, con i nostri soldi, con le tasse, con i servizi sempre più scadenti. Valli distrutte, umani umiliati, potenti ghignanti. No, non si tratta di una questione soltanto locale. È la metafora più pregnante della guerra che lo stato sta conducendo contro i cittadini italiani, della distruzione di risorse comuni che il peggior governo e la peggiore opposizione dell’Italia repubblicana vanno praticando con tenace volontà di morte.
La grande stampa (per non dire le televisioni) è quasi tutta schierata a favore della disinformazione. Anche per questo invito a visitare il sito No Tav e a vedere due filmati. Nel primo una donna espone le ragioni del rifiuto del Tav a una schiera di poliziotti rigidi come burattini. Il secondo è un’efficace sintesi di testi, immagini, voci che documentano quanto sta avvenendo in Val di Susa. Durano nove minuti ciascuno. Meritano il nostro tempo.

126 commenti

  • agbiuso

    Giugno 28, 2023

    Sorveglianza speciale per Giorgio, No Tav della prima ora
    Notav.info, 28.6.2012

    ============
    Un nuovo tentativo della questura di Torino di arginare l’agire del movimento No Tav. Sì, di questo stiamo parlando, di una goffa manovra che prova a limitare le libertà di movimento di un altro attivista. Rientro notturno presso la propria dimora, divieto di frequentare pregiudicati, divieto di lasciare il comune di residenza, Bussoleno per un totale di anni 3.

    Ma riannodiamo il bandolo della matassa e proviamo a capire la genesi di questo provvedimento. Tutto inizia con la maxi inchiesta del marzo 2022 che porta Giorgio e molti altri No Tav in carcere o bloccati da misure cautelari come gli arresti domiciliari. E’ la famosa inchiesta per associazione sovversiva che prova a depotenziare le fastidiose e continue iniziative di lotta portate avanti in Valsusa e a Torino. Giorgio, storico militante no tav è in questa inchiesta e finisce in carcere. Poco dopo però le cose iniziano a non funzionare. La solidarietà è tanta e il teorema accusatorio della questura, controfirmato dalla procura di Torino inizia a cedere. Nel giro di alcuni mesi le misure cautelari finiscono e con l’inizio del processo quasi tutte le restrizioni imposte spariscono. Nulla rimane di quella che doveva essere (forse nei perversi sogni di qualche questurino) il colpo di grazia al movimento No Tav.

    Rendendosi dunque conto del pugno di mosche rimasto tra le loro mani ecco che i solerti uffici della Digos torinese si inventano in modo raffazzonato e affannato la richiesta di sorveglianza speciale. Inizia così una corsa contro il tempo per provare a impedire agibilità e movimento a Giorgio che ormai da mesi, uscito dal carcere, anima presidi, cortei e iniziative in valsusa.
    In particolare l’ufficio prova con un copioso dossier a negarne l’agibilità in Bussoleno. Paese centrale per le mobilitazioni dove Giorgio risiede da decenni.
    Grazie anche alle udienze e alle capacità della difesa, quello che doveva essere un confino lontano dalla valsusa non è stato. Resta però per lui l’obbligo di rientro notturno dopo le ore 21, il divieto di frequentare in alcuni orari i locali pubblici e le pubbliche riunioni. Il divieto di accompagnarsi a pregiudicati, il ritiro e l’annullamento dei documenti di identità quali patenti di guida o passaporti sostituiti da un libretto rosso da esibire ad ogni eventuale controllo. Ci troviamo comunque di fronte all’ennesima provocazione e limitazione rivolta ad un attivista storico del movimento in un tempo cruciale ed importante.

    Oggi Giorgio ha dunque deciso di non abbassare la testa e di continuare a lottare, frequentando le assemblee e partecipando alle iniziative rendendo pubbliche le sue intenzioni e i suoi spostamenti. Attività che per la procura di Torino e la Questura sono criminali e che in valsusa invece sono impegno e valore in difesa dell’ambiente e della terra. Un’altra contraddizione, un’altra lotta, ancora terreno da attraversare a testa alta.

  • agbiuso

    Giugno 18, 2023

    “Ancora una volta lo Stato si è messo al servizio di un pugno di padroni e di eletti che, di fronte al potere popolare di una protesta gioiosa e determinata, non hanno altro che armi e paura per adempiere al saccheggio di TELT, promotore del progetto”

    Qui il documento integrale:
    Comunicato congiunto del coordinamento degli oppositori al TAV Lione-Torino: oltre 5.000 persone alla mobilitazione internazionale contro il TAV Torino-Lione nonostante i divieti e le violenze della polizia
    17.6.2023

  • agbiuso

    Dicembre 14, 2022

    Pacco di natale: dall’UE mancano 2 miliardi per il TAV. Salvini che fa?
    notav.info, 14.12.2022

    Dall’articolo:

    “Ora però i nodi vengono al pettine. Per il periodo 2023-2027 quando, secondo i promotori, il progetto TAV dovrebbe entrare nel vivo il finanziamento effettivo che viene dall’Europa non solo non arriverà al 55% ma non toccherà nemmeno il 40%: dei 5 miliardi di appalti assegnati l’UE non prevede di pagarne oltre il 20%. Detto altrimenti, da TELT avevano assicurato che Bruxelles ci avrebbe messo 2,7 miliardi di euro, ne sono arrivati in realtà appena 800 milioni.
    Come mette nero su bianco la nota redatta seguita della conferenza inter-governativa, la commissione ha fatto intendere “la difficoltà a finanziare il progetto” per “il limitato budget a disposizione” (cf. La stampa di oggi). Insomma, non c’è trippa per gatti. Nel frattempo, anche la Francia nicchia. Delle tratte di accesso al tunnel transfrontaliero non c’è ancora traccia nemmeno a livello progettuale. E per quanto riguarda la pecunia, il ministro Beaunne ha dichiarato ieri che serve ancora tempo perché lo schema di finanziamento dev’essere ancora chiarito (e alcune collettività locali, come quella di Chambery, hanno già fatto marcia indietro e dichiarato che non metteranno i soldi annunciati).

    Insomma, come vaticinato da quei cattivoni dei no tav, il TAV è un grande pacco e l’Italia finirà per ritrovarsi col celeberrimo cerino in mano. A poco servono ormai i balbettamenti a cui si è abbandonato ieri il povero ministro Salvini in conferenza stampa (“ma noi, ma noi, ci abbiamo messo 2 miliardi!”), d’altronde la linea il capitone l’aveva dichiarata qualche giorno “col TAV andiamo dritti come treni”. Contro un muro, aggiungiamo noi”.

  • agbiuso

    Luglio 31, 2022

    In migliaia in marcia contro il fortino fantasma!
    notav.info, 30.7.2022

    La manifestazione No Tav organizzata all’interno della tre giorni del Festival Alta Felicità in Valsusa si è da poco conclusa, e già leggiamo i piagnistei da parte della Questura e dei loro sindacati, tempestivamente riportati dai mezzi stampa con ricostruzioni acritiche, se non addirittura fantasiose.

    Un gioco, una mini-riproduzione di un ariete (pendolo) per nulla offensivo, viene messo a disposizione di grandi e piccini e fatto diventare dalla stampa lo strumento di “sfondamento” dei manifestanti, e i bambini e gli anziani che lo provano dei “provetti assalitori”. Ma davvero, come si fa a credere a certe cose? E come si possono riportare certe notizie senza alcuna verifica?

    Ciò che corrisponde al vero è che la manifestazione di oggi pomeriggio è stata grande e partecipata, soprattutto da giovani e giovanissimi che evidentemente hanno davvero a cuore il proprio futuro e la Terra su cui vivono.

    L’ennesimo avamposto militare, il fortino del nulla, fatto piovere nel cuore della nostra valle a difesa di interessi loschi e privatistici, è stato circondato e contestato.

    L’ennesimo spreco di denaro pubblico, 5 milioni già spesi per le opere di recinzione e vigilanza, altri 49 preventivati da qui a fine opera. Non sono briciole in tempi di guerra e di povertà con cui milioni di famiglie italiane fanno i conti quotidianamente, ma a quanto pare ciò che fa notizia sono i giochi che riproducono trabucchi medioevali e i finti feriti della polizia.

    Rivendichiamo il diritto a difendere il nostro territorio dallo scempio che quotidianamente, e da decenni, ci viene imposto e orgogliosamente lottiamo per il futuro di tutti, per il Pianeta, insieme a milioni di persone in tutto il mondo.

    I Popoli in rivolta scrivono la storia

    No Tav fino alla vittoria!

  • agbiuso

    Dicembre 19, 2021

    Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Tav Milano – Parigi
    Davide Amerio – notav.info, 19.12.2021

    “Udite udite! Popolo indegno e di poca fede: il Tav tanto agognato che condurrà le migliaia, che dico!, i milioni, di passeggeri che desiderano recarsi da Milano a Parigi, e vice versa, è oggi, finalmente, realtà.

    Trenitalia annuncia (di nuovo) la nuova tratta Milano-Parigi via Frecciarossa: un treno iper accessoriato di ogni comodità con, niente di meno, il pranzo gestito direttamente dallo chef Cracco!

    Frecciarossa ambisce a fare concorrenza al TGV francese che percorre la stessa linea. La notizia appare in pompa magna sui rotocalchi cartacei e web con tanto di intervista a Luigi Corradi, amministratore delegato di Trenitalia. Non la prendono molto bene un po’ di sudditi infedeli che si domandano come mai si pensi molto ai collegamenti con l’estero, mentre in Italia le linee, in certe zone, sopratutto nel sud, richiedono le stesse ore per andare da Milano a Parigi, ma su tratte da 150 km. Per non parlare dei pendolari che la cucina di Cracco proprio se la sognano, e si accontenterebbero di un panino decente, e di non viaggiare in carri bestiame, nei quali il funzionamento dell’aria condizionata (calda o fredda) è opzionale e casuale.

    E qui, scesi dal treno della propaganda e delle veline pro domo Trenitalia, ci rendiamo conto della totale assenza di domande che, uno straccio di giornalista (o sedicente tale), potrebbe porre al mega direttore galattico amministratore delegato. Tanto per fare qualche esempio (non sia mai che qualche giornalista accreditato prendesse spunto):

    1) Lei ci sta dicendo che farete concorrenza al TGV francese: ma quanti sono realmente gli utenti che viaggiano ogni giorno tra Milano e Parigi? Sono sufficienti per rientrare dei costi?

    2) Dunque il Frecciarossa passerà sulla linea storica: quella Torino Bardonecchia che, ci raccontate da trent’anni, è satura e obsoleta, nonché poco sicura (a vostro dire). Ma come siete riusciti a programmare quattro viaggi giornalieri su quella linea così satura? Siete stati davvero in gamba! E se quella linea è poco sicura, vi sembra il caso di trasportare persone sulla stessa?

    3) Sappiamo il Frecciarossa può viaggiare a 300km orari; com’è possibile dichiarare quella velocità se la tratta storica non lo consente avendo una struttura tradizionale? È al corrente che il TGV francese è costretto a viaggiare sulla linea tradizionale tra Torino e Milano perché la nuova linea AV (TAV) che avete costruito non è compatibile con il TGV?

    4) Perché continuate a dichiarare che i prezzi del biglietto partono da 23 euro, quando questo si riferisce ad un numero estremamente limitato di biglietti che è necessario prenotare mesi e mesi prima del viaggio (con tutte le incognite del caso) e non sono rimborsabili?

    5) Non le sembra Trenitalia continui ad occuparsi della fascia “alta” degli utenti mentre trascura notevolmente le linee tradizionali, molto più frequentate, per le quali i cittadini, pendolari in primis, subiscono ritardi e disagi? Che cosa state facendo in merito?

    6) Avete continuamente dichiarato, in questi 30 anni, che era necessario costruire una nuova linea AV (TAV) per collegarci con la Francia e con l’Europa! Ora il Frecciarossa si collega a Parigi senza nessuna linea nuova. Non che è che in questi 30 anni avete raccontato balle dal momento che il collegamento era già esistente e garantito dal TGV francese?

    7) Per quale motivo allora bisogna costruire una nuova linea AV devastando la Val Susa con un progetto di cui è stata ampiamente dimostrata l’inutilità da non pochi studi ingegneristici? Perché continuate ad ostinarvi nel voler distruggere la Val Susa con i vostri cantieri in favore di Telt?

    Perché non vi preoccupate di migliorare le linee esistenti, metterle in sicurezza, garantire carrozze agevoli, servizi puntuali, migliorare le linee di collegamento (per esempio quelle con un senso unico di marcia), in diversi luoghi del paese?

    9) 30 anni fa potevi viaggiare tra Torino e Roma in un viaggio abbastanza comodo, con prezzi alla portata di tutti, mangiando più che bene nella carrozza ristorante delle vecchie FS (e Cracco nessuno se lo filava). Oggi lo stesso viaggio dura meno, ma a costi molto più alti se viaggi in AV. Non vi sembra di aver costruito un modello aziendale tutto incentrato sul business e sul privilegio, mentre le persone normali (la maggioranza degli utenti) ne subiscono i costi e i disagi?

    10) Lei parla di concorrenza. Però quando in Italia avete avuto dei potenziali concorrenti, come la linea tra Torino e Milano di Arenaway vi siete prodigati a intralciarla sino a farla fallire. Qual’è il vostro concetto di concorrenza?

    11) Come pensate di rientrare dei costi dell’intera infrastruttura AV, quando a mala pena il costo (alto) del biglietto copre i costi gestione corrente? Non state forse aumentando il debito pubblico italiano per una infrastruttura per lo più inutile, sapendo che una linea AV è giustificabile se la tratta copre almeno 400km tra due città che abbiamo una popolazione di almeno 2.000.000 di anime cadauna? (e l’unico caso italiano sarebbe quindi Milano-Roma)

    12) Non sarebbe stato più utile, per il paese, per i cittadini, investire tutti quei soldi in miglioramenti delle linee esistenti, nuove linee laddove potrebbero servire, nuovi servizi, maggior sicurezza, treni moderni, etc etc?

    Ecco, queste potrebbero essere alcune domande da porre; ma naturalmente lo facciamo noi che non siamo giornalisti, bensì umili propositori di dubbi, non accreditati, o accreditabili. Sa va sans dire…”

  • agbiuso

    Ottobre 3, 2021

    NoTav.info, 3.10.2021

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    Houston abbiamo un problema: abbiamo fatto un buco nell’acqua

    Solo ieri il Vice Presidente CE, a Milano, affermava che la prima emergenza di tutti i governi è quella della sicurezza della popolazione e oggi il pericolo più grave è il cambiamento climatico.
    Nel mentre nei meandri del tunnel geognostico di Chiomonte, gli addetti ai controlli, notavano un rivolo di acqua che in pochi secondi è diventato un bel ruscello che velocissimo ha allagato i 7 km di lavori fin’ora svolti. Così hanno chiamato i Pompieri che in tutta risposta gli hanno detto “siamo attrezzati per svuotare cantine e non montagne”.
    Le imponenti pompe idrauliche, infatti, 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno “prelevano le acque dalle vasche di raccolta, e le rigurgitano all’esterno dello scavo verso la Val Clarea, spingendole per km come in una gigantesca siringa” come si legge su La Stampa di oggi.
    Quindi questi fenomeni di Telt hanno devastato una montagna, per un tunnel che serve proprio per vedere cosa c’è al suo interno, hanno trovato solo acqua, la stessa che ora gli ha occupato i loro 7 km di cratere mortifero.
    La natura si ribella bloccando brutalmente i lavori nel tunnel Tav di Chiomonte. E da Telt minimizzano un problema molto grave con un “macché è tutto sotto controllo”.
    Ma il Vice Presidente della Commissione Europea è a conoscenza degli impieghi di consumo energetico per il funzionamento delle pompe idrauliche? Dello spreco d’acqua, di questa importante portata? Gli stessi comuni della valle di Susa non hanno invece risorse per tutelare le popolazioni dalle cicliche e annunciate alluvioni.
    Dentro Telt solo pericolosi incompetenti, una vera e propria minaccia per la salute di questo territorio e di chi lo vive, sprecando ingenti fondi pubblici che vengono sottratti ai servizi realmente necessari.
    Vogliamo Telt fuori dalla Valsusa.

  • agbiuso

    Agosto 29, 2021

    Eh sì, ritenere -come molti che si credono “di sinistra”- che gli strumenti della repressione si fermino a un solo e preciso obiettivo è da stolti.
    La ferocia dell’autorità non conosce altri confini che gli anticorpi della resistenza, della ribellione, della libertà.

  • agbiuso

    Agosto 27, 2021

    La violenza in Val Susa.
    Sì, la violenza della polizia. Una donna colpita e gravemente ferita.
    Non hanno proprio vergogna.
    Fonte: notav.info, 27.8.2021

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    Martedì sera (24 agosto) durante il consueto apericena a San Didero, organizzato dai comitati No Tav della bassa valle e dal movimento, si è svolto anche un sonante Cacerolazo che, per chi non lo sa, si tratta una forma di protesta che consiste nel battere su pentole e coperchi facendo rumore per esprimere il proprio dissenso.

    Durante il cacerolazo ci si è spostati verso le reti “betafence” che circondano il fortino dove dovrebbe aprirsi il cantiere per il nuovo autoporto di San Didero. “Dovrebbe” perché al momento dietro a quelle recinzioni composte da jersey e reti di ferro retrosaldate alte tre metri, su cui – per non far mancare nulla – sono posizionati metri e metri di filo spinato israeliano, non succede assolutamente nulla se non il bivaccare di ingenti forze di polizia che presidiano il terreno 24h su 24.

    È cominciata così la battitura delle reti, delle pentole e dei coperchi, le forze dell’ordine hanno mandato avanti gli idranti che poco dopo hanno cominciato a sparare il loro forte getto contro i/le No Tav. Fino a quando hanno scagliato un violento getto d’acqua contro una signora che, avvolta nella sua bandiera No Tav, batteva sulla sua pentola ai margini della recinzione del fortino.

    La dura e violenta ondata d’acqua, come si vede perfettamente nel filmato, l’ha subito scaraventata in terra, ma evidentemente ai solerti amanti della violenza impunita non è bastato agire su una donna che altro non faceva che provocare un po’ di rumore, visto che l’idrante ha continuato a infierire sulla signora per diversi secondi.

    Il risultato? Un viaggio in ospedale dove le sono state accertate diverse lesioni gravi che la costringeranno a doversi sottoporre anche ad un intervento chirurgico.

    Siamo esausti di essere tacciati per violenti, quando di fatto la violenza che ci viene inflitta da parte di chi invece puntualmente esprime fiumi di piagnistei esclusivamente perché non è in grado di difendere i cantieri mortiferi avanzati da Telt e dentro ai quali non si muove una foglia, se non quella dei denari che si spostano nelle tasche dei dirigenti.

    La violenza delle forze di polizia è nuovamente tornata in auge, non sono bastati i lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo e nemmeno che uno di essi abbia colpito Giovanna ad Aprile, non sono bastate le pietre tirate in testa ai/alle No Tav durante le iniziative in Clarea, l’estate si chiude anche con una nuova vittima di violenza da parte della mano dello Stato che questa volta ha colpito con l’utilizzo, appunto, dell’idrante.

    E se in Val Susa ci si difende dalla distruzione dei territori da 30 anni, sono altrettanti anni che ci si difende dalle violenze delle forze dell’ordine. E mentre a inizio agosto si scomodavano persino la Ministra dell’Interno e il Capo della Polizia, per partecipare al tavolino istituzionale insieme al Capo della Questura e al Prefetto di Torino, in Val Susa è bastata una “spentolata” per dare sfogo alla brutale furia delle forze dell’ordine che – evidentemente – hanno anche scarsa capacità nell’utilizzo degli strumenti dati loro in dotazione, visto che prima dell’attivista No Tav lo stesso idrante aveva colpito per errore il loro gazebo, all’interno del recinto, rasandolo in frantumi.

    Ma la vita umana vale molto di più di un ridicolo gazebo, per questo inviamo alla nostra compagna tutta la solidarietà che merita e il grande abbraccio del movimento No Tav che si stringe a lei contro gli abusi in divisa che siamo saturi di ricevere in Val Susa, al contrario della sequela di dichiarazioni ridicole dei politicanti di turno che puntualmente si scatenano a seguito di un’iniziativa di lotta, come ad esempio “noi non siamo contro al dissenso se questo si esprime senza violenza”. Ebbene a lor signori dalla lingua fin troppo lunga inviamo il nostro sgomento perché evidentemente chi dice queste cose o è in malafede o non conosce quello che succede in Valsusa e allora sarebbe meglio tacere prima di porgere il fianco a chi invece commette reali violenze che perdurano nel tempo sulla pelle di chi, invece, con coraggio partecipa alle iniziative contro la costruzione di un’opera dannosa e distruttiva per la salute e per l’ambiente.

    Respingiamo anche quel senso di paura che vorrebbero indurre i fantomatici detentori dell’ordine pubblico, con questi gesti di tale bassezza umana e socioculturale, visto che ogni volta che toccano una/un No Tav la comunità si rafforza e con essa cresce la necessità di lottare ancora di più.

    All’attivista No Tav colpita mandiamo un caloroso augurio di pronta guarigione certi di rincontrarci nelle iniziative per la salvaguardia di un futuro libero per tutte e tutti.

    Avanti No Tav!

  • agbiuso

    Agosto 10, 2021

    Proiettili di gomma, divieto di manifestare: come i sindacati di polizia vogliono chiudere la bocca ai no tav
    notav.info, 10.8.2021

    Dopo la “caporetto” delle truppe a difesa del cantiere del 31 luglio scorso si è scatenata la gara tra i sindacati di polizia a chi la spara più grossa. In questi giorni abbiamo assistito a una serie di proposte surreali fatte a mezzo stampa da tutori dell’ordine evidentemente con poco familiarità del diritto di manifestare oltre che del territorio della Val Susa.

    La prima invocazione di questi rambo un po’ frustrati è quella di poter sparare proiettili di gomma sui no tav. Parliamo di armi non convenzionali, criticate da ogni parte per la loro letalità (basti pensare che in Francia 17 persone hanno perso un occhio durante il movimento dei gilet gialli) e di cui Amnesty international chiede da tempo il divieto. Invece loro chiedono licenza di mutilare?

    L’altra proposta è quella di sgomberare i presidi no tav. Insomma, da una parte si afferma che protestare “pacificamente” contro il tav è legittimo (vivaddio!), dall’altra si chiede di demolire i luoghi in cui i comitati della val Susa organizzano discussioni, presentazioni di libri e pranzi condivisi per opporsi all’opera. Tra l’altro i presidi sorgono tutti su terreni regolarmente detenuti da privati o messi a disposizione dalle amministrazioni comunali che possono disporne come meglio credono quindi non si capisce quindi bene a quale titolo si potrebbe procedere allo sgombero ma tant’è.

    L’ultima proposta è quella di impedire manifestazioni “in un raggio di 20 km dal cantiere”. Per farsi un’idea si tratta di un’area che andrebbe da Beaulard a Rosta e Rivera compresi le valli di Viù la Val Sangone con Giaveno Trana e Coazze e praticamente quasi tutta la Val Chisone e Germanasca. Se poi si dovesse immaginare anche il cantiere di Salbertrand e di Caprie, allora i divieti arriverebbero dal Sestriere e Bardonecchia fino alle porte di Torino.
    Achtung Banditen!

  • agbiuso

    Agosto 7, 2021

    La violenza della polizia e del suo ministro.

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    Facciamoci sentire dalla ministra Lamorgese: lunedì 09/08 ore 11,00 presidio comunicativo in Piazza Castello.
    notav.info, 6.8.2021

    Lunedì 9 agosto la ministra degli interni Lamorgese, accompagnata dal capo della polizia, sarà a Torino in piazza Castello presso la prefettura del capoluogo piemontese. Un evento assai inconsueto, un incontro ai massimi livelli che la dice lunga su come lo stato italiano intenda l’emergenza sicurezza. Non ricordiamo infatti di aver visto la ministra in trasferta per far sentire che le istituzioni ci sono in occasione dello scioglimento di intere giunte comunali per mafia o per le numerosi morti sul lavoro di operai: il nemico pubblico sono i No Tav.

    Andrà quindi in scena un “siparietto” con cui la ministra viene a pagare il suo pegno ai sindacati di polizia dopo la “caporetto” dell’ordine pubblico (cit. Consap) che è andata in scena il 30 luglio a Chiomonte, tutto per cercare di rappresentare su un palco artificiale e “istituzionale” la favoletta de “le pecorelle indifese” delle forze dell’ordine.

    Per quanto ci riguarda siamo stanchi di questa narrazione indecente e ancora una volta saremo presenti in piazza, con una delegazione, a portare altre immagini.

    Sono quelle reali di un’altra storia, non quella dei giornali ma quella dei territori e delle persone. Volti sfigurati dalla violenza della polizia, natura stuprata dalle ruspe e criminali, non pecorelle che con una divisa e uno stipendio impunemente lanciano proiettili e sassi sui No Tav.

    Ci vediamo lunedì 9 agosto alle ore 11,00 in Piazza Castello, portiamo le bandiere per dare vita a un presidio comunicativo in perfetto stile No Tav!
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  • agbiuso

    Agosto 4, 2021

    I violenti siete voi! Sulla narrazione delle “pecorelle indifese” e delle loro rocambolesche dichiarazioni
    Notav.info, 4.8.2021

    Nei giorni scorsi abbiamo letto su diversi quotidiani nazionali e locali, le rocambolesche dichiarazioni di diverse figure politiche capeggiate da quelle della Ministra Lamorgese, tutte appiattite a condannare la violenza – a loro dire – inflitta dai No Tav.

    Ma non solo, anche il solito Siulp con un fare da piagnisteo, si è ripetutamente lamentato che sono 15 anni che le forze di polizia si trovano a salvaguardare le zone d’interesse per il Tav Torino-Lione in condizioni di estremo pericolo per la vita degli agenti, come se fosse compito loro badare ai grandi cantieri.

    Tutti urlano a leggi più severe, invocando provvedimenti come una legge sul terrorismo di piazza, l’introduzione dei proiettili di gomma per sedare la violenza e addirittura la galera per fatti considerati inaccettabili.

    Ci piacerebbe ricordare a tutti loro, però, che, come ha detto bene anche il Sindaco di Venaus, il Tav Torino-Lione è di per sé un’opera violenta per il territorio e per la salute di chi lo vive.

    Questa narrazione delle pecorelle indifese in balia dei No Tav non regge neanche per un secondo: di seguito alleghiamo foto e video dei lacrimogeni sparati ad altezza uomo puntando al volto o alla testa dei manifestanti o i lanci di sassi lanciati in testa agli stessi da un’altezza di circa 15 metri.

    [La testimonianza continua qui]

  • agbiuso

    Agosto 1, 2021

    Il dispiegamento di un esercito di occupazione rappresenta la violenza massima dello Stato contro le comunità e i cittadini. Ma tutti i ministri di polizia hanno sempre parlato come Lamorgese, hanno cioè mentito.

  • agbiuso

    Agosto 1, 2021

    Non bastano 10.000 agenti per fermare i No Tav
    notav.info, 31.7.2021

    Il grido No Tav ha di nuovo squarciato il silenzio in Val di Susa. In 7.000, nonostante un tempo incerto, hanno infilato scarpe e scarponi per lasciare le tende del Weekend Alta Felicità alla volta del cantiere della nuova Torino-Lione.

    Un lungo serpentone ha iniziato dalle 14:30 a snodarsi dalle strade di Venaus, composto dai tantissimi che hanno voluto vedere con i propri occhi il mostro che ha cominciato a mangiare alberi e torrenti della Val Clarea. No tav storici, valsusini, ma anche tantissimi giovani venuti a respirare a pieni polmoni un’aria che si è fatta sempre più rara: quella della lotta e della libertà. Una gioia immensa vedere queste facce nuove, con la voglia di partecipare, con la convinzione di essere dalla parte giusta, arrivate col sorriso per mettere finalmente da parte il virtuale e tornare al reale. Solo la lotta è vita.

    Il corteo ha da prima raggiunto il centro abitato di Giaglione per poi spostarsi sul sentiero gallo romano, su cui gravava ancora una volta la vergognosa interdizione di transito emanata dal prefetto. A rendere concreta la sospensione del diritto di circolazione in questo territorio occupato chiamato Val di Susa, c’era un jersey di cemento armato e filo spinato a sbarrare la via nel bosco.
    Mentre alcuni No Tav provavano a tirare giù la barriera con mezzi di fortuna, un altro centinaio ha deciso di prendere i sentieri alti dove ha ingaggiato una serie di azioni di disturbo alle forze dell’ordine impegnate nella difesa del cantiere della vergogna. Nei due casi gli agenti, ne sono stati inviati quasi 10.000 nel solo mese di luglio, hanno gasato i manifestanti confermando il loro ruolo di forze di sicurezza private pagate dallo stato per garantire la tranquillità di qualche multinazionale del cemento.

    Nonostante questo enorme dispiegamento di forze un terzo gruppo di No Tav , scendendo dai boschi, è riuscito ad entrare all’interno del cantiere nei pressi dell’area archeologica di Chiomonte tagliando le reti e mettendo fuori uso una jeep lince dell’esercito. Tante azioni che dimostrano che nulla può un esercito mercenario e spaesato contro la determinazione e la conoscenza del territorio di chi è radicato in questa valle.

    Usciamo da questa giornata sorpresi una volta di più della capacità del movimento No Tav di coinvolgere tante generazioni differenti a partire da bisogni ed esigenze diverse che si incontrano in uno sguardo comune sul mondo. A conferma di ciò abbiamo visto una marcia attraversata da moltissimi giovani e giovanissimi che ritrovano nel No Tav un campo di lotta pratica contro i responsabili la crisi climatica e nel Festival un momento per tessere relazioni e rapporti in un contesto privo della logica del consumo e dello sfruttamento.
    Mentre la politica istituzionale invecchia sui suoi scranni parlamentari, in Val Susa, generazione dopo generazione, la lotta contro la grande opera inutile ed ecocida si rinnova e conquista nuove speranze e motivazioni.

    Fa ridere di gusto infine notare come la strategia di silenziamento del movimento No Tav messa in atto dalla maggior parte dei giornali mainstream (con alcune eccezioni), in concerto con la questura, va immediatamente in cortocircuito quando si verificano giornate del genere ed alcuni giornalisti si trovano ad elemosinare notizie e fotografie o a pubblicare articoli inesatti basati sulle veline della questura. Li invitiamo nuovamente a venire a vedere con i loro occhi quanto succede da queste parti e a godere un po’ di aria valsusina.

  • agbiuso

    Luglio 29, 2021

    «Mentre i giornali si riempivano di lacrime di coccodrillo per l’anniversario del G8 di Genova»
    Occupazione dei corpi.
    Occupazione dei territori.
    Occupazione delle vite.
    L’autorità, lo Stato, gli (enormi) interessi finanziari.

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    Valsusa, estate 2021: lo Stato italiano schiera 10.000 agenti contro il Tav
    notav.info, 29.7. 2021

    10.000 agenti supplementari. È la cifra rivelata ieri dalla ministra Lamorgese interpellata su quali misure fossero state prese per garantire la tranquillità dei cementificatori contro le proteste No Tav.

    Il dispositivo messo in piedi dal ministero dell’interno prevede attualmente 180 unità tra poliziotti e soldati in permanenza a presidiare il cantiere di Chiomonte e 170 sul fronte San Didero, presenza che ovviamente “viene rafforzata in occasione di specifiche iniziative di protesta”. Per il solo mese di luglio sono stati schierate appunto 10.000 unità supplementari rispetto a questo già mastodontico apparato di sicurezza.

    Cifre che parlano chiaro: il movimento No Tav continua a essere la spina nel fianco dei governi che si susseguono da 30 anni, la cattiva coscienza di una politica sempre prona agli interessi di poche multinazionali a discapito degli abitanti del territorio, l’incubo di un apparato auto referenziale assolutamente incapace di fare piegare la testa a un movimento genuinamente popolare.

    Mentre i giornali si riempivano di lacrime di coccodrillo per l’anniversario del G8 di Genova non si può fare altro che prendere atto che la strategia dello Stato per gestire il dissenso è sempre la stessa. Le questioni sociali sono trattate come materia di ordine pubblico e l’esercito viene regolarmente schierato contro la popolazione civile. Dovremo aspettare altri 20 anni per intendere qualche vagito dai sinceri democratici a scoppio ritardato? Perché qui in Val di Susa il silenzio è assordante…

  • agbiuso

    Giugno 14, 2021

    Il Movimento NoTav e il Partito Democratico:
    “Un partito di cui si vergognano tutti – a partire dai suoi sparuti aderenti – incapace di dire una parola chiara su qualsiasi cosa, genuflesso davanti a confindustria mentre generazioni intere muoiono di non-lavoro e precarietà, sempre pronto a sostenere nuove colate di cemento in nome di un fantomatico “progresso” che coincide guarda caso con appalti e vantaggi per gli amici, capace di raccattare voti solo agitando lo spauracchio di una destra da cui sono indistinguibili a partire proprio dal TAV”.

    Il breve ma efficace articolo si può leggere qui:
    Stato dell’arte: alle primarie PD meno partecipanti che al corteo notav in Val Susa
    Notav.Info, 14.6.2021

  • agbiuso

    Maggio 3, 2021

    Un fatto di inaudita gravità, veramente criminale.

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    LA POLIZIA LANCIA LE PIETRE CONTRO I GIOVANI NO TAV
    notav.info, 2.5.2021

    Oggi, al termine dell’iniziativa “pedaliamo contro l’autoporto” organizzata dal Comitato Giovani No TAV, i ragazzi e le ragazze hanno raccolto e portato alla polizia i lacrimogeni lanciati durante le manifestazioni dei giorni scorsi.

    Infastidito dal gesto insolente dei e delle No Tav e dalla presenza di persone nel piazzale, un poliziotto ha lanciato pietre in direzione dei ragazzi colpendone uno ad una gamba e sfiorando la testa di un altro.
    Il tutto condito dalla frase “dovete morire tutti!”
    Questa è la vergognosa gestione dell’ordine pubblico da parte della Questura di Torino in Val di Susa, pietre e lacrimogeni lanciati addosso ai No Tav con l’unico chiaro intento di ferire più persone possibile.
    Questo genere di comportamento è possibile perché tollerato e sdoganato dalle alte sfere di Questura e Prefettura!

  • agbiuso

    Aprile 18, 2021

    Eh sì, polizia, forze dell’ordine, governo Draghi lo ripetono di continuo: Prima di tutto la salute dei cittadini.
    Fonte: Lacrimogeni sparati ad altezza uomo: ferita grave un’attivista No Tav

    “Ieri sera, al termine della manifestazione, i No Tav si sono avvicinati al piazzale per portare un saluto ai presidianti che resitono ancora sul tetto. La reazione delle forze dell’ordine è stata come al solito spropositata, con un enorme lancio di lacrimogeni.
    UN’ATTIVISTA NO TAV E ‘GRAVE ALL’OSPEDALE CON EMORAGGIA CELEBRALE E FRATTURE AL VISO, COLPITA GRAVEMENTE DA UN LACRIMOGENO SPARATO AD ALTEZZA UOMO DALLE TRUPPE D’OCCUPAZIONE!”

  • agbiuso

    Marzo 17, 2021

    Telt ammette: da Francia e UE nessuna certezza, i soldi del TAV per ora solo dall’Italia
    Notav.info, 17.3.2021

    L’articolo si conclude così:
    Questo spiega l’imbarazzo della ministra delle infrastrutture Paola De Micheli, nel dicembre scorso, durante l’audizione al senato italiano. Davanti alla richiesta di chiarimenti su quali provvedimenti del bilancio dello stato francese riportino esplicitamente l’indicazione della copertura dei costi della nuova Torino-Lione, la ministra aveva dovuto fare scena muta ammettendo candidamente di non saperlo, semplicemente – aggiungiamo noi – perché questi finanziamenti non esistono. D’altronde carta canta, per ora il soldi sul TAV ce li ha messi solo l’Italia. Parola dell’AD di Fs Gianfranco Battisti: “le risorse a oggi stanziate ammontano a 3,6 miliardi, l’82 per cento delle quali è stato messo a disposizione dal governo italiano”. Tutto chiaro?

  • agbiuso

    Gennaio 24, 2021

    Sulle forze del disordine in Val Susa e sulla magistratura che copre le loro violenze.

    Risposta dell’avv. Bertone al PG Saluzzo sulle violenze della polizia in val Susa
    notav.info, 24.1.2021

  • agbiuso

    Gennaio 21, 2021

    Da twitter:
    notav.info
    @notav_info
    20.1.2021
    I processi contro i #notav sono ad alta velocità. Quelli contro i magheggioni del TAV invece finiscono in prescrizione. Quanto fa ridere quella scritta “La legge è uguale per tutti” che abbiamo visto ogni volta che siamo entrati nelle aule di un tribunale?

  • agbiuso

    Dicembre 28, 2020

    Ecco chi governa davvero l’Italia: Partito Democratico, Lega e Forza Italia. Che polemizzano sul secondario ma concordano sempre sull’essenziale: gli affari e la distruzione ambientale.

  • agbiuso

    Dicembre 26, 2020

    Sul Tav le posizioni della Lega, del Partito Democratico, di Forza Italia sono negazioniste dei risultati della ricerca scientifica e assai pericolose per l’ambiente.

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    Deus Vult! Gli oscurantisti della Torino – Lione
    di Luca Giunti
    notav.info, 26.12.2020

  • agbiuso

    Dicembre 23, 2020

    Commissione trasporti: Renzi, Lega e PD salvano il contratto truffa sul TAV
    notav.info, 23.12.2020

    Come abbiamo ampiamente reso conto su queste pagine, negli ultimi giorni si sono svolte alcune audizioni in senato sul tema TAV.

    Il quadro emerso è impietoso. L’Italia ha pagato finora l’82% dei lavori, i finanziamenti europei sono ancora tutti sulla carta, l’impatto ambientale sarà disastroso vista la manipolazione delle previsioni di traffico nel futuro tunnel che non compenseranno nemmeno le emissioni generate dalle centinaia di migliaia di camion necessari per costruirlo (senza contare lo stoccaggio di materiale radioattivo, le emissioni di polveri, la deforestazione e le mille altre devastazioni che i nostri lettori ben conoscono). Mentre la ministra De Micheli annunciava l’ennesimo ritardo nei lavori smentendo clamorosamente la società promotrice dell’opera che si era espressa qualche ora prima, il contratto tra Telt, l’Italia e la Francia per fissare i paletti di esecuzione del tav si rivelava non soltanto illegale ma anche truffaldino, con un sovrapprezzo del 15% già previsto nel testo.

    Un vero e proprio “pacco” ma non di quelli di natale.

    Nonostante le palesi irregolarità e incongruenze emerse durante le audizioni che annunciano già il prevedibile disastro economico ed ecologico se si dovesse procedere col folle progetto della seconda Torino-Lione, il contratto è incredibilmente stato approvato oggi dalla commissione trasporti grazie alla solita concordia bipartisan in materia di appalti da distribuire ad amici e finanziatori.

    Il M5S è uscito dall’aula ma il TAV è stato salvato dall’intervento di PD, Lega, Forza Italia e renziani delineando ancora una volta i contorni di quel partito unico degli affari che governa dietro le quinte del teatrino della politica il nostro paese.

    Per quanto ci riguarda, le audizioni hanno mostrato per l’ennesima volta che in materia di TAV i partiti sarebbero anche pronti a votare che 2+2=5 e che soltanto una decisa opposizione sul territorio permetterà di impedire la realizzazione dell’opera!

    Ora più che mai, no TAV!

  • agbiuso

    Dicembre 12, 2020

    Non è il covid!
    di Nicoletta Dosio, 10.12.2020

    Anche questa sera si torna a casa con la nausea ed i polmoni in fiamme. Non è il Covid: sono almeno un centinaio i lacrimogeni lanciati dal posto di blocco fatto di centinaia e centinaia di agenti in assetto antisommossa, schierati contro di noi giovani e anziani NO TAV.
    Finisce così una giornata che ha avuto inizio nel cuore della notte, con l’occupazione militare e le ruspe che abbattono alberi e, per allargare il cantiere TAV devastano il sottobosco dei Mulini, là dove, protette da foglie ed erba secca, dormono le larve della Zerinthia, la farfalla meravigliosa e rarissima per la quale l’Università di Torino ha vantato un progetto di protezione.
    Siamo un centinaio di persone, giovani ed anziani. Dopo una breve assemblea al presidio di Venaus, ci siamo messi in cammino verso il posto di blocco che impedisce l’accesso al Comune di Giaglione.
    Lontano, molto lontano, al fondo della strada che serpeggia da frazione a frazione e si fa sentiero in mezzo ai boschi, resiste il presidio dei Mulini, un pugno di giovani sotto assedio.
    Dopo il bivio dei Passeggeri, scendiamo per un breve tratto, lungo la statale che scende a Susa: un piccolo striscione portato dai ragazzi, qualche fiaccola sopravvissuta ad altre manifestazioni, slogan che ci danno coraggio contro il freddo e la notte .
    La strada che sale dal bivio di Giaglione è tutta un lampeggiante blu.
    I lacrimogeni ci piovono addosso all’improvviso, a freddo, in risposta a quattro slogan. Ne sono investite pure le case al bivio (vediamo facce spaventate alle finestre). I bossoli lasciano segni anche sulle carrozzerie delle macchine che transitano sulla statale verso casa.
    Per sfuggire alla nuvola di veleno cerchiamo di ritornare verso il bivio di Venaus, ma altri lampeggianti blu ci respingono indietro, verso Susa.
    Parte un’altra sparatoria di lacrimogeni. Siamo presi da tutte le parti, chiusi tra barriere di fumo che ci impediscono di respirare. Altri lacrimogeni sparati sopra di noi colpiscono la parete di roccia che delimita la strada a nord. Il fumo investe la parte alta di Susa, in direzione della casa di riposo protetta da giardini che nulla possono contro il fumo mortifero.
    Intorno tutti tossiscono; c’è chi vomita; le mascherine anticovid, lungi dall’essere una protezione, aumentano il senso di soffocamento, intrappolano l’odore e il bruciore.
    Dopo un tempo che sembra infinito, riusciamo a metterci in cammino verso Venaus. Nonostante la situazione difficile, nessuno si è defilato, nessuno ha cercato scampo da solo: anche questa volta, come sempre, si parte e si torna insieme.
    Come sono lontani i palazzi del potere, dove, tra arroganza, menzogna e viltà si decide sulla vita e sulla morte di popolazioni e territori… Ma noi sappiamo che nulla potranno contro la testarda determinazione di una collettività che non dimentica il passato e lotta per il diritto alla vita e alla dignità, per tutti
    I popoli in rivolta scrivono la storia. NO TAV, fino alla vittoria!

  • agbiuso

    Dicembre 10, 2020

    Devastazione ambientale, militarizzazione del territorio, affari per le mafie, istituzioni conniventi.
    Il TAV è l’emblema dell’Italia del Partito Democratico, della Lega, del Movimento 5 Stelle.
    Il vero volto dello Stato italiano, la complice indifferenza del Parlamento (maggioranza e opposizione), il cinismo criminale del governo Conte, l’azione violenta della polizia e della magistratura.
    Un potere mortale non soltanto per la Valsusa.

  • agbiuso

    Novembre 14, 2020

    Cene di lusso e hotel gratis, conclusa l’inchiesta per corruzione contro il PM anti-notav Padalino
    notav.info, 13.11.2020

    È stata appena notificato l’avviso di chiusura indagini sulla “cricca dei favori” capitanata dal PM anti-notav, Andrea Padalino. Le carte riferiscono di cene gratis in ristornati di lusso e weekend graziosamente offerti al magistrato e consorte nonché operazioni e visite mediche ottenute a titolo di bustarelle.

    Il filone principale riguarda gli scambi di cortesie con l’ufficiale della guardia di finanza Fabio Pettinicchio. Tutto comincia quando, con altri 13 colleghi, Pettinicchio è stato condannato a 5 anni per sfruttamento della prostituzione. Gli “angeli in divisa” assicuravano protezione a una serie di locali a luci rosse sul Lago maggiore in cambio di consumazioni gratis e prestazione sessuali. Pettinicchio, dopo il processo in primo grado, ha chiesto aiuto al PM Padalino per preparare la difesa e farla franca. Fondamentale per la cricca il contributo dell’avv. Bertolino (oggi deceduto), altra figura ben conosciuta dai notav perché costantemente nominato per difendere i propri interessi dai poliziotti che si costituiscono parte civile contro i manifestanti valsusini nonché referente del sindacato di polizia salviniano SAP. Il sostegno del PM Padalino all’ufficiale Pettinicchio si sarebbe spinto fino al prestito dell’auto con scorta assegnata al magistrato perché il finanziare potesse tornare con più agio in Piemonte da un viaggio di affari a Roma in cui si preparava la difesa per il processo di appello. Pettinicchio ovviamente non ha mai mancato di restituire le attenzioni dell’uomo di legge con favori e regali. Cena al bistrot Canavacciuolo, diversi soggiorni a costo zero all’Hotel San Rocco di Orta San Giulio.

    Non si tratta di episodi isolati, lo schema corruttivo era consolidato e andava avanti da anni. Oltre a queste “consulenze”, prevedeva sostanzialmente che Padalino si facesse assegnare, grazie all’intervento di un appuntato dei carabinieri, i fascicoli “degli amici” che potevano così assicurarsi un esito favorevole dei procedimenti in cui erano coinvolti. Dalle carte emergono altri episodi, una cena da 590 euro mai pagata, operazioni chirurgiche gratis e così via.

    Al di là di queste quadro vergognoso riportato dai giornali, arriviamo ora all’elefante nel corridoio di cui non vediamo traccia sui giornali visto che, per poter almeno scorgerne la proboscide, servirebbe quel coraggio che ai paladini dell’informazione italiana ha fatto difetto in 30 anni di lotta di notav e continua a fare difetto ancora oggi.

    Quando parliamo del signor Padalino non stiamo parlando di un PM qualsiasi, stiamo parlando di un PM che ha fatto carriera provando a reprimere forse il più importante e duraturo movimento sociale esistito negli ultimi anni nel nostro paese. Questa inchiesta non è un fulmine a ciel sereno. L’azione profondamente corrotta della procura di Torino è stata denunciata per oltre un decennio dal movimento notav, i cui attivisti stanno tutt’ora accumulando, proprio grazie alle attenzioni del PM Padalino, centinaia di anni di carcere. Una denuncia che è stata ignorata, quando non schernita da politici e giornalisti, la cui ignavia pesa oggi come un macigno. Tutti sapevano del marcio, ma, come nel miglior schema mafioso, nessuno ha detto nulla. Nelle carte dell’inchiesta viene scritto nero su bianco che il procedimento automatico di assegnazione delle indagini, garanzia dell’imparzialità dello svolgimento processuale, veniva costantemente violato grazie all’intervento di un semplice appuntato. Questo non pone forse enormi dubbi su come sono state confidate negli anni decine e decine di inchieste sui notav “casualmente” sempre al solito PM Padalino? Ancora più importante. Dall’inchiesta non emergono singole condotte criminose ma viene fuori in maniera inequivocabile che la benzina che ha mosso negli anni il PM Padalino sono i favori. QUALI favori e da CHI ha ricevuto il procuratore torinese per portare avanti decine di procedimenti contro i notav? La domanda non è “accademica”. Stiamo parlando di processi che sono costati casa, lavora e libertà a chiunque ha osato alzare la testa contro la grande opera che s’ha da fare. Una di loro, Dana, si trova a oggi rinchiusa in carcere con una condanna a due anni per aver tenuto un megafono durante una protesta notav.

  • agbiuso

    Agosto 4, 2020

    Mi hanno ricordato irresistibilmente i “bravi”, i delinquenti al servizio del signorotto del luogo, al quale i poteri istituzionali sono sottoposti. Quella di Conte, Salvini, Telt, del M5S, del PD, dei poliziotti, è ancora l’Italia di Alessandro Manzoni.

    Telt comanda e la Questura esegue (VIDEO)
    4.8.2020

  • agbiuso

    Luglio 2, 2020

    La mia ammirazione per un popolo che resiste in questo modo alle truppe che occupano il suo territorio, ai governi che lo distruggono, agli interessi criminali che sostengono truppe, partiti e governi.

    2/07, Avigliana. Contestazione notturna alla polizia (VIDEO)

  • agbiuso

    Giugno 22, 2020

    La viltà ripugnante del governo Conte, dei partiti e delle istituzioni italiane, mobilitati contro ambiente e popoli, a difesa di interessi innominabili, in un momento tragico per tutti.

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    La risposta della lobby alla Corte dei conti, ruspe in Clarea ma i notav resistono sugli alberi
    notav.info, 22.6.2020

    Notte di resistenza in Val Clarea. Il monitoraggio popolare del cantiere nei giorni scorsi aveva segnalato movimenti di mezzi da lavoro all’interno del perimetro che facevano presagire una ripresa dei lavori. Il coordinamento dei comitati notav ha quindi inaugurato sabato un presidio permanente nella zona dei mulini storici, edifici che dovrebbero essere distrutti dall’avanzare del cantiere come tutta la zona boschiva circostante. Mentre un piccolo corteo improvvisato partiva da Giaglione verso il cantiere per ribadire che nessuno si sarebbe fatto cogliere impreparato, in tutta risposta il governo ha iniziato a spostare centinaia di poliziotti e militari in Val Susa preparandosi ad attaccare il presidio. L’arrivo di decine di mezzi è stato segnalato da sentinelle notav tra Rosta e Avigliana nella serata di ieri.

    Come previsto, questa notte, tali e quali ai ladri, i lobbyisti del tunnel hanno tentato di rimettere in moto la macchina del TAV. Alcune ruspe hanno iniziato a provare a sbancare le rive del torrente Clarea per posare una passerella e mettere jersey con filo spinato a difesa del cantiere della vergogna. La polizia in assetto antisommossa ha circondato il presidio ai mulini ma ha dovuto ripiegare. Tutta la notte i notav hanno resistito con fantasia e determinazione, alcuni gruppetti si sono incatenati ai cancelli e altri sono arrampicati sugli alberi sfruttando la conoscenza del territorio accumulata in questi anni di presenza attiva e ricognizioni. Nel frattempo la polizia bloccava l’accesso dal lato di Giaglione a solidali e giornalisti, provando ad isolare i notav barricati. Con un’ordinanza emanata d’urgenza il Ministero dell’interno, per bocca del prefetto, ha chiesto di chiudere tutta via dell’Avanà, tutta via Roma e le zone circostanti incluse tutte le zone boschive/di campo di Giaglione e Chiomonte.

    Questa brusca accelerata rappresenta l’ennesima mossa scomposta di TELT & soci. Presi dal panico per la sonora bocciatura del raddoppio della Torino-Lione da parte della Corte dei conti europea, provano goffamente a riprendere in fretta e furia i lavori. Per spostare un po di terra in riva al fiume, per l’ennesima volta, le autorità italiane hanno mobilitato centinaia di poliziotti e carabinieri, con un costo folle, in un momento particolarissimo per tutto il paese che richiederebbe di investire risorse ingenti per ben altre priorità.

    Per ora i notav sono per ancora alla zona dei mulini, ci dicono di comunicare a tutti che sono tranquilli e il morale è alto ma servirà la partecipazione di tutti nei prossimi giorni, a partire da oggi lunedi 22 giugno APPUNTAMENTO ALLE ORE 18 al CAMPO SPORTIVO DI GIAGLIONE per dare il cambio ai presidianti della Clarea. Per la lobby sitav il messaggio è forte e chiaro, questo è solo un’anticipazione di cosa vorrà dire per questi signori cantierizzare in un territorio ostile.

    AI NOSTRI POSTI CI TROVERETE! FORZA NOTAV!

  • agbiuso

    Novembre 19, 2019

    La razionalità politica e tecnica contro l’irrazionalismo della criminalità politica e mafiosa, contro i suoi inevitabili disastri.

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    Il TAV è il nuovo MOSE: siamo ancora in tempo per fermarlo
    di Luca Mercalli – il Fatto Quotidiano, 19.11.2019

    La prova del Mose doveva essere fatta contro l’imponente acqua alta del 12 novembre e giorni successivi, ma “la Ferrari senza freni”come è stata definita non si poteva nemmeno mettere in moto. Una grande opera di cui in questi giorni si è detto di tutto, ammettendo che non è tecnicamente adatta alle sfide poste dall’aumento del livello dei mari generato dal riscaldamento globale (potenzialmente superiore a 80 cm a fine secolo), e che presenta soluzioni costruttive critiche che richiederanno decine di milioni all’anno di costi di manutenzione.

    PERÒ IL RITORNELLO di tutti è stato: ormai è quasi finita, paghiamo quel che c’è da pagare e mettiamola in esercizio. Anche se non funzionerà come dovrebbe. Una vicenda che sembra una sfera di cristallo per immaginare cosa potrebbe accadere al Tav in Val di Susa tra una ventina d’anni. Anche il Mose prima della sua realizzazione fu infatti fortemente osteggiato sul piano tecnicoscientifico da molti autorevoli esperti del settore che proposero progetti alternativi ovviamente mai considerati. Oggi non resta che lo sconsolato “l’avevamo detto”, ma i 5,5 miliardi ormai gli italiani li hanno sborsati, mazzette incluse. Se si legge il circostanziato volume Il MOSE salverà Venezia? degli ingegneri Vincenzo Di Tella, Gaetano Sebastiani e Paolo Vielmo si ha una frustrante narrazione di tutte le proposte tecniche ignorate, lo studio commissionato nel 2008 dal Comune di Venezia allora retto da Cacciari alla società di ingegneria francese Principia che mostrava le debolezze strutturali, ignorato da governi che diventano decisionisti solo in questi casi, e il meschino processo per diffamazione che gli Autori subirono su denuncia del Consorzio Venezia Nuova, unico signore e padrone della laguna, contro il quale chiunque osava aprir bocca veniva ostracizzato e combattuto. Alle sagge voci dei tre valorosi ingegneri aggiungiamo Luigi D’Alpaos, professore emerito del Dipartimento di idraulica dell’Università di Padova e quella ormai spentasi per sempre nel 2017 di Paolo Pirazzoli, brillante dirigente di ricerca del CNRS francese che ci ha lasciato il pamphlet La misura dell’acqua. Come e perché varia il livello marino a Venezia(2011). Anche Pirazzoli fu querelato e poi fortunatamente assolto per aver combattuto il Mose a suon di equazioni! Ma che triste vicenda per un veneziano apprezzato all’estero e odiato dai poteri del gigantismo tecnologico annidatisi come mostri marini nel fango della laguna. Oggi possiamo dire che se quei docenti fossero stati ascoltati forse avremmo un dispositivo più efficace e meno costoso per mettere al sicuro Venezia.

    IL CASO DELLA NUOVA LINEA FERROVIARIA Torino-Lione manifesta molte analogie con la débâcle veneziana. Anche qui si tratta di un’opera faraonica, valutata in 9,6 miliardi di euro per il solo tunnel transfrontaliero e oltre 26 per l’intera tratta. Anche qui c’è un gruppo di tecnici che hanno mostrato le contraddizioni del progetto sul piano trasportistico, ambientale ed economico. Basti pensare alla celebre analisi costi-benefici voluta dal ministro Toninelli e affidata a Marco Ponti del Politecnico di Milano la quale, nonostante l’esito negativo, verrà poi ignorata mantenendo inalterato il lento, ma inesorabile avanzamento dell’opera. Eppure se l’imponente mole di dati che la Commissione Tecnica contro la Torino-Lione da decenni tenta di portare all’attenzione del governo (sia italiano, sia francese) venisse considerata, forse si potrebbe ancora evitare di gettare in un buco nero una gigantesca somma di denaro pubblico.

    IN QUESTO CASO, a differenza del Mose, l’opera è appena nei suoi primi passi realizzativi e si potrebbe sospendere senza che si arrivi tra qualche anno a dire “ormai è quasi finita, spendiamo quello che c’è ancora da spendere e mettiamola in esercizio ”. Rammentiamo che in Val di Susa esiste già una ferrovia internazionale a doppio binario sotto il tunnel del Fréjus, ampiamente sottoutilizzata. Rammentiamo che non è mai stata fatta un’analisi certificata delle emissioni di gas serra per la cantierizzazione e il funzionamento, tale da assicurare che vi sia beneficio climatico entro gli stretti tempi richiesti dall’accordo di Parigi sul clima e dalla stessa politica ambientale europea, che dà per scontato che le linee ferroviarie siano tutte sostenibili mentre dovrebbe dimostrarlo con le misure. Rammentiamo che la politica europea dell’economia circolare dovrebbe ridurre i transiti di merci invece che aumentarli e che se l’opera non verrà utilizzata secondo le ottimistiche previsioni cartacee sarà spaventosamente antieconomica.

    Tutti dati che si continuano a sottoporre ai ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente senza che vengano mai analizzati con profondità. Si liquida la questione con “le decisioni sono già state prese e dunque sono le migliori possibili”. Lo si disse anche per il Mose.

  • agbiuso

    Luglio 28, 2019

    “È solo un passaggio in più in una storia dove, fino a prova contraria, stiamo vincendo noi. […] Nel senso che sono passati trenta anni e il cantiere e la Torino – Lione è inesistente: un fantasma di cui molto si parla ma non si vede perché non c’è. Doveva essere terminata all’inizio del millennio e invece siamo ancora qui, a battere sulle reti dietro a un cantiere vuoto.
    […]
    Le prese in giro che si sono concretizzate nell’ultima settimana hanno radici profonde, sono vecchie di trenta anni. Come possiamo accettare un’analisi costi-benefici che dice che l’opera è un assurdo, ma poi si deve fare lo stesso per non precisate ragioni che nessuno mai è riuscito a spiegare? Il neo liberismo si mangia tutto così, qui c’è un punto di resistenza culturale e fisico da presidiare”.

    L’intervista integrale alla Prof. Nicoletta Dosio si trova sul manifesto del 28.7.2019:
    Nicoletta Dosio: «Il problema non sono i 5stelle ma l’assenza della sinistra»

  • agbiuso

    Febbraio 12, 2019

    Comunicato Movimento No Tav su analisi costi-benefici
    12.2.2019

    Il Governo ha oggi ufficialmente comunicato che l’Analisi Costi Benefici della Torino Lione è negativa.
    Decine di anni di riflessioni e di valutazioni trasportistiche, economiche e giuridiche, presentate e sostenute soprattutto dal Movimento No Tav, hanno abbondantemente segnalato che questo progetto è una Grande Opera Inutile e Imposta che, se realizzata, non avrà ritorno positivo.
    La decisione del MIT è coerente con i Regolamenti europei CEF e TEN-T che permettono agli Stati membri l’abbandono di un progetto finanziato dalla UE perché la scelta di attuare i progetti è lasciata agli Stati secondo la “capacità di finanziamento pubblico” e la “fattibilità socio-economica”.
    Oggi siamo di fronte ad una svolta positiva che, sulla base delle analisi e dei principi di prudenza e di precauzione economica e ambientale, protegge il futuro del Paese, delle sue risorse economiche e ambientali, come una larga parte del Paese ha compreso da tempo.
    La decisione positiva di accantonare la Torino-Lione subirà con certezza violenti attacchi da parte dei promotori delle Grandi Opere Inutili e Imposte ad ogni costo, simbolo dello spreco delle risorse economiche ed ambientali.
    Il Movimento No TAV analizzerà nei prossimi giorni i due documenti presentati per contribuire a difendere il risultato di una decisione la cui sintesi è positiva.
    Tuttavia, già da una prima lettura si rilevano, soprattutto nel Rapporto giuridico, argomentazioni ingannevoli che pare siano state inserite per offrire al decisore politico spazi per capovolgere la decisione.
    Il Movimento No TAV denuncerà con fermezza ogni tentativo in questo senso portando argomentazioni giuridiche e fattuali.
    Rivendichiamo questo risultato che deriva, non solo dal riconoscimento di scelte sbagliate che i promotori hanno da anni difeso, ma soprattutto dalla tenacia di una lotta popolare che da trent’anni si oppone a questo progetto e al sistema che lo sponsorizza, con tenacia e caparbietà.
    Lotta che è costata, a chi negli anni l’ha portata avanti con determinazione, una durissima repressione che non sarebbe stata attivata a danno di molti se gli stessi dati che compaiono nel documento governativo (da sempre conosciuti e divulgati dal Movimento No TAV) fossero stati presi in esame con ragionevolezza e buon senso.
    È arrivato il momento di scrivere il capitolo finale della Torino-Lione, e ancora una volta lo scriveremo tutte e tutti insieme.

    Movimento No Tav

  • agbiuso

    Dicembre 13, 2018

    Errore molto grave del Movimento 5 Stelle, che rischia di diventare come il Partito Democratico. Ed è la conferma che i popoli e i territori devono difendersi da soli contro chi cerca di distruggerli e di venderli al malaffare, che sia un governo nazionale o l’Unione Europea.
    ===============
    Il Terzo Valico sacrificato sull’altare delle alleanze
    notav.info, 13.12.2018

    Nonostante la messianica analisi costi benefici sia sfavorevole per l’opera (e come potrebbe essere altrimenti?) oramai, afferma il ministro, sarebbero troppi alti i costi per bloccarla.
    Troppi soldi pubblici già spesi, troppi appalti già lanciati ma soprattutto, noi crediamo, troppe promesse fatte all’alleato della Lega che a quei profitti non vuole rinunciare.
    Profitti più importanti della distruzione dell’ennesimo territorio di questo paese e della minaccia alla salute delle persone che vi vivono. Più importanti dell’amianto, della corruzione e dei commissariamenti.

    l’Italia ha bisogno di altro e chi oggi ha deciso per il prosieguo di quest’opera lo sa molto bene: messa in sicurezza dei territori, piccole opere utili , priorità alle vere esigenze come casa, lavoro, sanità e scuola.
    Sull’altare dei giochi di potere questi buoni propositi evidentemente sono sacrificabili per alcuni, per noi no…non lo saranno mai.
    Siamo vicini agli attivisti e alle attiviste del movimento No Tav Terzo Valico che in questi anni con dignità e coraggio hanno lottato per difendere la loro terra e il futuro dei loro figli.
    Qualsiasi sia l’esito dell’analisi costi benefici che prima o poi arriverà anche sulla Torino Lione, il risultato di questa operazione, come quelle sul Tap, sull’Ilva e sul Muos, conferma una cosa sola: non ci sono governi amici! Anche per questo scenderemo in piazza il 23 marzo a Roma.
    Pubblichiamo qui di seguito il comunicato del Movimento No Tav del Terzo Valico:

    “Il Ministro Toninelli ha annunciato dal suo profilo facebook che è terminata l’analisi costi/benefici inerente il Terzo Valico. Andate ad ascoltare cosa dice e andate a leggere cosa scrive. Il succo è che la decisione del Governo è quella di proseguire i lavori. Peccato che in campagna elettorale il Movimento 5 Stelle definisse l’opera inutile e dannosa per la salute dei cittadini.
    Oggi tutto questo non vale più. Poco importa la presenza di amianto, poco importa la corruzione e gli arresti dei vertici del Cociv, poco importano le infiltrazioni della criminalità organizzata, nessuna importanza viene data alla distruzione delle sorgenti e delle falde acquifere. Tutto questo oggi scompare nel nome dei posti di potere e di un Governo insieme alla Lega.
    La verità è che dopo Ilva, Tap e Muos, il Movimento 5 Stelle ha deciso di tradire un altro territorio. Ha deciso di pugnalare alla schiena migliaia di persone che avevano riposto in loro fiducia affinché questa grande opera inutile venisse fermata.
    Il Movimento 5 Stelle è uguale agli altri. E’ parte del sistema che dicevano di voler combattere, è succube degli interessi di Salini Impregilo esattamente come lo era il Partito Democratico.
    Vi aspettiamo nelle nostre valli se mai un giorno avrete il coraggio di presentarvi. Sappiate che non sarete i benvenuti. Urleremo ancora e ancora “Giù le mani dalla nostra terra”.”

  • agbiuso

    Dicembre 9, 2018

    Messaggio di @notav_info:
    “Noi non aggiungiamo nulla, guardate queste foto e giudicate voi.
    Da una parte una cricca di affaristi senza scrupoli, signore dell’alta borghesia e imprenditori coi soldi degli altri. Dall’altra un movimento popolare che resiste da 30 anni”.

  • agbiuso

    Dicembre 8, 2018

    Per la ragione contro l’irrazionalità, per i numeri contro la speculazione, per l’ordine contro la devastazione, per tutti e non per alcuni.

  • agbiuso

    Dicembre 5, 2018

    Un invito bello e intelligente della Prof. Debernardi, che denuncia l'”impermeabilità della maggioranza dei Media ad ascoltare e a riportare quelle argomentazioni che il Movimento da anni (quasi 30….) grida nel deserto”. Visto il destinatario -Serra e il giornale la Repubblica– è un invito che rimarrà inascoltato.

  • agbiuso

    Novembre 16, 2018

    Un testo assai chiaro nell’indicare che la lotta -drammatica- non è soltanto tra dominio e democrazia ma tra equilibrio ambientale/antropologico e morte.

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    Verso l’assemblea del 17. Molto più di un treno
    notav.info, 16.11.2018

    Mentre continua ad imperversare a reti unificate l’isteria confindustriale per l’analisi costi e i benefici della nuova linea Torino-Lione, prendiamo questo spazio per dire due o tre cose che ci stanno a cuore.
    Il movimento No Tav è stato innanzitutto un grande percorso di crescita politica che ha investito una valle alpina, irradiandosi fino a luoghi lontanissimi, oltre i valichi e giù in pianura fino alla Sicilia. Partito da una manciata di persone con la voglia di informarsi sulla Torino-Lione è diventato una marea durata 25 anni che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone lasciando un segno indelebile nel nostro paese. Niente è stato scontato nella costruzione di questo movimento. Ci sono stati errori, piccole sconfitte,ma soprattutto grandi vittorie e la creazione di una comunità consapevole ed in lotta . Il binario su cui viaggiamo l’abbiamo costruito insieme. Ad oggi del progetto originale – che senza il movimento sarebbe già stato completato – resta praticamente nulla. Si erano sbagliati, hanno detto. Resta da provare a salvare il salvabile. Un grande buco che spunterà non si sa dove.
    Per noi, una conquista collettiva, faticosamente raggiunta, è stata quella di capire che questa non era una battaglia su quale cortile dovesse subire una catastrofe ecologica ed economica. Né qui né altrove era lo slogan, inusitato, che accompagnava i primi manifesti notav. . Perché spulciando le carte, vedendo come si muovevano gli organi di informazione, provando ad opporci con la nostra firma o il nostro corpo ai primi sondaggi per l’opera, maturava la presa di coscienza che non c’era una linea TAV ma un sistema TAV. Un sistema fatto di grandi contractor con connessioni mafiose poi parzialmente verificate persino dalla magistratura, di drenaggio delle risorse pubbliche per far accumulare utili alle aziende private invece di essere utili alla collettività, di sistematica devastazione dei territori attraverso la manipolazione dei dati ambientali, dell’uso delle istituzioni democratiche come manganello contro chi osa mettersi in mezzo. Come ogni sistema, il sistema TAV era replicabile. E girando per l’Italia, invitati dai mille comitati a cui la nostra ha lotta ha fatto eco, ci siamo accorti che poteva prendere tanti nomi. Là quello di una discarica gestita da una famiglia mafiosa della zona, qui un’autostrada ad otto corsie per far favori alle aziende in quota Lega, lì un gasdotto che avrebbe garantito i profitti di una multinazionale, qua una mega-azienda siderurgica che stava facendo ammalare di cancro i bambini. Nelle facce di quei comitati rivedevamo le nostre. Non dei politici, non degli attivisti, non dei “consapevoli”. Le facce di chi poco si è interessato di politica fino a che la politica non ha iniziato ad interessarsi a loro. Stampata sopra c’era la violenza di una presa di coscienza su cosa fosse il Sistema, quello che ti annienta, che ti mette in bocca parole non tue, che ti denuncia, che ti bastona se provi anche solo a chiedere.
    Gli anni passavano, la lotta in Val di Susa continuava, si faceva più forte. Saltava il cantiere a Venaus, dopo che la polizia veniva cacciata via dal movimento. Iniziavano a scricchiolare le giunture del progetto. Questo si può rivedere, questo non è più così importante. Ma il sistema non poteva cedere. A farsene portavoce fu Pier Luigi Bersani. Ormai, disse, era una questione di democrazia. Ed eravamo d’accordo. Diventò chiara un’altra cosa. Non solo che questa progetto era sbagliato qui come altrove ma anche che la Val Susa non poteva vincere se non vinceva il resto d’Italia. Furono i tempi delle grandi manifestazioni a Roma, dell’assedio ai palazzi del potere. Ma soprattutto dei legami tessuti con i terremotati, prima dell’Aquila poi delle Marche, con i movimenti di lotta per la casa, con i comitati per l’acqua pubblica. Con tutti quelli che subivano il sistema TAV non per la presenza che imponeva ma per le mancanze che generava. Realizzare il folle progetto della Torino-Lione significa levare risorse alla manutenzione, alla messa in sicurezza del territorio, alle scuole, agli ospedali, alle case popolari. Lo vedevamo nel nostro territorio, dove chiudeva un punto nascite mentre venivano spesi milioni per proteggere un cantiere con veicoli militari e polizia. Lo vedevamo nelle catastrofi che ci sembravano sempre meno naturali e sempre più frutto di scelte politiche precise.
    Per noi, insomma, non è mai stato solo un treno. E neanche per chi ci governa. È per questo che la parola notav fa paura, mette insieme in un moto d’orrore dal PD a Forza Italia, dai sindacati confederali a confindustria. Perché mettere in dubbio quel tunnel significa inevitabilmente risalire la gerarchia degli interessi, dalle reti clientelari fino alla sistematica collusione tra sistema dell’informazione, imprenditoria, mafia e politica, fino al significato dell’uso della forza pubblica contro i cittadini, fino alla verità radicale su cui regge il sistema in cui viviamo: i profitti contano più delle persone
    Oggi lo stop alla Torino-Lione sembra possibile. Sappiamo che tutto quello che abbiamo ottenuto e tutto quello che otterremo lo dobbiamo alla lotta. È solo informandosi, incalzando il potere, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte che si potrà vivere in un mondo migliore di quello in cui viviamo.
    A tutti i comitati territoriali che lottano nel nostro paese e che domani incontreremo a Venaus possiamo solo dire che la strada è ancora lunga, ma che la percorreremo insieme.
    Ci vediamo a Venaus!

  • agbiuso

    Novembre 16, 2018

    Con sintetica chiarezza.
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    La banda del buco
    di Marco Travaglio
    il Fatto Quotidiano, 14.11.2018

    Dopo aver sorseggiato i fiumi d’inchiostro versati dai giornaloni sull’oceanica manifestazione Sì Tav di sabato a Torino, che ha visto sfilare nientepopodimenoché un torinese su 35 o un piemontese su 177, una domanda sorge spontanea: cosa sapeva tutta questa brava gente del Tav Torino-Lione? Si spera vivamente che ne sapesse un po’ di più di una delle sette madamine organizzatrici dell’Evento, Patrizia Ghiazza, cacciatrice di teste all’evidenza sfortunata, che l’altra sera esibiva tutta la sua competenza a Otto e mezzo: “Né io né le altre organizzatrici siamo competenti per poter entrare nel merito degli aspetti tecnici e ambientali dell’opera”. Non male, per una manifestazione apolitica e apartitica, ma soltanto tecnica, sul merito del treno merci ad alta velocità (anzi, a bassa, perché le merci di solito viaggiano a non più di 100-120 km l’ora). Essendosi “informati sui giornaloni che hanno sponsorizzato la Lunga Marcia, era prevedibile che organizzatori e partecipanti ne sapessero pochino, e che quel pochino fosse falso. Infatti sventolavano cartelli “Sì alla Tav”, ignorando che è l’acronimo di Treno Alta Velocità, dunque è maschile, con buona pace di Stampubblica che ha spacciato l’iniziativa per una “rivolta delle donne” contro non si sa bene cosa, anche se in piazza sfilavano soprattutto maschietti di una certa età.
    L’acronimo, fra l’altro, è una patacca (femminile), perché per le merci l’espressione giusta è Treno ad Alta Capacità (Tac). I marciatori, e Salvini a ruota, ripetevano che l’opera va assolutamente “completata”: ma un’opera si completa quando è già iniziata e qui non è stato costruito nemmeno un millimetro di ferrovia: i cantieri che tutti vedono da 15 anni sono quelli del tunnel esplorativo, nulla a che vedere con l’opera vera e propria, il “tunnel di base”, cioè il mega-buco dovrebbe attraversare 57 km di montagna e che fortunatamente non esiste: le gare d’appalto non sono state neppure bandite. Dunque non c’è nulla da completare. Alcuni sognano di salire un giorno a bordo del mirabolante supertreno, ma purtroppo, escludendo che i Sì Tav si considerino merci, resteranno mestamente a terra anche se l’opera venisse realizzata. Chi volesse invece raggiungere ad alta velocità Parigi o Lione da Milano o da Torino, può montare sul comodo Tgv, che dalla notte dei tempi percorre rapidamente quella tratta. Ma i nostri eroi strillano contro l’“isolamento dell’Italia” e per il “collegamento con l’Europa”, evidentemente ignari dell’esistenza del Tgv da e per la Francia, dei treni veloci da e per la Svizzera e così via.
    Ora servono sulla carta un’altra quindicina di miliardi, che poi nella realtà salirebbero a 20-25 (le grandi opere in Italia lievitano in media del 45%). È questa la “decrescita infelice”, non quella di chi si oppone a un’opera ad altissima voracità e a bassissima occupazione. E chi vaneggia di “penali da pagare” o di “fondi europei da restituire” o “da non perdere” ignora che la parola “penale” non compare in alcun contratto o accordo con la Francia, con l’Ue o con ditte private. L’Italia, sul suo tracciato, può fare ciò che vuole. Recita la legge 191/2009: “Il contraente o l’affidatario dei lavori deve assumere l’impegno di rinunciare a qualunque pretesa risarcitoria eventualmente sorta in relazione alle opere individuate… nonché ad alcuna pretesa, anche futura, connessa al mancato o ritardato finanziamento dell’intera opera o di lotti successivi”. Quanto all’Ue, finanzia solo lavori ultimati: se il Tav non si fa più, l’Italia non deve restituire un euro. Ora però le nostre disinformate madamine si sono montate la testa: chiedono udienza al Quirinale, danno ordini alla sindaca Appendino e al governo Conte, come se 25mila persone in piazza contassero più dei 10.935.998 italiani che hanno votato per i 5Stelle (No Tav) nel 2018 e dei 202.754 torinesi che nel 2016 hanno eletto la sindaca No Tav Chiara Appendino contro il Sì Tav Piero Fassino. Invece i No Tav, che negli anni hanno portato in piazza ora 40 ora 50mila persone, non se li è mai filati nessuno. A parte, si capisce, i manganelli della polizia.

  • agbiuso

    Novembre 10, 2018

    Una analisi esatta e civile contro il malaffare reazionario.

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    Manifestazione sitav: è andata come previsto, ma sappiate che state giocando in difesa
    NoTav.info 10.11.2018

    La manifestazione sitav è andata come doveva andare: numeri alti come annunciato, cronache giornalistiche cotonate, un’ora di discorsi mirabolanti e tutto nei tempi prestabiliti, dalle 11 alle 12 e poi tutti a casa belli soddisfatti.

    Dal Pd a Forza Italia, passando dai sindacati a Forza Nuova, con lo sponsor esplicito di tutti i quotidiani (Repubblica menzione speciale) e di associazioni di imprenditori della torino bene hanno riempito la piazza dei tanti capelli bianchi, dei giubbotti firmati, dei tanti che non possono accettare che le cose vadano in maniera diversa di come sono sempre andate.

    Trovarsi di colpo a veder sottratto quel gioco, composto da politica/affari/favori/conoscenze, che ha foraggiato la crescita del “Sistema Torino” in tutti questi anni meritava una difesa bella compatta, veloce ed esplicita.

    A questo, si somma il livore verso i 5 stelle ed ecco il capolavoro odierno: SITAV per non far affondare la città, SITAV per far andare Torino avanti.

    Un racconto di parte, in una posizione di difesa che poche volte avevamo visto. Si perché di difesa stiamo parlando, di rimessa come si direbbe in gergo calcistico, perchè questa volta, cari e care, siamo noi a giocare in attacco!

    Penserete mica che ci spaventiamo o ci deprimiamo per piazza Castello piena? L’abbiamo riempita così tante volte che non ci stupisce nemmeno un pò, anche perchè lo abbiamo fatto sempre con tutti contro, con cronache giornalistiche tese solo a disincentivare la partecipazione e poi a ridimensionarla appena terminata.

    E c’è una cosa in più diversa dal solito: questa è la manifestazione di una piccola parte di persone che difende un suo interesse particolare, parziale ed esplicito. Sì perchè il nostro NOTAV parla un linguaggio comune, non difende interessi di categoria, non cerca nuove garanzie.

    Il NOTAV parla di futuro per tutti e tutte, di denaro pubblico da ri-distribuire, di possibilità di lavoro diffuse, di sicurezza quotidiana per tutti, da Torino a Palermo.

    Per questo non siamo preoccupati, anzi siamo ancora più positivi perchè ci piace il fermento che avvertiamo e avremo più occasioni per dire la nostra, e da qui all’8 dicembre, anche senza il favore dei nostri giornali, state tranquilli, lo faremo con un sorriso.

  • agbiuso

    Novembre 1, 2018

    “In occasione del voto di una mozione del comune di Torino in cui si ribadisce la contrarietà della giunta alla realizzazione dell’opera, si tenta la solita messinscena rilanciata a reti unificati da Stampa e Repubblica. Tutti i corpi intermedi che sentono mancarsi la terra sotto i piedi rispondo presenti. Confcommercio, Confindustria, Confesercenti, Confartigianto, Amma, Confapi. Ma anche CGIL, CISL, UIL. E poi +Europa con la Bonino e i radicali. Si aggiungono, nel tripudio giornalistico, anche l’ordine dei notai, degli avvocati e dei commercialisti. A capitanare la truppa della clientela ci sono Forza Italia e il PD, ovviamente uniti nella lotta”.
    Qui il documento integrale del Movimento NoTav: La marcia dei 4 gatti

  • agbiuso

    Settembre 5, 2018

    Condivido per intero le domande e le questioni poste dalla
    Lettera aperta del Movimento No Tav al Governo

  • agbiuso

    Luglio 31, 2018

    «Pubblichiamo qui di seguito un ottimo articolo pubblicato da il Fatto Quotidiano e scritto da Marco Travaglio che ben riassume lo stato dell’arte delle discussioni in corso sul tema Tav e soprattutto fa un punto, chiaro ed inequivocabile, sulle tante false notizie che si leggono su altri quotidiani main stream. Buona lettura!»
    Così il sito Notav.info presenta un articolo dal titolo Alta Voracità, uscito il 31.7.2018 su il Fatto Quotidiano.
    Travaglio fa infatti con grande chiarezza il punto sulla miriade di menzogne che la stampa formula sul Tav, sulla «propaganda terroristica del partito-ammucchiata Calce& Martello, che affratella la “sinistra” di scuola Marchionne (il Pd dei Chiamparini), FI, Lega, triade sindacale, Confindustria, coop bianco-rosse e mafie varie».

    Qui il link all’articolo: Alta Voracità

  • agbiuso

    Luglio 24, 2018

    Spero che sul TAV il ministro Toninelli e l’intero Governo Conte abbiano e mantengano le idee chiare: è un progetto che va semplicemente ritirato ed eliminato, a favore delle finanze pubbliche, dell’ambiente, del popolo della Val Susa, della decenza.

  • agbiuso

    Maggio 31, 2018

    Sul manifesto del 31.5.2018 Livio Pepino fa chiarezza sul profluvio di sciocchezze e bugie (finanziarie) diffuse da parte di chi continua a difendere il TAV.

    Dalla penale ai fondi europei, le fake news non salvano il Tav

    Versione in pdf

  • agbiuso

    Febbraio 19, 2018

    Miliardi di regalati alla Ndrangheta amica del Partito Democratico, dati scientifici presentati dal movimento notav ignorati, un territorio sventrato, un popolo criminalizzato. Ma i banditi sono loro, questi partiti e questo governo.

  • agbiuso

    Settembre 3, 2016

    Parte il No Tav Tour per dire No al Referendum e mandare via Renzi!

    A breve verrà fissata la data per il referendum costituzionale che si terrà nei prossimi mesi.
    Renzi ed il suo entourage hanno lanciato da tempo una sfida a tutti coloro che chiedono dei veri cambiamenti e per un governo particolarmente allergico alle elezioni, questo momento diventerà cruciale.

    Come tutti e tutte sappiamo si voterà per diverse modifiche al funzionamento delle Istituzioni e del documento fondamentale del nostro ordinamento giuridico, ovvero la Costituzione.

    Dietro ad una fantomatica riforma utile allo snellimento delle istituzioni, nella realtà, Renzi intende dare un colpo decisivo alla democrazia (già molto malmessa) del nostro Paese, eliminando diritti e garanzie rappresentati dalla Costituzione, per assicurarsi più potere decisionale e levare il maggiore intralcio al suo operato: la volontà del popolo e delle comunità locali.

    Non servono parole per narrare il disastro che in pochi anni questa classe politica è riuscita a fare.

    La vita che ogni giorno viviamo con le sue difficoltà sempre maggiori ne è la conferma.
 Fermarli è necessario, e sebbene lo strumento del voto non sia l’unico ed esaustivo, intendiamo organizzarci con quanti hanno a cuore il futuro di tutti e tutte, mobilitandoci contro questo governo che non ci rappresenta e mai rappresenterà tutti coloro che hanno a cuore i propri territori e la vita di chi li vive.

    La nostra lotta su un NO al Tav chiaro ed esplicito si è resa riconoscibile a tanti, un NO forte ed includente, ed anche questa volta crediamo che dire NO alle riforme di Renzi significhi dire che non vogliamo le grandi opere inutili come la Torino-Lione e che vogliamo delle piccole opere utili.
    Un NO che sposti gli investimenti sulla messa in sicurezza dei territori e che non ci faccia piangere ad ogni terremoto o evento naturale come una pioggia di troppo.
    Un NO alle decisioni di pochi che vogliono salvare le banche e che allo stesso tempo girano le spalle ai piccoli risparmiatori truffati da queste con investimenti pericolosi e inutili.
    Un NO che non si limita al voto, ma che deve essere capace di vivere nelle lotte e nei conflitti di questo Paese malandato, ma che in momenti importanti ha saputo rialzare la testa con estrema dignità. La dignità di chi non si rassegna e lotta per il proprio futuro.
    Un NO “sociale” e dal basso, detto con forza non solo da chi non vive bene e soffre, senza lavoro, futuro e prospettive ma anche da chi, pur riuscendo ancora ad arrivare dignitosamente alla fine del mese, non accetta questo massacro della scuola, della sanità, delle pensioni e della ricerca.
    Un NO per i partigiani che con il loro sudore e il loro sangue si sono ribellati e sono morti per scriverla questa Costituzione, dove i diritti e le persone sono la stessa cosa, presa di mira dai vari aspiranti padrini di stato fin dalla sua emanazione.

    Ci sentiamo quindi di dirlo in modo chiaro, dalla nostra Valle e con il nostro movimento No Tav, un NO per tutti, contro le grandi opere inutili e imposte, contro le banche e i banchieri internazionali, contro Renzi e il suo governo.
    Per questo partiremo con un tour per il Paese, sperando d’incontrare sulla nostra strada uomini e donne pronti a prendere in mano il proprio presente, per garantire un futuro dignitoso alle future generazioni, per tutti e tutte.

    Invitiamo tutte e tutti ad un momento di assemblea nazionale, dopo la due giorni svoltasi a luglio in Valsusa, presso l’Università Sapienza di Roma che si terrà il 1 ottobre e decidere così insieme le prossime tappe di questo percorso.

    Il Movimento NO Tav

  • In carcere per una tesi di laurea - agb

    Giugno 24, 2016

    […] Corea del Nord? In Cina? In Turchia? No, è accaduto in Italia, Paese nel quale chi si oppone all’insensato e criminogeno progetto TAV Torino-Lione rischia molto, che si tratti di Erri De Luca o di Roberta. Per fortuna stavolta il mondo accademico […]

  • agbiuso

    Giugno 22, 2016

    Tutta la mia ammirazione per questi cittadini anziani che resistono a un potere che li vorrebbe servi

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    Arriva il pugno duro sulla Torino No Tav
    di Maurizio Pagliassotti, Il Manifesto, 22 giugno 2016

    Nicoletta Dosio ha sessantotto anni. Ex docente di italiano e latino presso il liceo scientifico Norberto Rosa di Bussoleno, è una delle fondatrici del movimento No Tav.. Da sempre un volto noto della lotta, per il coraggio che dimostra ad essere sempre in prima fila, nonostante il passare degli anni. Ieri è stata arrestata, insieme ad altri tre ultrasessantenni:
    con loro altre diciannove persone hanno subito misure restrittive (tra arresti e obblighi di firma dalla polizia). Un’operazione massiccia, che dimostra la ferrea volontà della Procura di Torino di mantenere ben salda la barra sulla linea della tolleranza zero.

    Il tunnel geognostico – un buco in una montagna che dovrebbe fungere come servizio a un successivo buco nella montagna, il famoso tunnel di base – avanza con estrema calma, il cantiere ricorda più un proscenio teatrale, il progetto definitivo latita, costi definitivi ignoti. Nonostante questo situazione singolare permane una pressione giudiziaria fuori scala.

    Questa volta l’affondo giudiziario tocca una dimensione simbolica potente del movimento: gli anziani. Il mosaico umano che compone i quaranta chilometri della Val Susa che si oppongono alla costruzione della ferrovia per il super treno, riconosce la sacralità dei suoi «vecchi». Perché sono coloro che da sempre più si espongono, perché non hanno indietreggiato di un passo durante la ventennale lotta, perché hanno sempre curato gli aspetti logistici e umani con dedizione certosina.

    Ieri, Nicoletta Dosio, ha rifiutato l’obbligo di firma. Una misura cautelare enigmatica, probabilmente frutto di una valutazione ferrea del codice penale, perché di questa anziana signora tutto si può pensare tranne che scappi. La sua vita, come quella degli altri arrestati, è in val Susa e ruota intorno al cantiere di Chiomonte che mai abbandonerebbe.

    Dopo una perquisizione presso l’osteria che gestisce con il marito Silvano, ha dichiarato con parole ferme e tono calmo: «Che sia chiaro, io non accetto di andare a chiedere tutti giorni a chiedere scusa ai Carabinieri, non accetterò che la mia casa divenga la mia prigione. Quindi decidano loro, tanto la nostra lotta è forte, lottiamo per diritto di tutti a vivere bene. Lottiamo non solo per la nostra valle, ma per un mondo vivibile è più giusto. Noi non abbiamo paura, non ci inginocchiamo: quindi io a firmare non ci vado, e non rimango nemmeno chiusa in casa. Siamo nati liberi e uguali, e liberi e uguali rimaniamo».

    Un gesto di resistenza pacifica, che potrebbe quindi aprirle le porte del carcere.
    Con lei un’altra figura storica del movimento subisce provvedimenti restrittivi, la settantunenne Marisa Meyer, e altri due ultra sessantenni.

    La «retata», che giunge dopo l’elezione a sindaca di Chiara Appendino a Torino, dichiaratamente Notav e assidua partecipante dei cortei che si sono succeduti negli anni, fa riferimento alla manifestazione di un anno fa, quando un imponente corteo circondò il cantiere di Chiomonte. Alcuni manifestanti raggiunsero i cancelli della centrale elettrica, punto di controllo e accesso presidiato costantemente dai militari, e qui furono respinti da un fitto lancio di lacrimogeni.

    Qui secondo la magistratura avrebbe lanciato sassi, attaccato funi ed esploso ordigni. I capi di imputazione sono: resistenza aggravata, lesioni personali ed esplosioni di ordigni con la finalità di turbare l’ordine pubblico». Cosa si intenda per «ordigno» non è chiaro, probabilmente petardi rumorosi e fumogeni colorati, atti a fare confusione. Il cantiere non subì alcun danno serio.

    Il movimento, riunitosi in una affollata assemblea a Bussoleno, collega l’operazione giudiziaria alla caduta degli ultras torinesi del Tav, in primis del sindaco Piero Fassino: «Un post elezioni che si carica di ulteriori significati politici nella città di Torino e in Valsusa.

    Con un’operazione già pronta sicuramente da giorni, il pm Rinaudo e i suoi amici della questura hanno deciso di attendere l’esito del ballottaggio e la caduta del partito amico, il Pd, prima di scaricare la loro ennesima azione intimidatoria». La notorietà delle persone arrestate, e l’annuale distanza cronologica dagli eventi oggetto dell’inchiesta, appaiono singolari.

  • agbiuso

    Giugno 20, 2016

    Dal sito notav.info: Torino ha un sindaco No Tav

    Torino ha un sindaco, anzi una sindaca notav: Chiara Appendino.
    All’ 1.40 di questa notte una bandiera No Tav viene calata dal balcone del Comune di Torino mentre altre, a decine, sventolano in piazza Palazzo di Città.
    Questa immagine suggestiva ci restituisce, parzialmente, la potenziale portata dell’esito delle amministrative cittadine, con il PD e il sistema torino che fanno le valigie dopo decenni di dominio incontrastato e cedono il passo ad una nuova forza politica.
 Inutile dire che vedere le piaghe dell’amarezza sul volto di coloro che per decenni a Torino hanno sostenuto la costruzione della Torino-Lione e ci hanno combattuti con tutte le forze in loro possesso è un qualcosa che, oggi, ci fa ridere di gusto.
    Sappiamo bene come il Tav, e tutta la politica delle grandi opere inutili, sia un meccanismo di profitto sostenuto dal governo, ancora in mano a Renzi e al Partito della Nazione, ma i segnali che arrivano dalle altre città d’Italia fanno sperare che il meccanismo si stia finalmente inceppando e che, prima o poi, si apriranno decisivi spazi di cambiamento.
    Siamo anche consapevoli che, in quanto movimento No Tav, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, il movimento popolare, e a lottare senza fare mai un passo indietro, forti di tutta l’esperienza che abbiamo accumulato e attenti a tutto quello che ci si muove intorno, non rinunciando a nessun campo di battaglia ci si presenti.
    A chi ci critica per sport diamo un contentino, ribadendo anche in questo caso che la nostra lotta non ha mai dato deleghe a nessuno ( e mai lo farà), e che la nostra bandiera ha impresso il lungo percorso fatto con le mille anime del nostro movimento e ci ricorda, oggi come ieri, che la strada da fare è ancora lunga, in salita e faticosa.
    Vedremo se Torino uscirà, alla luce del voto, fuori dall’osservatorio, anzi lo auspichiamo.
    Il nuovo sindaco ha dichiarato poche ore fa che andrà alla prima riunione del tavolo con le ragioni del No e dopodiché la città uscirà dall’Osservatorio.
    Ci aspettiamo che Torino dica chiaro che non investirà, nè economicamente nè politicamente sul Tav, e saremo pronti a gioire per ogni segno di discontinuità rispetto al passato, ma anche pronti a contrastare tutto ciò che invece manterrà il sistema di potere.
    Se i nuovi eletti nel torinese sapranno mantenere la “barra dritta”, personaggi come Foietta e Virano, piangendo lacrime amare, dovranno ragionare su una Torino-Lione che alla luce dei governi della valle, si trasforma sulla mappa in una Milano-Sant’Antonino di Susa-Lione (con una Francia tutt’altro che determinata a dare priorità all’opera).
    Esposito, prima assessore a Roma poco prima delle elezioni e dirigente del PD Torinese, ha mostrato il suo volto triste e dimesso in televisione…fa quasi pena, ma non lo consoleremo.
    Martedì in assemblea popolare al Palanotav ci ritroveremo per organizzare un’altra importante estate di lotta che ci vedrà impegnati a contrastare il cantiere e a immaginarci un autunno conflittuale.

    Noi siamo fatti così.
    Avanti No Tav!

  • agbiuso

    Aprile 10, 2015

    Analisi chiara e plausibile.

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    Così vogliono spazzare via ogni antagonismo
    di Andrea Lodato, 10.4.2015

    Alle tante letture sul caso della Diaz di Genova e della caserma Bolzaneto, sulle violenze contro i ragazzi che manifestavano a Genova (ma anche su quelli che manifestano in questi mesi e che si vedono accusati di reati sempre più gravi e surreali), mancano, forse, un paio di considerazioni. O ce le siamo perse per strada. Quella notte di violenza, quelle torture, quel sangue versato di ragazzi che non c’entravano nulla con la devastazione di Genova, con i Black block e con le tute nere, non fu nè gratuita, nè casuale, nè frutto di una ritorsione dopo la beffa che le forze dell’ordine avevano subito dai Black block in giro per le strade di Genova. Non fu nemmeno l’eccesso di uno o più reparti mobili, quello di Canterini in testa, che avevano voglia di menar le mani e far sanguinare e piangere le zecche, i figli di papà, i sinistroidi, i comunisti.

    Non fu questo, non fu quello, non solo questo o quello. Dietro quella notte di violenza, dietro le manganellate divise con furia e senza apparente motivo, dietro le umiliazioni fatte subire a quei ragazzi, alle ragazze, ai ragazzini c’è una strategia precisa, inequivocabile, drammaticamente chiara. E’ vero, le forze dell’ordine non picchiarono i violenti, ma i non violenti. Perchè? Perchè i violenti, violenti davvero, erano poche centinaia, irriducibili, inguaribili direbbero i medici di regime, pronti, eventualmente, anche a prenderle dopo averle date, ma sicuri, per lo più, di farla franca.

    Perchè la strategia del sistema, e non solo in Italia, è chiarissima: botte a chi riempie le piazze e, quindi, legittima, alla fine, anche l’azione dei violenti, dei contro sempre e comunque. Spaventare i ragazzi che lottano per un’idea, terrorizzare le famiglie, fare in modo che la prossima volta tanti penseranno che sia meglio restarsene a casa, al sicuro. Perchè, hanno detto e stanno ripetendo anche in questi giorni tanti, le botte le prendono i non violenti. Ed è loro che lo stato vuole isolare, vuole disincentivare, vuole costringere alla resa. Isolare, ridurre l’area del “pensiero altro”, dell’antagonismo, fare vedere macchine bruciate, vetrine sfondate, motorini distrutti e dire: vedi cosa fanno i cattivi. E le botte, poi, le danno a te. Strategia di regime. Quella notte alla Diaz prima e alla caserma di Bolzaneto dopo non accadde nulla di casuale, nulla di eccessivo, nulla di estremo. Fu un messaggio chiaro, a futura memoria: non rompete i coglioni a chi garantisce ogni giorno il vostro stare bene (ma ‘sti cazzi…), restatevene buoni a casa. Se qualcuno avesse voglia di allargare anche lo scenario di interpretazione, aggiungerei che qualcosa di molto simile sta accadendo da anni con il Movimento ultras negli stadi). L’antagonismo fa male a chi lo fa, chi lo subisce ha sempre un’arma con cui risponderti. Ma, forse, ieri come oggi, i conti sono stati fatti ignorando che rabbia, coraggio, spirito di lotta, solidarietà sono più forti di tutti i violenti.

  • agbiuso

    Marzo 22, 2015

    Quale pena meritano questi corrotti? Quale pena merita il governo del Partito Democratico – Nuovo Centrodestra?

    Lupi, Incalza e l’alluvione di Genova

  • agbiuso

    Febbraio 17, 2015

    Il TAR dà ragione ai comitati che si oppongono al pericoloso sistema MUOS in Sicilia.

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    Con la sentenza n. 461 del 2015 il TAR di Palermo ha accolto i ricorsi proposti contro l’installazione del MUOS a Niscemi.

    Il Tribunale Amministrativo ha, infatti, ha dichiarato che le “revoche” delle autorizzazioni operate dalla Regione Siciliana nel marzo 2013, erano da qualificare come annullamenti in autotutela con effetto definitivo. Inefficace, quindi, la successiva revoca delle revoche del 24 luglio. Il TAR, ha poi rigettato i ricorsi proposti dal Ministero della Difesa contro i suddetti annullamenti, ritenendo che la regione avesse ben operato nell’annullare le autorizzazioni stante che tutte le perizie esperite in corso di causa dimostrano come l’impianto sia rischioso per la salute e per il traffico aereo degli aeroporti di Comiso, Sigonella e Catania.

    Poiché l’annullamento opera con effetto “ex tunc” come se le autorizzazioni non siano mai venute in essere, i lavori compiuti dalla Marina Statunitense sono da considerare integralmente abusivi in quanto iniziati e proseguiti in assenza di autorizzazioni. Anche l’ultrattività delle autorizzazioni paesaggistiche prevista dal “Decreto del Fare” non ha efficacia nel caso in questione posto che i lavori erano stati interrotti prima dell’entrata in vigore della norma e, comunque, erano privi di valida autorizzazione. Ora le amministrazioni coinvolte dovranno dare esecuzione alla sentenza del TAR e i Comitati NO MUOS sono pronti a diffidare tutti gli Enti interessati affinché non vi siano defezioni.

    Grande soddisfazione esprime il Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS che ha creduto sin dal primo momento in questa battaglia e che evidenzia come questa sentenza dia ragione a tutti quegli attivisti che in questi anni si sono battuti per evitare che i lavori abusivi andassero avanti. Gli attivisti e i comitati, pagando il prezzo di denunce e sanzioni, hanno tenacemente portato avanti una lotta dal basso per difendere il territorio e la salute della popolazione messi in pericolo da un impianto di guerra, del quale è stata più volte denunciata anche l’incostituzionalità. La sentenza di oggi riaccende le speranze di tutti coloro che credono nella Sicilia come ponte di pace e non come avamposto di guerra.
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    Fonte: Comunicato stampa dei legali No Muos

  • agbiuso

    Febbraio 13, 2015

    Mentre la sanità agonizza; mentre Scuole e Università vengono strangolate; mentre i servizi decadono, la follia del TAV brucia miliardi su miliardi.
    Questi criminali del Partito Democratico e del Nuovo Centrodestra sono dei folli. Andrebbero sradicati.

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    IL GOVERNO VALUTA UNA MODIFICA PER METTERE FUORIGIOCO IL MOVIMENTO ANTI-TUNNEL: ADDIO AL CANTIERE DI SUSA, SI SCAVERÀ SOLO A CHIOMONTE (CHE È DIFFICILE DA ATTACCARE) TEMPI RAPIDI

    Il Cipe dovrà decidere nei prossimi giorni sulla variante proposta dalle Infrastrutture, in tempo per l’ultimo accordo con la Francia COSTI IMPAZZITI L’accordo di programma tra Stato e Rfi sancisce che l’Italia spenderà 7,7 miliardi (rispetto alle stime 2,3 in più). Prezzo totale: 13 miliardi

    Fonte: Il Tav va in montagna. Altri 250 milioni per evitare proteste.

  • agbiuso

    Gennaio 27, 2015

    No Tav e vendetta di stato: 140 anni di condanne
    NoTav.info, 27.1.2015

    Si è consumata oggi nell’aula bunker del Carcere delle Vallette la vendetta dello stato ai danni del Movimento No Tav.

    Il tribunale di Torino, per voce del giudice Bosio, ha condannato 47 dei 53 No Tav a più di 140 anni complessivi di galera e ad un risarcimento che supera il centinaio di migliaia di euro, per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011. In tutto sono 6 gli assolti.

    Questa sentenza conferma per molti dei No Tav le richieste dell’accusa e per altri la pena addirittura supera quella richiesta dalla Procura.

    Confermate quindi le accuse per i reati di lesioni, danneggiamento e violenza con minaccia a pubblico ufficiale e vengono riconosciute le aggravanti per utilizzo di armi, lancio di corpi contundenti, travisamento, lancio di pietre, bombe carte e raggi di segnalazione. Le pene sono più alte per i fatti del 3 luglio rispetto a quelle del 27 giugno.

    Condanne pesanti quindi, che vanno a confermare il teorema accusatorio di una Procura che ha dettato regole e modi del processo al Tribunale il quale, assolutamente passivo e asservito ai poteri in gioco, ha permesso che tutta una serie di forzature e intimidazioni ai danni dei testimoni avvenissero, senza battere ciglio. Il giudice Bosio aveva voglia di andare in pensione e chiudere la carriera assecondando i soliti noti (potenti,amici dei potenti e amici suoi) e così ha fatto.

    Un regalo che viene chiaramente fatto all’oramai pensionato Caselli ex-procuratore capo di Torino e ideologo di questa persecuzione ai danni del movimento No Tav. Tutta la sua corte, e quella che lui serve da una vita, saranno pronti a dire che avevano ragione e che giustizia è stata fatta (dopo tutte le batoste che si sono presi in quest’ultimo anno). Volevano una condanna pesante per poter agitare ancora una volta il feticcio del Nemico Pubblico No Tav ma si sa, la credibilità agli occhi dei più se la sono oramai giocata da un pezzo e noi la nostra strada non abbiamo mai smesso di percorrerla, dimostrando che abbiamo ragione da vendere e loro torto marcio.

    Quasi due anni di processo con udienze a cadenza settimanale e la chiara volontà di sanzionare una volta per tutte le pratiche di lotta che il movimento ha saputo rendere patrimonio comune in questa valle, questo è il significato di questo procedimento che oggi si è andato a concludere.

    Consapevoli di questo da subito abbiamo fatto uscire la nostra voce da quelle quattro mura spoglie sempre presidiate da ampi contingenti di forze dell’ordine, e lo abbiamo fatto a modo nostro, tutti insieme.

    Abbiamo raccontato la storia del nostro movimento, con estremo orgoglio ed emozione, ripercorrendo quei giorni di lotta a partire dal 27 giugno 2011, quando in centinaia difendemmo la Libera Repubblica della Maddalena fino ad arrivare al 3 luglio, giorno in cui in decine di migliaia si è tornati in Clarea per assediare il fortino tirato su, alla bene e meglio, dai solerti servi dello stato.

    In questi anni abbiamo continuato a ripercorrere quei sentieri, continuando a praticare la lotta nelle forme più disparate, adeguandoci al nemico che nel frattempo al posto del “fortino” ha costruito una caserma militare vera e propria.

    Gli imputati e le imputate sono stati forti e coraggiosi per tutta la durata del processo, non si sono fatti intimidire ed insieme hanno affrontato quell’aula abitata da miserabili figure, senza fare un passo indietro anche a fronte delle più ardite minacce.

    Questa condanna oggi viene data al Movimento No Tav tutto, perché dopo decenni ancora non abbassiamo la testa e continuiamo a lottare, forti della ragione e della volontà (mai negoziabile) di difendere la nostra valle e le nostre vite.

    E’ la vendetta della stato alla nostra Resistenza e alla testardaggine che continuiamo a dimostrare, mettendo in discussione un sistema corrotto e ingiusto.

    Ripartiamo da qui, senza alcun rimorso!

    Solidarietà a tutti i condannati!

    Ci vediamo alle 18 a Bussoleno, di fronte al negozio di Mario il barbiere (a pochi metri dalla stazione).

    ps: in questo momento i No Tav stanno improvvisando un blocco di fronte al tribunale delle Vallette. Dalla serie…non ci fermerete mai!

  • agbiuso

    Gennaio 26, 2015

    Un popolo violentato e derubato ha dovuto anche pagare chi contribuisce alla violenza e al furto. Mi ricordo della parole attribuite a Solone: “Le leggi sono come le ragnatele, gli insetti grandi le rompono, quelli piccoli ne vengono catturati e divorati”.
    Sono orgoglioso di aver dato anch’io il mio piccolo contributo a questa causa davvero democratica.

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    Abbiamo DOVUTO pagare LTF
    di Loredana Bellone, Alberto Perino e Giorgio Vair, NoTav Info, 26.1.2015

    –Dopo che in primo grado il tribunale di Susa ci aveva condannato a pagare a LTF 191.966,29 euro più le spese legali per 22.214,11 euro + iva e annessi e connessi, dopo che LTF aveva registrato la sentenza con un ulteriore aggravio di spesa di 5.759,00 euro raggiungendo così la somma complessiva di € 220.802,82 a carico di Loredana Bellone, Alberto Perino e Giorgio Vair, con i nostri avvocati abbiamo fatto ricorso in Corte d’Appello chiedendo la sospensiva del pagamento in attesa della sentenza di secondo grado (senza troppe speranze vista la giurisprudenza consolidata). Purtroppo prima di Natale è arrivato il verdetto della Corte d’Appello che ha rigettato la richiesta di sospensiva.

    A questo punto LTF ha preteso il pagamento della somma dovuta.

    Sentiti anche i legali, per evitare l’iscrizione di ipoteca sulle nostre case di abitazione con conseguenti ulteriori notevoli spese, visto che la generosissima dimostrazione di solidarietà che tutti i NO TAV ci avevano dato ci ha permesso, non solo, di raggiungere la somma richiesta da LTF ma giungendo ben oltre in modo da poter affrontare con serenità le spese per gli ulteriori gradi di giudizio, abbiamo DOVUTO pagare LTF consegnando al loro studio legale l’assegno che riportiamo in calce.

    Non abbiamo parole per ringraziare tutte e tutti della generosità, dell’affetto, della vicinanza che hanno avuto nei nostri confronti. In particolare vogliamo ringraziare tutte e tutti quelli che si erano autodenunciati dicendo: QUELLA NOTTE C’ERO ANCH’IO e che non sono stati presi in considerazione nella sentenza di condanna.

    Le somme non utilizzate per questa causa confluiscono nel fondo per le spese legali NO TAV, che ricordiamo continua ad essere incrementato dalla generosità del popolo NO TAV.

    Neanche un centesimo è stato richiesto o versato ai legali che ci hanno patrocinato con professionalità, competenza e generosità. A loro la nostra riconoscenza e il nostro GRAZIE più sincero.

    Grazie ancora a tutte e tutti. Un’ abbraccio.
    Loredana, Alberto, Giorgio.

    p.s.: Un grazie particolare va rivolto al Blog di Beppe Grillo che per ben due volte ci ha permesso di veicolare in tutta Italia la nostra richiesta di aiuto.

  • agbiuso

    Gennaio 25, 2015

    Chi ha ucciso la Torino-Lione?
    di Luca Giunti – NoTav info, 25.1.2015

    Durante l’incontro di mercoledì scorso a Roma il ministro Lupi ha garantito categoricamente ai Sindaci valsusini: “La Torino-Lione si farà. Punto. Non è più in discussione. E’ irreversibile, in avanzato stato di realizzazione” (frase testuale al minuto 71’ e 30” “stato di avanzamento di realizzazione”).
    […]
    Allora, di questi benedetti tunnel, cosa è stato scavato al 21 gennaio 2015 (giorno della dichiarazione del ministro)? Zero. Cosa sarà scavato in questo 2015 appena iniziato? Zero. Cosa ha raggiunto, almeno, la progettazione definitiva, necessaria per chiedere il finanziamento all’Europa o per bandire gli appalti? Zero. Niente sul lato italiano e ancora meno su quello francese. Le uniche opere che, benevolmente, possiamo concedere al ministro sono tre cunicoli di servizio finiti in Francia nel 2010 e un pezzetto di quello italiano, a Chiomonte, arrivato a 2 km sui 7,5 previsti. Totale: 11 km, una miseria, tanto che gli stessi proponenti nemmeno li disegnano sulla cartina. Meno del 6% della lunghezza finale dei veri trafori, i quali a loro volta, come visto, sono 2/3 dell’intera linea Torino-Lione.
    E di tutto il resto, ovviamente, non c’è traccia. Nemmeno dei soldi per farla, figuriamoci dei lavori. Una situazione desolante, altro che “avanzato stato di realizzazione”. Povero ministro. Deve avere avuto un lapsus. Voleva dire “avanzato stato di decomposizione”. Su questo, concordiamo. La Torino-Lione è morta. E’ ora di farle l’autopsia per individuare gli assassini. Chi l’ha uccisa?

  • agbiuso

    Gennaio 15, 2015

    #Nujautri i soma tüti Francesca
    dal sito Notav.info

    Solidarietà con Francesca Frediani

    Nella giornata del 13 gennaio il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato un Ordine del giorno contro il Consigliere del M5S Francesca Frediani, rea, secondo i promotori dell’iniziativa, di aver partecipato ad un goliardico tiro al canestro, organizzato dal Movimento No TAV il 6 gennaio scorso, in piazza Castello a Torino. Era un ironico gioco, con il quale ci si faceva burla di alcune figure istituzionali; e senza offendere il sentimento religioso di alcuno, se non forse quello degli adepti del dio della Torino-Lione.

    Ci piacerebbe sapere, dagli ideatori e sostenitori di questa farsesca presa di posizione contro Francesca Frediani, che cosa intendano per libertà di satira, assunta con enfasi -da destra a manca- come “libertà di espressione”, di cui molto si parla e con tutta evidenza spesso a sproposito ci si vanta in questi giorni, dopo i gravi fatti accaduti in Francia.

    Ci chiediamo anche se il Consiglio regionale del Piemonte non abbia temi più pressanti ed importanti di cui occuparsi, tra i quali per esempio le accuse di truffa ad altri Consiglieri, il problema della disoccupazione dilagante, della sanità, del territorio, e a lungo via elencando.

    Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al Consigliere Frediani e condanniamo l’atto tragicomico dell’istituzione piemontese.

    15/01/2015

    Movimento No Tav

  • agbiuso

    Dicembre 24, 2014

    NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE…OCCIDENTALE

    Remarque ha scritto un libro fondamentale per condannare la guerra e tutti i suoi orrori. Primo tra questi, la propaganda. Una classe di studenti neanche ventenni viene persuasa ad arruolarsi dai propri insegnanti e dalla pubblica esaltazione. Moriranno tutti, prendendo man mano coscienza delle vere ragioni di ogni guerra: interessi e potere.
    Il romanzo e il suo titolo tornano in mente in questi giorni.
    La Torino-Lione mostra crepe sempre più larghe. I costi, i ritardi, le incertezze, l’inutilità e la vecchiaia dell’opera sono ormai evidenze riconosciute. Eppure una propaganda monocorde non smette di esaltarla come irreversibile, progressista, strategica. Una settimana fa la Corte d’Assise di Torino ha stabilito che quattro persone hanno danneggiato un macchinario ma non sono terroristi. Accidenti. La gente potrebbe pensare che le loro ragioni sono altre. Che sono sempre le stesse da un quarto di secolo. Il TAV è devastante per la salute e le finanze pubbliche, è superfluo e drogato, è giustificato soltanto da brame di potere e da interessi indicibili. Ogni nuovo cittadino che ne diventasse consapevole sfilerebbe un altro mattone dal muro sempre più traballante. Non si può permettere. Occorre rimediare, perbacco. Come?
    Puntuale, il terrorismo sepolto dai giudici risorge negli “attentati” ai treni e nelle parole ministeriali. Centraline bruciate, molotov abbandonate, scritte apocrife. Pubblica condanna, preoccupazione per l’escalation, rimproveri ai cattivi maestri. Uffa. Il copione è vecchio ma è l’unico disponibile. E’ comodo, è pronto, è oliato, perché è stato rappresentato tante volte. Il Potere lo conosce benissimo. Da sempre usa paura e distrazione per nascondere la sua vera faccia. E, con i massmedia conniventi, sovente ci riesce. Quando poi la maschera cade, si affretta a condannare poche mele marce per coprire il marcio dell’intero sistema.
    Allora, sia ben chiaro che non c’è nulla di nuovo sul fronte occidentale. La differenza con il romanzo è che la nostra coscienza si rafforza sempre più ma, contrariamente a Bäumer e Kat, siamo belli vivi. Non si può dire lo stesso per Lupi e Virano.

    Luca Giunti

  • agbiuso

    Dicembre 18, 2014

    I #NoTav non sono terroristi: difendono la loro terra

    “Ieri mattina la Corte di Assise ha assolto i 4 No Tav Claudio, Niccolò, Chiara e Mattia dall’accusa di terrorismo e attentato alla vita. Tale accusa, totalmente fantasiosa ed esagerata, non stupisce in uno Stato come il nostro dove il Presidente della Repubblica si permette di definire eversivi i parlamentari del Movimento 5 Stelle.
    Alla prova dei fatti le tesi della Procura sono smontate pezzo per pezzo e vanno in fumo le scuse e le accuse create ad arte per nascondere la madre di tutte le truffe: la costruzione della Nuova Linea Torino – Lione.
    Terroristi ed eversori sono accuse legate da un unico filo conduttore: nascondere e togliere l’attenzione da chi difende la propria terra, la salute, l’ambiente e le casse pubbliche in Valle di Susa come a Roma!
    C’è la condanna per i 4 No Tav, di fabbricazione di armi da guerra, e anch’essa rasenta il ridicolo, ma in questo mondo alla rovescia non c’è mai fine per l’esagerazione e il travisamento della realtà. Dunque una condanna comunque troppo punitiva per i quattro ragazzi, ma che svela lo sviamento del potere volto a gettar discredito su chi ad esso non si piega.”

    Marco Scibona, Alberto Airola, Laura Castelli, Ivan Della Valle – M5S Parlamento

  • agbiuso

    Dicembre 10, 2014

    Nel pomeriggio di oggi in via XX settembre a Catania dei vigili controllano i motociclisti. Ho visto fermare cinque immigrati e nessun indigeno. Un caso? Oppure temono ‘coppa’? Sempre così gli sbirri: deboli con i forti e forti con i deboli.

  • agbiuso

    Novembre 15, 2014

    TAV – FREDIANI (M5S): “RICHIESTE DI CONDANNA ASSURDE, I NO TAV HANNO FATTO GLI INTERESSI DEL PAESE”
    14 novembre 2014

    Le richieste di condanna di nove anni e mezzo di reclusione per Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio sono assurde. Ancora più assurda e fuori dalla storia l’arringa della Procura. Secondo i Pm gli attivisti, in carcere da quasi un anno, sarebbero responsabili di una “aggressione alla personalità dello Stato” in quanto sarebbero state “attaccate scelte e interessi fondamentali dello Stato”.

    Le cronache di questi giorni dimostrano ancora una volta come gli interessi dello Stato e della collettività non coincidano per nulla con il cantiere di Chiomonte. Al contrario il Tav è il paravento dietro cui si celano interessi legati alla malavita organizzata, come dimostrano le recenti inchieste sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte.

    La battaglia No Tav, compresa l’azione per la quale sono imputati gli attivisti, è proprio volta a tutelare gli interessi del paese. Evitare un gigantesco spreco di denaro pubblico, una cifra triplicata nel giro di qualche settimana, con l’obiettivo di investire le poche risorse a disposizione in servizi realmente utili per i cittadini.

    Francesca Frediani Consigliere regionale M5S Piemonte

  • agbiuso

    Ottobre 21, 2014

    “Pensano di incarnare il futuro e invece ragionano come nella preistoria, questa è la realtà”. Vecchi reazionari, per l’appunto.

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    Quando piove abbiamo un brivido e sappiamo di chi è la colpa

    Ogni volta che piove abbiamo un brivido per quello che potrebbe accadere, e quando il disastro si manifesta però, sappiamo anche di chi è la colpa.

    Nel paese dove prioritari sono il Terzo Valico, il Tav e tante opere inutili, la sicurezza dei territori e la salvaguardia delle vite vengono sempre dopo. Le lobby politiche ed economiche usano tutto il potere di persuasione che hanno, a mezzo stampa sopratutto, per convincere l’opinione pubblica di quanto siano portatrici di progresso, posti di lavoro e benessere, le loro grandi opere inutili, le continue colate di cemento su territori che non ce la fanno più.

    Noi sappiamo bene che non è così, e non abbiamo bisogno dell’ennesima tragedia per capirlo. Ci siamo rassegnati all’idea che non avremo mai una classe politica in grado di non pensare ai territori come bacini elettorali e luoghi dove far costruire le ditte amiche di turno. Mai come oggi, dove il Governo Renzi parla di progressso e modernità vediamo attuare politiche territoriali vecchie, e nocive, basate sul tunnel più lungo o sul licenziamento più facile.

    Pensano di incarnare il futuro e invece ragionano come nella preistoria, questa è la realtà.

    L’alluvione di Genova, dell’alessandrino e dell’Emilia dimostrano come non ci sia nessuna credibilità in quelli che poi versano lacrime di coccodrillo dopo che accade la tragedia.

    Ogni volta che un fiume esonda, che il tetto di una scuola cade o un presidio sanitario viene chiuso, la nostra determinazione aumenta, e avendo sotto gli occhi la devastazione del nostro territorio e un cantiere inutile, difeso da centinaia di uomini delle forze dell’ordine, siamo sempre più consapevoli di essere nel giusto, di lottare in una direzione utile al futuro di tutti.

    Pur pagando un prezzo altissimo in termini giudiziari, non accettiamo più scuse di sorta, o s’investe nelle piccole ed utili opere di salvaguardia del territorio, nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini o ci troveremo sempre a fronteggiare l’ennesima tragedia.

    Da tempo abbiamo scelto da che parte stare e sappiamo di avere ragione e credibilità nel portare avanti una lotta popolare che parla il linguaggio di sempre più uomini e donne.

    Nel dare solidarietà alle popolazioni colpite dalle alluvioni e dalle esondazioni, diciamo a tutti che fermarli è possibile, ma soprattutto che fermarli continua a toccare a noi, tutti e tutte.

    In ultimo chiediamo, vista la necessità di manodopera, nei territori colpiti, che le forze dell’ordine impiegate al cantiere di Chiomonte, invece che stare a presidiare il buco della democrazia e il danno più grosso all’economia del paese degli ultimi anni, prendano stivali e pala e vadano a spalare insieme ad i cittadini, attività senza dubbio più utile alla collettività.

    Il movimento notav in assemblea, Bussoleno 20/10/2014

  • agbiuso

    Settembre 29, 2014

    Fonte: http://controsservatoriovalsusa.org

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    Il Tribunale Permanente dei Popoli ha risposto positivamente all’esposto del Controsservatorio Valsusa

    Ecco una ottima notizia: il Tribunale Permanente dei Popoli ha ritenuto ammissibile l’esposto presentato dal Controsservatorio Valsusa e da un folto gruppo di amministratori locali in cui veniva denunciata la violazione di diritti fondamentali dei singoli abitanti e della comunità della Valle con riferimento alla progettata costruzione della linea Tav Torino-Lione.
    È una importante vittoria e un significativo riconoscimento per il movimento di opposizione al Tav e non solo. Una ragione di più per continuare nell’impegno di questi anni.

    Nella risposta pervenuta il 20/09/2014 il Tribunale Permanente dei Popoli ci comunica che ha aperto un procedimento nel quale esaminerà in particolare “le finalità e l’effettività delle procedure di consultazione delle popolazioni coinvolte e l’incidenza sul processo democratico”.
    Nella risposta viene altresì segnalato che «sempre più chiaramente si evidenziano anche nei Paesi cosiddetti “centrali”, situazioni – più volte rilevate nei Paesi del Sud in sessioni del Tribunale per quanto riguarda il rapporto tra sovranità, partecipazione delle popolazioni interessate, livello delle decisioni politico-economiche – che mettono in discussione e in pericolo l’effettività e il senso delle consultazioni e la pari dignità di tutte le varie componenti delle popolazioni interessate. In questo senso il caso TAV, insieme alle altre vicende segnalate al TPP, è “rappresentativo” di processi e meccanismi più generali, specificamente importanti nell’attuale fase della evoluzione economica-politica europea e mondiale…».
    Di qui la decisione – particolarmente importante – di estendere il procedimento a casi analoghi, con una procedura avviata immediatamente e che si svilupperà nei prossimi mesi, a cavallo tra il 2014 e il 2015.

    Il procedimento aperto oggi è il primo, nei 35 anni di storia del TPP, che affronta problemi di violazione di diritti fondamentali connessi alla realizzazione di un grande opera in Europa: segno che esistono i presupposti per ipotizzare che la Val di Susa rappresenti un laboratorio di ricerca avanzata di una nuova politica coloniale diversa nelle forme rispetto a quelle tradizionali ma non per questo meno devastante.

    Sul sito del Controsservatorio trovate altre informazioni e il testo della risposta del TPP.

    Se l’accoglimento dell’esposto è già di per sé un fatto di grande rilievo e lascia ben sperare sulle possibili conclusioni, il nostro impegno continua affinché la specificità della questione TAV To-Lyon trovi il giusto spazio nel percorso avviato. Come Controsservatorio coinvolgeremo anche in questa nuova fase amministratori, tecnici e comitati, consapevoli che solo uno sforzo comune può produrre il migliore risultato: 25 anni di esperienza lo dimostrano.

    Seguite sul http://controsservatoriovalsusa.org le prossime iniziative del Controsservatorio Val Susa
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  • agbiuso

    Agosto 11, 2014

    Sicilia, M5S, Muos

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    “Sabato 9 agosto, l’Eurodeputato Ignazio Corrao, siciliano doc, è andato a Niscemi per partecipare alla manifestazione contro il Muos.
    Il Muos (Mobile User Objective System) è un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza (UHF) e a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali si trova in Sicilia, nei pressi di Niscemi. Questo programma, gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, è ancora nella sua fase di sviluppo e si prevede la messa in orbita dei quattro satelliti entro la fine di quest’anno. Integrerà forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo e ha l’obiettivo di rimpiazzare l’attuale sistema satellitare UFO.

    Corrao, da siciliano, difende la sovranità della regione Sicilia e la salute dei cittadini e protesta contro l’installazione del Muos, vero pericolo all’incolumità degli stessi cittadini perchè considerato un obiettivo militare sensibile. La gravità dell’operazione aumenta ancora di più se si pensa che il popolo siciliano non è mai stato interpellato e, dall’inizio dei lavori di questa opera, non fa altro che ribellarsi, difendendo i propri diritti. Il M5S, sia in ambito regionale che nazionale, si sta battendo per opporsi e bloccare l’installazione del Muos a Niscemi.”

    M5S Europa
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    Fonte: Il MUOS sulla pelle dei siciliani

  • agbiuso

    Luglio 26, 2014

    Passeggiata notturna nei cantieri TAV di Chiomonte, 24 luglio 2014 (video):
    http://bit.ly/1l1N6cZ

  • agbiuso

    Luglio 2, 2014

    In Val di Susa una ‘ndragheta ad Alta Velocità: «Ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocità».

  • agbiuso

    Giugno 22, 2014

    I barbari, i mercenari, gli invasori dell’Italia e di Firenze furono dei dilettanti rispetto a costoro.

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    C’è fibrillazione. Attesa. Telefonate. Incontri, strette di mano, dichiarazioni. No, la partita non è affatto chiusa. E dopo la grande tornata di poltrone nelle società partecipate è ormai chiaro: la Tav sotto Firenze si ha da fare. Fa niente se c’è un’inchiesta della magistratura fiorentina che a settembre ha scatenato il terremoto in Italferr e nelle aziende partecipate che hanno in capo l’appalto per il Grande Buco Sotto Firenze. Il tunnel attraverserà ad ogni costo la bomboniera d’Italia: passerà sotto gli Uffizi, le cattedrali, le piazzette degli innamorati, le vie un tempo calcate da Dante e Michelangelo, per permettere ai treni dell’Alta velocità di bypassare Santa Maria Novella e recuperare una manciata di preziosissimi minuti nella tratta degli affari – l’unica redditizia per la Tav – tra Roma e Milano. Fa niente se persino il Davide è a rischio microfratture. Il tunnel s’adda fare. Niente ferma la Grande Opera di cemento e terre di scavo, nemmeno l’inchiesta dei coraggiosi pm fiorentini Gianni Tei e Giulio Monferini con 31 indagati tra imprenditori coop e dirigenti di ministeri.

    Un inciucio di politica e affari, che si concludono durante cene di compleanno da chef stellati alla presenza dei pezzi da novanta del Pd e società di Stato. Al centro di tutti c’è una montagna rappresentata dai 3 milioni di metri cubi di terre di scavo ricavate dal grande buco sotto Firenze. Dove infilarle visto che la discarica di Santa Barbara (provincia di Arezzo) non può ricevere rifiuti speciali? Presto detto: si cambia la legge et voilà, non sono più rifiuti speciali ma sottoprodotti di lavorazione. Cioè: la terra è sempre terra. I minerali sono sempre minerali. Gli inquinanti restano tali, ma per le carte bollate cambiano natura: grazie al decreto firmato dall’indagato Ministro Clini.) E chi si mette in mezzo all’inciucio viene anche definito “stronzo” e “bastardo”. Alla fine il presidente della Commissione Ambiente del consiglio regionale della Toscana Gianfranco Venturi (sempre Pd) annuncia trionfale: «Non esistono rischi per l’ambiente né per la salute pubblica dal sotto-attraversamento di Firenze». Problem solved.

    E Renzi? Quanta sensibilità ambientale quando era candidato sindaco: mai avrebbe sventrato Firenze! Però, poi, arrivano soldi per il Comune e cambia idea. Giunto al Governo è ormai sdraiato sul diktat TAV. I poveri fiorentini non sanno più come chiedere che lo scempio si fermi. Idra, l’associazione che è memoria storica, lotta in prima linea, e che più di una volte è riuscita a mettere i bastoni tra le ruote del gigante Golia rappresentato dai massimi poteri del Paese, ha presentato esposti, scritto lettere e sta lì, puntuale, a bacchettare Renzi. Ma il progetto è davvero insostenibile: città sventrata con un doppio tunnel di 7 km, stazione lunga mezzo chilometro sotto il centro di Firenze, costi di quasi 2 miliardi, tonnellate di rifiuti speciali, falda acquifera inquinata. Il tutto per risparmiare… appena 4 minuti! Si capisce chiaramente, allora, che il TAV di Firenze è solo una grande cenone di Capodanno per pochi commensali, senza la minima contropartita per la collettività. Che dovrà viceversa subire le conseguenze degli immensi danni”.

    M5S Camera
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    Fonte: Sventreranno Firenze per la Tav

  • agbiuso

    Giugno 4, 2014

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    Dopo gli arresti illustri che hanno riguardato esponenti del Pd per le tangenti relative all’Expo 2015, ora tocca ad un’altra grande (e assurda) opera, cioè il Mose di Venezia.

    Questa volta è toccato al sindaco Pd Giorgio Orsoni, all’assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia Renato Chisso, ed altre 33 persone tra cui l’ex generale delle Fiamme Gialle Spaziante, e l’ex governatore e ministro Giancarlo Galan, per la quale la procura ha chiesto l’arresto.

    Anche in questo caso emerge un quadro complesso di rapporti tra politica ed economia, coinvolgendo varie forme di potere nazionale e territoriale per cifre stimate intorno ai 40 milioni di euro.

    Oggi tutti a gridare allo scandalo, a indicare le poche mele marce, ma in realtà si vuole nascondere un’ovvietà: le grandi opere, inutili e devastanti, sono un vero e proprio bancomat per la classe politica e il più delle volte criminale.

    Si perché L’Expo non è ancora partito è già si scambiano soldi e favori tra parti politiche, imprenditoria e criminalità. La storia del Mose è costellata da fallimenti e arresti da quando fu progettata e molte altre piccole grandi opere in Italia si trovano nella stessa condizione.

    In Valle di Susa, dove di questi scandali ve ne sono stati diversi legati alla costruzione dell’autostrada, invece no, è tutto a posto, sarà un caso?

    No non è un caso. Innanzitutto qui i soldi (quelli veri), benché se ne dica, non ci sono ancora e poi la Torino Lione ormai è un sistema dove non c’è bisogno d’infrangere la legge per godere di favori. Qui tutto va secondo i piani e per il momento ci si accontenta di far lavorare ditte amiche (come la Cmc), e rappresentare il potere di chi vuole realizzare a tutti i costi l’opera sulla pelle dei valsusini, ormai vero campo di battaglia del ceto politico piemontese.

    Poi se leggi italiane non vanno bene, ci si appoggia persino al diritto di altri stati.

    Per il “sistema tav” poi c’è ancora un’anomalia da rilevare: la procura della repubblica di Torino non indaga da tempo sul Tav, ma usa tutta la forza di cui dispone, e del prestigio che godeva Caselli, per ingabbiare più notav possibili, unico vero male presente nella società. E non è un caso.

    C’è infine da rilevare una cosa molto importante, dimostrata dall’arresto di Corrado Clini, ex ministro dell’ambiente del governo Monti e funzionario storico del dicastero: l’ambiente, le opere infrastrutturali, l’inquinamento, le valutazioni d’impatto ambientale ecc…sono il business più grosso in piedi in questo Paese per politica e imprenditoria (senza scomodare da subito le mafie), sul quale si specula senza timore, fino a quando qualcuno non la fa grossa e allora è messo fuori dal gioco dalla magistratura.

    La nostra battaglia dimostra come la classe politica, quella in buonafede se c’è, sia miope e incapace di progettare un futuro diverso da questo fatto da cementi a pioggia e opere inutili, venendoci a raccontare come la creazione di posti di lavoro passi dalla devastazione dei territori e non invece dalla cura, dallo sviluppo compatibile, dalla redistribuzione di risorse.

    Ecco noi ci battiamo proprio per questo, fermare il Tav significa dare il via ad uno sviluppo diverso, del quale possano beneficiarne tutti e non solo i soliti.
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    Fonte: Dopo l’Expo 2015 ora il Mose: ecco il bancomat dei poteri e il sistema tav

  • agbiuso

    Maggio 19, 2014

    Dal sito notav.info, 19.5.2014

    ACAP

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    Questa mattina, poco dopo le 9, è arrivata la sentenza del processo contro Marco, accusato di oltraggio per aver chiamato pecorella un carabiniere: 4 mesi di carcere.

    Non ci interessa in questo momento ragionare sulla sentenza. Ci interessa piuttosto sottolineare come questa sentenza e questo processo siano nati solo ed esclusivamente in seguito alla sovraesposizione che giornali e tv hanno dato alla frase di Marco.

    In qualsiasi circostanza in cui polizia e carabinieri utilizzano la forza, un termine come “pecorelle” sarebbe considerato quasi gentile, ma non qui. Perché? Perché c’è stato un processo con l’accusa di oltraggio per una vicenda insignificante?

    Perché sul filmato del Corriere è stato montato un putiferio mediatico che aveva lo scopo evidente di spostare l’attenzione dalla caduta di Luca. Ricordiamo i fatti. Il sabato 25 febbraio 2012 una manifestazione con decine di migliaia di persone. Il lunedì, quasi a mostrare che della contrarietà popolare se ne infischiano allargano il cantiere. Luca per protesta si arrampica su un traliccio. Un rocciatore della polizia lo segue. Luca cade e resta attaccato alla vita con le unghie. Questa era una storia che smuoveva l’immaginario: un contadino che rischia la vita per difendere la sua terra. Occorreva qualcosa da contrapporre. E così viene montata la storia di pecorella, un dialogo innocuo, banale ma spinto e rilanciato in mille modi dai media, mandato in heavy rotation sulle televisioni, commentato in decine di articoli ed editoriali sulle prime pagine dei giornali. Fino a fare di Marco un mostro.

    Il processo è stato la conseguenza di questo linciaggio mediatico.

    E allora forse saranno soddisfatti oggi tutti quei giornalisti che su Marco hanno sputato inchiostro e fiele.

    Sarà forse soddisfatto Paolo Griseri che su La Repubblica diceva:

    Ma la barba va oltre, esagera. Pensa che in fondo dentro la maschera c’è lo stato non un uomo. Gioco pesante, è già successo. Ti aggredisco non per quel che sei ma per quel che rappresenti. Insultarne uno per insultarne cento.

    O Mario Sechi che scriveva su Il Tempo:

    Intorno alla crisi e al declino della fabbrica tradizionale, allo smantellamento della politica sono nate ideologie arroventate che sono alla ricerca ossessiva dell’incidente, del contatto fisico, della sassata, del fuoco, della barricata, del lancio dell’estintore sulla testa del militare. È una contestazione confusa nelle idee, ma ben organizzata nella devastazione. Cercano la morte come rabdomanti a caccia d’acqua, in un deserto mentale che abbiamo visto in tutta la sua follia nel filmato di quel giovane che in Val di Susa attorcigliava la lingua come un cane rabbioso, provocava il carabiniere e cercava di umiliarlo chiamandolo «pecorella». Il sangue freddo dimostrato da quel milite ci ha riconciliato con lo Stato, ma l’odio cieco di quello sconsiderato ci ha ricordato che l’Italia è ancora una fucina di mostri ideologici, di incubi e deliri scollegati dalla realtà e appesi al traliccio dell’alta tensione. Sono fulminati. E in nome della legge vanno fermati.

    Così come probabilmente si riterrà soddisfatto Giangiacomo Schiavi che sul Corriere della seradiceva:

    Guardateli bene il No tav e il carabiniere, fissate quel video di Corriere TV, ascoltate le parole intrise di arroganza e disprezzo. “Ehi pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena…”. Arrivano come uno sputo sulla visiera dell’uomo in divisa, provocano, irridono, sono la gratuita offesa di chi si ritiene impunito nei confronti di un servitore dello Stato chiamato a compiere il proprio dovere. […] fermatevi su una sequenza che più di ogni altra mostra dove può sfociare la cieca cattiveria di questi giorni in val di Susa.

    E ci fermiamo qui, una rassegna completa di tutto il massacro mediatico scaturito dalla vicenda lo trovate sul nostro libro Nemico Pubblico, scaricabile liberamente, che ricostruisce la vicenda.

    La conclusione di questa vicenda è amara, non soltanto per noi, per tutti, perché una giustizia che si fa dettare gli obiettivi dai media non è una giustizia. Un giornalismo che basa i suoi racconti sui desideri di politici e imprenditori non è un giornalismo. E soprattutto un giornalista che non si fa scrupoli di creare mostri e di linciare persone solo per compiacere qualcuno fa un danno enorme. Fa un danno non solo a chi, come Marco, pagherà di persona, ma a tutti quanti.

    Un aspetto positivo però c’è. Per quanto si possa leggere o sentirsi raccontare degli intrecci fra interessi politici/economici e media, viverli sulla propria pelle, o su quella di un amico, finanche dentro le aule di un tribunale, rende la lezione molto più chiara. E la lotta più consapevole.
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    Fonte: 4 mesi di condanna a Marco per “pecorella”

  • agbiuso

    Aprile 29, 2014

    Guardiamoli bene: sono volti di terroristi.

  • agbiuso

    Aprile 25, 2014

    NoTav sulle manifestazioni del 25 aprile a Torino.

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    “Contro questa accusa si è levata la voce di tante persone in ogni parte d’Italia e non solo, persone che hanno capito che l’azione al cantiere di Chiomonte è stato un atto di giusta Resistenza contro un’opera inutile, dannosa costosa e imposta con la violenza alle popolazioni locali, e che con la vicenda dei quattro No Tav in carcere è in gioco la libertà di tutti.
    Anche alcune sezioni dell’ANPI si sono schierate coi No Tav, mentre i partiti di governo, in primo luogo il PD, che a parole commemorano retoricamente la Resistenza del 1943-45, di fatto con la Resistenza non hanno più niente a che fare, anzi stanno dall’altra parte, ad esempio dalla parte delle banche e dei poteri mafiosi interessati alla costruzione delle Grandi Opere”.

    L’articolo integrale si trova qui:
    Torino, Fassino e Chiamparino contestati dai No Tav alla fiaccolata per il 25 Aprile

  • agbiuso

    Aprile 25, 2014

    “Si potrebbe affermare che ogni cittadino non sia ormai altro che un terrorista in potenza”

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    Quell’accusa di terrorismo
    di Giorgio Agamben

    Il processo contro quattro imputati per condotte e atti di terrorismo che sta per iniziare a Torino nel carcere delle Vallette è un’occasione per riflettere sul processo di grave involuzione del diritto e delle istituzioni che è seguito all’attentato dell’11 settembre 2001. È ormai evidente che il reato di terrorismo, definito nel modo più generico possibile, non serve a combattere le organizzazioni terroristiche internazionali, ma è utilizzato invece in politica interna per criminalizzare delle attività politiche che col terrorismo non hanno nulla a che fare.

    Nel caso in questione, non si tratta in alcun modo, di terroristi stranieri che vengono a colpire una popolazione civile: esattamente al contrario, si tratta qui della popolazione di una piccola valle montana, la val di Susa, che si oppone fermamente a che il luogo in cui vive sia reso inabitabile dalla costruzione di una linea ad alta velocità di cui essa non ha alcun bisogno e che interessi estranei impongono con ogni mezzo. È forse ingenuo supporre che democrazia significhi che gli abitanti di una stretta valle abbiano diritto di decidere se, anche lasciando da parte le ragioni di tutela del paesaggio, uomini e animali che prima vivevano a cinquanta metri di distanza, debbano ora essere separati da decine di chilometri: sta di fatto che, malgrado una protesta che dura da anni, le ragioni degli abitanti sono state sistematicamente ignorate.
    Ma il problema che qui ci interessa è quello dell’applicazione del reato di terrorismo a un contesto del genere. Chi ha qualche cultura giuridica sa bene quanto sia rischiosa l’introduzione nel diritto di clausole generali e indeterminate (come “sicurezza e ordine pubblico”, “buon costume” “stato di necessità”) che, in quanto non rimandano a una definizione precisa, ma alla valutazione soggettiva di una situazione, finiscono, com’è stato autorevolmente osservato, col rendere incerti tutti i concetti giuridici. La legislazione contro il terrorismo e le cosiddette “ragioni di sicurezza” hanno spinto questa indeterminazione all’estremo, tanto che si potrebbe affermare che rispetto ad esse ogni cittadino non sia ormai altro che un terrorista in potenza. Si consideri la formulazione dell’articolo di legge in base al quale i quattro
    imputati sono stati accusati: «Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale vincolanti per l’Italia».
    Per una nemesi ironica, la formulazione generica dell’articolo, col suo riferimento a non meglio precisate “organizzazioni internazionali”, fa sì che esso sia molto più adatto a definire le azioni di politica estera di alcune grandi potenze, come gli Stati Uniti e la Russia, che non gli atti degli imputati. Ma ancora più singolare sono le endiadi «un Paese o un’organizzazione internazionale» e «poteri pubblici o un’organizzazione internazionale», che sembrano suggerire, con non voluta ironia, che i poteri pubblici si identificano ormai con quelli dell’organizzazione internazionale del sistema capitalista. Tanto più assurdo è volerla riferire agli abitanti della val di Susa. Di intimidire la popolazione qui non può certo essere questione, dal momento che ad agire è appunto la popolazione stessa; ma ancora più irreale è che questa si proponga di intimidire o «arrecare grave danno a un Paese o a un’organizzazione internazionale ».
    È importante, per questo, che i giudici ricordino che la definizione di un reato non deve mai essere indeterminata e generica e che la fattispecie in questione deve essere riferita sempre al suo effettivo contesto reale. Se la protesta legittima ha ecceduto nelle sue manifestazioni, esistono già nel codice penale le norme con cui sanzionarla, senza che si debba ricorrere a un reato di terrorismo che la coscienza civile sente come del tutto incongruo e sproporzionato.
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    Fonte: Notav.Info, 25.4.2014

  • agbiuso

    Aprile 24, 2014

    Consiglio vivamente la lettura di questo testo di Ivan Cicconi che spiega in modo tecnico ma chiarissimo quali sono gli scopi delle Grandi Opere, delle quali il TAV è un paradigma.

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    Alta velocità: opere e capitalismo.

    Le grandi opere sono diventate il totem dei faccendieri della grande impresa post-fordista, con cui apparecchiare la tavola alla quale invitare i mariuoli dello stato post-keynesiano.

    La grande impresa del capitalismo globalizzato è caratterizzata da una organizzazione fondata sul cosiddetto outsourcing, che sta ad identificare un processo di scomposizione e svuotamento della fabbrica fordista, che passa da un’organizzazione “a catena piramidale” ad un sistema “a rete virtuale”.

    Questo modello di impresa non può che essere orientato al controllo dei fattori finanziari e di mercato e sempre meno ai fattori della produzione. E’ una grande impresa virtuale che inevitabilmente scarica, attraverso una ragnatela di appalti e subappalti, la competizione verso il basso e induce, anche nella piccola e media impresa, una competizione tutta fondata sullo sfruttamento del lavoro nero, grigio, precario, atipico.

    La grande opera è l’unico prodotto che può consentire a questo modello di impresa virtuale di funzionare: in alcuni casi massimizzando i profitti, in altri permettendogli semplicemente di sopravvivere. Essa è il piatto più ambito e consumato sulla tavola della nuova tangentopoli, nella in cui i faccendieri post-fordisti possono azzannare beni e risorse pubbliche, insieme ai mariuoli dei partiti virtuali dello Stato post-keynesiano. Le grandi opere consentono alla classe dirigentesul debito pubblico le risorse necessarie alla sua realizzazione. In tal senso, il progetto TAV ha costituito un modello di architettura finanziaria e contrattuale.

    In esso si realizza una sorta di privatizzazione della committenza pubblica, attraverso l’affidamento in concessione della progettazione, costruzione e gestione dell’opera pubblica ad una società di diritto privato (Spa), ma con capitale tutto pubblico (TAV Spa appunto, ma anche Stretto di Messina Spa, e le migliaia di Spa di questo tipo). La Spa pubblica nel modello TAV serve solo per garantire al contraente generale (il privato) il pagamento oggi del 100% del costo della progettazione e della costruzione e di mantenere per sé (il pubblico) il rischio del recupero dell’investimento con la gestione (i debiti pubblici futuri).

    Oltre ad un progressivo ricorso al contratto di concessione, nel quale la funzione del committente si trasferisce al privato e l’elemento finanziario diventa fondamentale, si sono introdotti ulteriori istituti contrattuali nei quali il regime privatistico ed il fattore finanziario sono dominanti. Ai contratti tipici se ne sono aggiunti altri (il project-financing, il global-service, il contraente generale, il contratto di disponibilità, il leasing immobiliare), nei quali la filiera del sistema della sub contrattazione non solo diventa più lunga e più articolata, ma si rendono anche inutilizzabili o di difficile applicazione le norme di contrasto della mafia, della corruzione o di tutela del lavoro, che sono state concepite e codificate per procedure di affidamento tradizionali, in particolare per l’appalto tipico. In questi casi infatti il contraente principale può sub-affidare tutte le attività in un regime privatistico, sottratto alle regole della gestione degli appalti pubblici.

    Con l’uso di questi nuovi istituti contrattuali, ed in un contesto nel quale il fattore finanziario pesa in modo decisivo, si determinano condizioni che offrono opportunità straordinarie proprio a quei soggetti che, oltre a disporre di denaro a costo zero, hanno l’esigenza di riciclare capitali di provenienza illecita. Se infatti già nel contratto di appalto è connaturata una fisiologica esposizione finanziaria dell’appaltatore: sia per l’attività svolta, con la quale anticipa le risorse necessarie, sia per il patologico ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione; con i nuovi istituti contrattuali il valore finanziario si dilata enormemente fino a diventare il fattore determinante.

    Con la diffusione delle concessioni e delle società di diritto privato controllate o partecipate, siamo allo stesso livello della ricontrattazione del debito con le operazioni dei “derivati”, che scaricano sui debiti futuri gli oneri di convenienze virtuali immediate.

    Qui però stiamo parlando non di qualche decina di miliardi di euro, bensì di centinaia di miliardi di debiti che si sono già accumulati e che emergeranno solo fra qualche anno nei bilanci correnti degli enti locali che si sono avventurati in queste operazioni.

    Stiamo parlando di un numero semplicemente straordinario di contratti e di società che operano in un regime di diritto privato, che sono fuori dalle regole e dal controllo della contabilità pubblica. Una marea di attività economiche, controllate, determinate e gestite da Consigli di Amministrazione delle Spa nominati dai partiti, in cui il ruolo ed i rapporti fra politici, tecnici e imprenditori si confondono e diventano sempre più intercambiabili e intercambiati. La spesa pubblica dunque non è più pilotata dalla transazione occulta della tangente, ma è diventa puramente e semplicemente carne di porco azzannata direttamente e senza intermediazioni da partiti, imprese e boiardi.

    La triangolazione tipica del sistema di tangentopoli è stata ampiamente sostituita da un sistema di relazioni e di convenienze più immediato e più complesso, nel quale gli illeciti sono molto più difficilmente contrastabili. In questo contesto, emerge pure un evidente paradosso: l’organizzazione mafiosa è nelle condizioni più favorevoli possibili per partecipare a questa fuga dalle regole, poiché in essa trova il suo habitat naturale: irresponsabilità dei tecnici nella gestione delle risorse; presenza diffusa, confusa e mascherata, della partitocrazia nelle istituzioni e nelle spa collegate; partiti frantumati, assenti nella società, vivi e vegeti e radicati solo nelle istituzioni e nelle spa lottizzate.
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    Fonte: Notav.Info

  • agbiuso

    Aprile 18, 2014

    Il ministro del governo Partitodemocraticodinuovocentrodestra Alfano ha oggi difeso la polizia e respinto ancora una volta la richiesta dell’identificativo per i poliziotti che colpiscono gente inerme.
    Angelino Alfano sembra proprio “il Ministro dei temporali” della Domenica delle Salme, il quale “in un tripudio di tromboni / auspicava democrazia / con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni” (F. De André).

  • agbiuso

    Aprile 18, 2014

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    La crociata della procura di Torino contro i notav non conosce nè limiti nè soste. Ormai è un fatto personale, quello che incarnano i pm con l’elmetto Padalino e Rinaudo ed ogni giorni cercano fatti, atti, dichiarazioni e sopratutto persone da iscrivere nel registro degli indagati e calendarizzare un bel processo.

    Abbiamo notato come l’ Appello: Contro la vendetta di stato, per la giustizia. Con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per tutte e tutti noi, abbia dato fastidio a quel mondo variegato che sostiene il tav e la repressione contro i notav e quindi cosa ci dovevamo aspettare se non un atto della magistratura? Ormai è questo il copione, i vari politici o affaristi vari non hanno che da muoversi nei loro recinti di consenso: in parlamento votano leggi blindati e le spacciano per un successo, nella società sbraitano e si muovono, convinti di guadagnare consensi e indebolire il movimento, spalleggiati da forze dell’ordine e magistratura. Politicamente hanno perso da tempo, tecnicamente anche e culturalmente non c’è mai stata partita tra noi e loro.

    Quindi ieri è i pm con l’elmetto hanno messo una crocetta su Gianni Vattimo, europarlamentare , a giudizio per una visita a un No Tav in carcere, forse il primo caso in Italia. Oggi è toccato ad Erri De Luca, a processo il 5 giugno per le dichiarazioni di appoggio al movimento notav.

    Tutto è reato dalle parti della procura di Torino, tutto quello e sopratutto chi si espongono a favore del movimento notav e contro la lobby che vuole il treno ad alta velocità dopo aver arrestato più persone possibili, un’anomalia che trova però linfa vitale in una società come quella torinese sopratutto, attenta a non inimicarsi troppo il potere.

    Ha ragione Erri quando dice che è in corso” Una repressione su scala di massa è in corso a opera di un reparto della Procura di Torino che si occupa esclusivamente di reprimere la resistenza della Val Di Susa”, ed ora ne è vittima anche lui, che da sempre non ha avuto paura di manifestare le proprie idee.

    Abbiamo sempre più ragione quando diciamo che è in gioco la libertà di tutti noi, la libertà di opporci, di circolare, di manifestare le proprie idee; e che ci dobbiamo attrezzare sempre meglio per riuscire a farlo, ci dobbiamo attrezzare per resistere, nel tempo e forse anche oltre.
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    Fonte: Le idee e la libertà per la procura di Torino sono reato

  • agbiuso

    Aprile 15, 2014

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    Anche noi saremo a Torino, il 10 maggio, per far sentire la nostra solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.

    Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò. E’ importante ripetere i nomi, è importante scandirli perché stiamo parlando di quattro vite, quattro esseri umani, quattro attivisti No Tav che dal 9 dicembre 2013 sono imprigionati, sparpagliati tra le carceri di Alessandria, Ferrara e Roma, sottoposti a un regime di alta sicurezza (AS2).

    Per noi come per la popolazione della Val di Susa questi prigionieri sono fratelli e sorelle, parte della comunità che da più vent’anni resiste a una «grande opera» inutile e insensata, macchina mafiogena ed ecocida, meccanismo divorasoldi e divoramontagne imposto al territorio con prepotenza, ottusa arroganza e metodi prettamente autoritari.

    Per noi prendere posizione è facile, è scontato. Ma anche chi non si è mai informato su questa lotta, e come molti è stato indotto a guardarla con sospetto, dovrebbe allarmarsi per quanto sta accadendo. E’ una vicenda che racconta una storia più grande, che rischia di ingrandirsi ulteriormente e coinvolgere sempre più persone. Tu che leggi, con quale certezza puoi dirti al sicuro? Come dice il motto latino: «de te fabula narratur». Forse questa storia parla già di te.

    Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò vengono spacciati per terroristi e, a poco più di vent’anni d’età, si trovano a rischiarne trenta di prigione. Il processo inizierà il 22 maggio. Di cosa sono accusati, esattamente?

    Sono accusati di aver partecipato a una iniziativa durante la quale venne danneggiato un compressore. Cioè un oggetto inanimato. Una cosa, fatta di metallo e fili.

    Quella notte, non un poliziotto né tantomeno un operaio del cantiere TAV furono sfiorati, nemmeno alla lontana.

    L’accusa di terrorismo e il regime di alta sorveglianza trovano il loro appiglio nell’art. 270 sexies del codice penale, incartato nove anni fa dentro uno dei tanti «pacchetti sicurezza» propinati a un’opinione pubblica in cerca di facili rassicurazioni. Era il luglio 2005, c’erano stati da poco gli attentati alle metropolitane di Madrid e Londra.

    Coincidenza: quello stesso anno il movimento No Tav conseguì la sua più importante vittoria sul campo, bloccando e scongiurando l’apertura del cantiere per il cunicolo geognostico previsto a Venaus. In apparenza non c’entra, e invece c’entra, perché nel 270 sexies si legge (corsivo nostro): «Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto […]»

    Dato che il movimento No Tav vuole impedire il colossale sperpero del TAV Torino-Lione, ogni iniziativa in tal senso può essere ricondotta a «finalità di terrorismo».

    Ecco perché nessuno è al riparo da questa accusa.

    Per due PM e un GIP della procura di Torino, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno cercato di «danneggiare l’immagine dell’Italia».

    Proprio così, ripetiamolo: «danneggiare l’immagine dell’Italia».

    Quale Italia sarebbe stata danneggiata nella sua immagine dai No Tav che stanno per andare a processo?

    L’Italia che i poteri costituiti vedono «diffamata» dai No Tav è forse quella della dignità, della solidarietà, della partecipazione democratica? O è piuttosto quella di un certo «sviluppo» che serve solo il malaffare, della simbiosi tra partiti e cosche criminali, degli appalti sospetti, del lavoro con molti ricatti e pochi diritti, dei veleni e del biocidio?

    Quella che stiamo descrivendo è solo la punta più avanzata di una strategia che la Procura di Torino ha avviato da tempo. Attivisti accusati di stalking, ambientalisti accusati di procurato allarme, ragazzi accusati di sequestro di persona, sindaci condannati a pagare cifre astronomiche, mesi di galera per la rottura di un sigillo, processi tenuti in aule-bunker…

    La pretesa di affrontare un problema politico e tecnico come quello della Torino-Lione attraverso la repressione giudiziaria e poliziesca sta avendo e avrà sempre più conseguenze devastanti. Devastanti non solo per il vivere civile, ma soprattutto per quattro ragazzi che rischiano di passare la loro gioventù in prigione, perché qualcuno ha deciso di schiacciare la resistenza valsusina sotto un tallone di ferro.

    Se sottoporre i quattro ragazzi al regime di Alta Sicurezza 2 doveva spezzare loro e far vacillare il movimento no tav, possiamo dire con certezza che non è servito.

    Non è servito l’isolamento imposto ben oltre il periodo delle indagini, contro quel che si legge nell’articolo 33 dell’ordinamento penitenziario e nell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

    Non sono servite la drastica limitazione delle ore d’aria, la censura della posta la riduzione delle visite (permesse solo ai famigliari in senso stretto, quindi non a compagni/e di vita e conviventi).

    Non è servita nemmeno la criminalizzazione mediatica.

    Da dietro le sbarre, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno spedito lettere mai rassegnate, spesso ironiche, provocatorie, briose. Hanno chiesto per sé più repressione, più isolamento e il divieto di mangiare, hanno chiamato a testimoniare per la difesa «mio cugino che mi vuole tanto bene»… Dulcis in fundo, hanno suggerito di aggiungere Dudù il cagnolino di Berlusconi, alla surreale lista di «parti offese» stilata dai PM.

    Lista che oggi include, senza il minimo intento umoristico, la Commissione Europea, il Consiglio dei Ministri, il III Reggimento Alpini di Pinerolo, i carabinieri di Sestriere, la P.S. di Imperia, la Guardia di Finanza di Torino…

    Il 10 maggio si va in piazza.

    A sostegno delle vere «parti offese».

    Per la libertà di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, e per la libertà di tutti.

    Per l’aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val di Susa, dell’Italia e del pianeta.

    Contro l’oscena accusa di terrorismo.

    A Torino, alle 14, in Piazza Adriano.

    Noi ci saremo.

    Primi firmatari: Wu Ming (collettivo di scrittori) – Valerio Mastrandrea (attore e regista) Loredana Lipperini (giornalista, conduttrice di Fahrenheit) – Zerocalcare (fumettista) – Cecilia Strada (presidente Emercency) – Massimo Carlotto (scrittore) – Marco Aime (antropologo e scrittore) Pino Cacucci (scrittore) – Erri De Luca (scrittore) – Valerio Evangelisti (scrittore) – Sabina Guzzanti (attrice e regista), Paolo Cacciari (giornalista) – Guido Viale (economista) – Maso Notarianni (giornalista-Peace Reporter) – Vauro Senesi (editorialista e vignettista) – Serge Quadruppani (scrittore) – Alberto Prunetti (scrittore) – Girolamo De Michele (scrittore) – Giulietto Chiesa (Giornalista)

    Per aderire all’appello scrivere indicando nome e cognome a appello10maggio@gmail.com

    ===============

    Fonte: Appello: Contro la vendetta di stato, per la giustizia. Con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per tutte e tutti noi.

  • agbiuso

    Aprile 6, 2014

    La polizia italiana manganella i cittadini che difendono la propria terra -gridando Via via mafiosi e polizia– come i carabineros cileni manganellano i Mapuche. Bravi Renzi e Alfano.

  • agbiuso

    Aprile 3, 2014

    Da notav.info un Appello per la liberazione dei corpi e del dissenso politico.
    Qui sotto le righe introduttive.
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    Proponiamo all’attenzione di tutte/i questo appello firmato da alcuni intellettuali e attivisti europei e non solo per denunciare il clima di crescente intimidazione e repressione presente in Italia e in Europa. Clamoroso è il caso della lotta in Val di Susa, dove attualmente quattro giovani sono sottoposti a un regime carcerario di isolamento, accusati di “terrorismo”, e 54 persone si trovano sotto processo per aver manifestato, in forme diverse, il loro dissenso contro il proseguo dei lavori per l’Alta Velocità a cui da venti anni si oppongono le comunità della zona. Non basta: altri episodi diffusi di repressione del dissenso e del diritto a manifestare ci allarmano grandemente.

    Promotori di tale iniziativa sono gli iscritti alla lista Effimera, variegata realtà di ricerca e di pensiero internazionale, nata dopo l’esperienza di UniNomade 2.0. Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione e di critica di appoggiare questa presa di parola che ha lo scopo di ribadire il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei territori al di fuori delle imposizioni e delle logiche del capitalismo finanziario contemporaneo.

    Per firmare: appello.contro.repressione@gmail.com

  • agbiuso

    Marzo 12, 2014

    Questo è il loro ordine, questo è il disordine dello Stato.
    Maledetti.

  • agbiuso

    Marzo 4, 2014

    Miserabili banchieri. Che quella polvere uccida loro, invece che il popolo che abita la Val di Susa.

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    La sua visita al cantiere come ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti era dovuta alla volontà di controllare l’avanzamento lavori.
    In effetti il povero ex ministro (già amministratore delegato di Intesa Sanpaolo) ci ha provato a verificare “l’eccellente lavoro svolto” ma proprio mentre se ne congratulava con il sempre più olivastro Virano, ha dovuto intterrompere il discorso a causa delle nubi di polvere che si alzano nel cantiere al minimo alito di vento (non solo polveri sottili, ora pure radioattive).

    Per spostare l’attenzione dalla scarsa sicurezza del cantiere e dai gravi problemi che sta già creando ha colto l’occasione per fare un po’ di passerella con il suo neonato movimento politico “Italia Unica”. Il nome dice già molto, un paese unico, unico al mondo per la corruzione, un paese unico che da nord a sud spende soldi pubblici per il tav, cancella i servizi e smantella lo stato sociale.

    Ma purtroppo nemmeno questo ripiego funziona. Nell’incontro con i sindaci del centrodestra, raccimolati dalla collina morenica all’alta valle, appena pochi secondi dopo aver dichiarato: “Dobbiamo essere vicino agli amministratori, alle imprese e ai lavoratori coinvolti e sostenere il loro impegno per lo sviluppo di quest’opera infrastrutturale” chi gli rompe le uova nel paniere? Pinard.

    Arrabbiatissimo si rivolge al ministro: “Nel mio Comune la metà dei dipendenti é No Tav, nell’ufficio tecnico sono tutti No Tav. E così non riesco a concludere niente. La gestione dei progetti sulle opere di compensazione di Chiomonte l’ho affidata ai funzionari della Regione proprio per questo” – della serie è tutta colpa dei no tav, e continua – “I soldi sulle opere di compensazione sono elastici, un po’ ci sono e un po’ spariscono, a seconda dei casi – ha detto a Passera – e nei nostri Comuni, anziché aiutarci nel migliorare i servizi, ci vengono tolti. Se le cose continuano così, per le elezioni che ci saranno a maggio a Chiomonte, stiamo pensando di non fare più una nuova lista in continuità con l’amministrazione attuale, a favore della Tav, lasciando spazio ad altri. Non ci candidiamo più per protesta”. Sta a vedere che come l’orologio fermo che 2 volte al giorno segna l’ora esatta anche Pinard talvolta ne pensa una giusta!

    Ecco come una bella giornata in Val Susa, una gita fuori porta, può diventare un incubo.
    Un cantiere che in 3 anni ha scavato poco più di 300 metri con tutti sti costi per tenerlo lì e con tutta sta polvere che si insinua ovunque, una vergogna a cui solo l’uomo politico può dimostrarsi impassibile, e come se non bastasse anche i sindaci “amici” hanno scoperto che le compensazioni non arriveranno mai e si lamentano che gli ospedali vanno a pezzi…che dire?!
    Proprio una giornata no.
    ============

    Fonte: No Tav Info, Passera e la giornata no di Chiomonte

  • agbiuso

    Marzo 2, 2014

    Erri De Luca:
    “Negli ultimi 4 anni sotto inchiesta in 1000, si’ mille, per la resistenza in Val di Susa: e’ ormai in funzione a Torino un tribunale speciale con magistrati fissi incaricati di repressione della più forte lotta popolare italiana”.

    Fonte: Un tribunale speciale per i notav

    La posizione del governo Renzi sul Treno ad Alta Velocità Torino-Lione è nota (totalmente a sostegno); chiedo agli amici che ne sanno qualcosa: qual è invece la posizione della Lista per Tsipras?

  • agbiuso

    Febbraio 28, 2014

    “Pensavamo di essere processati per delle ipotesi di reato, ma ci siamo accorti – nel corso del procedimento – che siamo processati non per quello che potremmo aver fatto ma per quello che siamo.

    Pensavamo di avere un processo normale in un tribunale normale, ma ci sembra – in quanto NO TAV – di essere sottoposti a un procedimento che si dimostra sempre più ‘speciale’.”

    ============

    Consiglio la lettura integrale del (breve) testo letto in aula dalle persone imputate di terrorismo per “danno d’immagine”!
    Il danno all’immagine dell’Italia lo perpetrano da decenni i capi dei partiti, i dirigenti corrotti, le figure istituzionali colluse con la malavita.

  • agbiuso

    Febbraio 27, 2014

    Mi è stata inviata la lettera aperta scritta dai genitori dei ragazzi accusati di terrorismo per aver danneggiato un compressore e l’immagine dell’Italia.
    Vengono i brividi, vero?

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    I familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò

    In queste settimane avete sentito parlare di loro. Sono le persone arrestate il 9 dicembre con l’accusa, tutta da dimostrare, di aver assaltato il cantiere Tav di Chiomonte. In quell’assalto è stato danneggiato un compressore, non c’è stato un solo ferito. Ma l’accusa è di terrorismo perché “in quel contesto” e con le loro azioni presunte “avrebbero potuto” creare panico nella popolazione e un grave danno al Paese. Quale? Un danno d’immagine. Ripetiamo: d’immagine. L’accusa si basa sulla potenzialità di quei comportamenti, ma non esistendo nel nostro ordinamento il reato di terrorismo colposo, l’imputazione è quella di terrorismo vero e volontario. Quello, per intenderci, a cui la memoria di tutti corre spontanea: le stragi degli anni 70 e 80, le bombe sui treni e nelle piazze e, di recente, in aeroporti, metropolitane, grattacieli. Il terrorismo contro persone ignare e inconsapevoli, che uccideva, che, appunto, terrorizzava l’intera popolazione. Al contrario i nostri figli, fratelli, sorelle hanno sempre avuto rispetto della vita degli altri. Sono persone generose, hanno idee, vogliono un mondo migliore e lottano per averlo. Si sono battuti contro ogni forma di razzismo, denunciando gli orrori nei Cie, per cui oggi ci si indigna, prima ancora che li scoprissero organi di stampa e opinione pubblica. Hanno creato spazi e momenti di confronto. Hanno scelto di difendere la vita di un territorio, non di terrorizzarne la popolazione. Tutti i valsusini ve lo diranno, come stanno continuando a fare attraverso i loro siti. E’ forse questa la popolazione che sarebbe terrorizzata? E può un compressore incendiato creare un grave danno al Paese?

    Le persone arrestate stanno pagando lo scotto di un Paese in crisi di credibilità. Ed ecco allora che diventano all’improvviso terroristi per danno d’immagine con le stesse pene, pesantissime, di chi ha ucciso, di chi voleva uccidere. E’ un passaggio inaccettabile in una democrazia. Se vincesse questa tesi, da domani, chiunque contesterà una scelta fatta dall’alto potrebbe essere accusato delle stesse cose perché, in teoria, potrebbe mettere in cattiva luce il Paese, potrebbe essere accusato di provocare, potenzialmente, un danno d’immagine. E’ la libertà di tutti che è in pericolo. E non è una libertà da dare per scontata.

    Per il reato di terrorismo non sono previsti gli arresti domiciliari ma la detenzione in regime di alta sicurezza che comporta l’isolamento, due ore d’aria al giorno, quattro ore di colloqui al mese. Le lettere tutte controllate, inviate alla procura, protocollate, arrivano a loro e a noi con estrema lentezza, oppure non arrivano affatto. Ora sono stati trasferiti in un altro carcere di Alta Sorveglianza, lontano dalla loro città di origine. Una distanza che li separa ancora di più dagli affetti delle loro famiglie e dei loro cari, con ulteriori incomprensibili vessazioni come la sospensione dei colloqui, il divieto di incontro e in alcuni casi l’isolamento totale. Tutto questo prima ancora di un processo, perché sono “pericolosi” grazie a un’interpretazione giudiziaria che non trova riscontro nei fatti.

    Questa lettera si rivolge:
    Ai giornali, alle Tv, ai mass media, perché recuperino il loro compito di informare, perché valutino tutti gli aspetti, perché trovino il coraggio di indignarsi di fronte al paradosso di una persona che rischia una condanna durissima non per aver trucidato qualcuno ma perché, secondo l’accusa, avrebbe danneggiato una macchina o sarebbe stato presente quando è stato fatto…
    Agli intellettuali, perché facciano sentire la loro voce. Perché agiscano prima che il nostro Paese diventi un posto invivibile in cui chi si oppone, chi pensa che una grande opera debba servire ai cittadini e non a racimolare qualche spicciolo dall’Ue, sia considerato una ricchezza e non un terrorista.
    Alla società intera e in particolare alle famiglie come le nostre che stanno crescendo con grande preoccupazione e fatica i propri figli in questo Paese, insegnando loro a non voltare lo sguardo, a restare vicini a chi è nel giusto e ha bisogno di noi.

    Grazie
    I familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò

  • agbiuso

    Febbraio 13, 2014

    Stavolta si tratta di una bambina e di un carabiniere.

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    Una piccola storia valsusina

    Scuola media di un paese della bassa Valle di Susa.

    Una mattina come tante: campanella, tutti in classe, e mentre si chiacchera arriva il prof. “Oggi niente lezione, si va in palestra ad ascoltare l’arma dei carabinieri”

    E così ci si “intruppa” e si prende posto.

    Il carabiniere relatore spiega nei dettagli quanto bene fanno alla popolazione, spiega cos’è il bullismo e come loro possono intervenire in simili casi, che la loro missione è quella di aiutare i più deboli e fermare i cattivi, infine un bel video dove si vedono volanti sgommare, cattivoni arrestati e bambini salvati.

    Tutto sembra finito nei migliori dei modi…ma c’è un ma. Perchè i bambini possono fare delle domande e la prima domanda la fa una piccola bambina che frequenta la prima media (11 anni!) che molto candidamente dice “Voi dite che fate tanto bene, ma in questa Valle io so che picchiate e manganellate i no tav, a me non sembra che facciate tutto sto bene”

    Al che il carabiniere si dimostra per quello che è, e al posto di chiudere la questione con una battuta inizia un lungo panegirico contro i no tav: sono “disobbidienti” (usa prorpio questo termine) “non ascoltano come quando un bambino non ascolta la mamma” e in un crescendo wagneriano inizia a raccontare che si camuffano, tirano pietre e bombe, attaccano le reti e che fanno cose illegali e quest’ultima parola la ripete più volte.

    La bambina ascolta, poi finito il panegirico, si ritrova ancora il micorfono in mano e allora ribatte “ma a me sembra che i primi ad essere illegali siete voi. Sparate dei gas lacrimogeni che sono vietati da tutto il mondo, proprio voi che dovreste essere legali” A quel punto succede quello che non ti aspetti.

    Succede che tutti i bambini si mettono ad applaudire e osanarre la piccola bambina di prima e che il carabiniere non riesce più a parlare.

    Lei in tutto quel clamore scoppia a piangere per l’emozione, mentre i tutti i bambini li sono adosso: chi fa i complimenti, chi l’abbraccia, chi gli dice che è una piccola eroina.

    Nelle ore dopo non si parla di altro. Della “primina” che ha azzitito il carabiniere

    Vi assicuro che è’ tutto vero! raccontato dai diretti interessati.

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    Fonte: notav.info, 13.2.2014

  • agbiuso

    Febbraio 9, 2014

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    Quanto costano i processi ai NoTav?
    Fonte: http://www.notav.info

    Un appello a tutti i no tav che hanno le conoscenze in materia. Serve l’aiuto di tutti.
    Vi facciamo un esempio molto semplice. Il processo no tav di cui in questi giorni si fa un gran parlare su tg e giornali, il processo ai no tav e a Beppe Grillo che hanno insieme violato il sequestro giudiziario della baita clarea. I fatti, nell’inverno 2010-2011 il movimento no tav acquista regolarmente un terreno oggi interno alle recinzioni del cantiere tav di Chiomonte. Per testimoniare e far riflettere sull’eventuale apertura dei lavori si costruisce lì un presidio (in pietra e legno in stile alpino) lungo 8 metri, largo 6 e alto 4.

    I permessi non vengono concessi dal comune ma la sovrintendenza ai beni culturali interpellata in merito definisce il manufatto assolutamente compatibile con l’ambiente naturale che lo circonda. A metà dei lavori la procura di Torino capitanata da Caselli sequestra il manufatto. Il movimento prosegue nei lavori e per questo motivo oggi venti attivisti sono sotto processo, compreso il leader dei cinque stelle. Sempre con il sequestro in corso il presidio viene circondato dalle recinzioni e nell’inverno 2012 inglobato nel cantiere tav di Chiomonte.

    Stesso territorio, stessi vincoli ambientali ma se la baita in pietra dei notav di appena 50 metri quadri è irregolare storia diversa è per il cantiere di oltre 70000 metri quadri ritenuto assolutamente regolare. Una piccola baita per impedire una speculazione inutile da 28 mld di euro di denaro pubblico diviene un grave reato per il quale oggi vengono chieste pene da 6 mesi a 18 mesi di carcere.

    E’ chiaro l’intento della procura di Torino, arrestare i no tav, far loro paura e permettere ai governi e ai partiti di speculare costruendo un’opera inutile con i soldi dei cittadini gonfiando le fatture e dando lavoro alle proprie ditte di costruzioni come cmc (cooperativa costruzioni di Ravenna) di proprietà del Partito Democratico di Renzi.

    Ma anche al cittadino più garantista e legalista chiediamo? Ha senso tutto questo? Ci aiutate a capire quanto costa processare 20 no tav per aver costruito a proprie spese una piccola baita in stile alpino su di un proprio terreno oggi già espropriato e distrutto dal cantiere?
    Vi forniamo alcuni dati sperando che giungano presto forniti da chi può avere conoscenze in merito i relativi costi

    Torino Venerdì 7 febbraio 2014 Palagiustizia dalle ore 9.00 alle ore 15.00

    1 maxiaula (aula 3) normalmente destinata ai maxiprocessi (minotauro, ethernit, thiessen)(sulla questione aula considerare anche i costi vivi di getione del palagiustizia, riscaldamento, manutenzione, pulizie…)
    1 giudice di primo grado
    1 cancelliere
    1 tecnico audio
    1 testimone ufficiale dei carabinieri in trasferta da Treviso (all’epoca dei fatti contestati in servizio a Chiomonte)
    20 uomini Forze di polizia presenti all’esterno del tribunale
    10 uomini Forze di polizia presenti all’esterno dell’aula
    8 uomini carabinieri di servizio all’ingresso e all’interno dell’aula
    2 pubblici ministeri Padalino e Rinaudo
    6 uomini personale di scorta ai due pubblici ministeri
    4 uomini tecnici e assistenti ai pubblici ministeri
    10 uomini personale di polizia con servizio investigativo specifico (funzionari digos)
    AIUTATECI A CAPIRE QUANTO COSTA TUTTO QUESTO. SONO SOLDI PUBBLICI SPESI IN MODO INUTILE!
    SCRIVICI A: quantocostanoiprocessiainotav@gmail.com

    Alcune curiosità

    I due pubblici ministeri citati con i loro uffici al completo da circa un anno seguono solo il movimento no tav.
    Le loro scorte lavorano 24 ore al giorno su più turni.
    Quasi ogni giorno ormai al palagiustizia di Torino sono in corso processi ai no tav.
    Gli imputati no tav sono ormai più di 600.
    Il movimento no tav ha sempre dichiarato che non intende fare del male ad alcun essere vivente con il proprio agire e così da sempre è stato.
    Il fatto più grave contestato è l’incendio di un compressore (valore materiale 2000 euro)
    I 4 no tav accusati dell’incendio sono tutt’ora in carcere e rischiano fino a 30 anni di carcere con l’accusa di terrorismo

    Le mobilitazioni no tav sono autofinanziate e non costano praticamente nulla se non il prezzo dei manifesti di propaganda
    L’alta velocità Torino Lione costerà nel suo complesso 28 mld di euro di denaro pubblico
    Nonostante quest’opera sia un furto ed una speculazione inutile nessun politico che la sostiene è mai finito in un’aula di tribunale

    ============
    Invito gli amici che mi leggono a dare un loro piccolo contributo a favore dei resistenti della Val di Susa.
    I contributi devono essere versati esclusivamente sul
    Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838
    IBAN: IT22L0760101000001004906838
    intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari.
    Grazie.

  • agbiuso

    Gennaio 18, 2014

    Mentre il segretario del Partito Democratico si consulta con un noto pregiudicato per stabilire insieme una nuova legge elettorale, il blog di Grillo dà ancora una volta voce al Movimento No Tav.

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    “Siamo colpevoli! Colpevoli di difendere la nostra terra e i beni comuni. Chiediamo a tutti un appoggio e una solidarietà concreta.
    Il tribunale ordinario di Torino, sezione distaccata di Susa, il 7 gennaio 2014 ha sentenziato: “dichiara tenuti e condanna Alberto Perino, Loredana Bellone e Giorgio Vair, in solido tra di loro, al pagamento a parte attrice [LTF] di euro 191.966,29 a titolo di risarcimento del danno;” oltre al pagamento sempre a LTF di euro 22.214,11 per spese legali, per un importo totale di euro 214.180,40. La causa civile era stata intentata da LTF perché a suo dire gli era stato impedito di fare in zona autoporto di Susa il sondaggio S68 la notte tra l’11 e il 12 gennaio del 2010. I sondaggi S68 e S69 erano inutili e infatti non sono mai stati fatti né riproposti sia nel progetto preliminare sia nel progetto definitivo presentato per la tratta internazionale del TAV Torino – Lyon. Quella notte, all’autoporto, centinaia di manifestanti erano sulla strada di accesso all’area per impedire l’avvio del sondaggio. La DIGOS aveva detto che non sarebbero arrivate le forze di polizia per sgomberare il terreno dai manifestanti, ma che sarebbero venuti gentilmente a chiedere di poter fare il sondaggio, se avessimo rifiutato se ne sarebbero andati. E così avvenne. Poi si scoprì che era una trappola per tagliare le gambe ai NO TAV con una nuova tecnica: richiesta di danni immaginari per centinaia di migliaia di euro a carico di qualche personaggio del movimento.
    LTF aveva nascostamente stipulato un contratto di utilizzo di due aree di circa 150 mq cadauna, mai registrato, con la CONSEPI spa, che vantava un diritto di superficie sull’area di proprietà del comune di Susa per una cifra completamente folle: 40.000 euro per i primi quattro giorni e 13.500 euro al dì per i giorni successivi per un totale dichiarato di 161.400 euro IVA compresa. Questo contratto serviva solo per gonfiare i costi e quindi la richiesta di danno. LTF aveva stipulato con la CONSEPI, in violazione di ogni principio di buon andamento della gestione dei fondi pubblici, una scrittura privata per accedere ai predetti terreni, sborsando ben 161.400 euro alla stessa CONSEPI per avere in concessione un terreno di pochi metri quadrati già oggetto di una autorizzazione amministrativa per occupazione temporanea a costo quasi zero, come prevede la legge italiana sugli espropri ed occupazioni temporanee. Dei 34 sondaggi previsti ne furono effettuati soltanto 5: un colossale bluff per dire all’U.E. che i lavori erano iniziati..
    Gli avvocati del movimento presenteranno appello, ma essendo una causa civile, se LTF pretende il pagamento immediato, occorrerà pagare al fine di evitare pignoramenti o ipoteche sui beni delle tre persone condannate al risarcimento. Il MOVIMENTO NO TAV non ha le possibilità economiche per fare fronte a queste pretese. Tutto questo è stato concertato e messo in atto solo al fine di stroncare la nostra lotta.
    Il MOVIMENTO NO TAV sta già sostenendo un pesantissimo onere per le difese legali, a cui si aggiunge questa batosta tremenda, che da solo non può sopportare. Per questo, con molta umiltà, ma altrettanta dignità e fiducia, chiede a tutti quelli che ci dicono: “Non mollate!”, “Siete l’unica speranza di questo Paese”, “Resistete anche per noi” di dare un concreto appoggio aiutandoci economicamente in modo che possiamo resistere ancora contro questo Stato e questi Poteri Forti che ci vogliono per sempre a cuccia e buoni.
    Ci sono più di 400 persone indagate per questa resistenza contro un’opera imposta, inutile e devastante sia per l’ambiente sia per le finanze di questo Stato e che impedisce di fare tutte le altre piccole opere utili. Anche utilizzando questi sporchi mezzi non riusciranno a fermare la resistenza del popolo no tav. Aiutateci a resistere, grazie.
    I contributi devono essere versati esclusivamente sul
    Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838
    IBAN: IT22L0760101000001004906838
    intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari
    .”

    Alberto Perino
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    Fonte: Colpevoli di difendere la nostra terra, di Alberto Perino #NoTav

  • agbiuso

    Novembre 21, 2013

    Da Il mistero della Tav in Val di Susa – Sondaggio

    La Tav in Val di Susa, che in realtà Tav non è, ma Tac, treno merci ad alta capacità, è un mistero. Una tratta ideata alla fine degli anni ’80 che finirà tra vent’anni. Lascerà un debito generazionale spaventoso che pagheremo con le tasse e il debito pubblico e una valle sconvolta per sempre. Un tunnel di 57 chilometri che modificherà la struttura del territorio, comprese le fonti d’acqua con il pericolo della diffusione di amianto.
    I fondi della UE di cui si riempie la bocca Capitan Findus Letta serviranno solo per una coprire una piccola parte dei costi, forse un miliardo, quando il valore complessivo della Tav è di almeno 18/20 miliardi di euro. Quattro volte il Ponte di Messina. Una tratta ferroviaria in Val di Susa esiste già e, ogni anno, diminuiscono le merci trasportate. L’interesse dei politici per quest’opera colossale e inutile è morboso. Perde i pezzi, ma non si discute. Doveva collegare Lisbona a Kiev e, se andrà bene, collegherà Torino a Lione. Il Paese non ha soldi per i trasporti primari, per i treni dei pendolari, per le strade, ma per la Tav i miliardi devono saltare fuori. Non c’è logica in tutto questo, così come è surreale l’occupazione militare di una valle perchè si è schierata compatta contro la sua distruzione demonizzando e inquisendo chiunque si opponga a questo scempio. Gli abitanti della Val di Susa sono trattati come pericolosi brigatisti.
    La Francia di TAV lnon vuole sentir parlare, l’apposita commissione ha così deliberato da tempo (qualcuno avverta Hollande venuto in visita romana di conforto al Nipote) : “Tenendo conto delle incertezze sul calendario del tunnel di base, non può essere certa che i rischi di saturazione e le sovrapposizioni d’uso che giustificano la realizzazione del progetto si verifichino prima degli anni 2035-2040“. L’accanimento sulla Tav che dura ormai da un ventennio deve avere delle ragioni profonde, insondabili, ma importanti, di vita o di morte. Perché, per esempio, persone della ‘ndrangheta intercettate a Torino hanno detto di votare Fassino sindaco? Perché Fassino nel suo primo discorso da sindaco ha subito perorato la causa della Tav? Perché ogni governo negli ultimi quindici anni ha avuto la Tav come priorità trascurando le vere emergenze del Paese?

  • agbiuso

    Novembre 20, 2013

    A Roma oggi ci sono state azioni di autodifesa dalla violenza delle bande politico-affaristiche che devastano la Val di Susa. Il ministro della polizia (Alfano!) risponde con il suo solito disco rotto.

  • agbiuso

    Settembre 20, 2013

    Televideo, 20 settembre 2013

    Tav, Alfano: delinquenti si rassegnino
    20/09/2013 18:45

    18.45 “Lo Stato fa lo Stato. La Tav si farà. Delinquenti e bombaroli si rassegnino”.
    Lo ha detto il ministro dell’Interno, Alfano. Con l’invio in Val di Susa di altri 200 militari, aggiunge, “rafforziamo i contingenti che proteggeranno l’avvio dei lavori della ‘talpa’”, la macchina che dovrà scalare il tunnel, punto nodale del progetto.

  • agbiuso

    Settembre 20, 2013

    La suggestione del «terrorista»
    di Livio Pepino

    Dall’inizio di settembre numerosi maîtres a penser di diversa storia ed estrazione evocano, con riferimento alla Val Susa, i fantasmi del terrorismo. Con scarso senso di responsabilità e – nel Paese che, per coprire le stragi di Stato, inventò gli attentati anarchici – con colpevole mancanza di memoria. Ma presto tutto è diventato più chiaro.
    Il 17 settembre i quotidiani hanno dato notizia, con titoli a tutta pagina, di numerosi arresti per corruzione in relazione ad appalti della linea ferroviaria ad alta velocità a Firenze.
    Tra gli arrestati Maria Rita Lorenzetti (ex governatrice Pd dell’Umbria, ora presidente di Italferr, subito definita «lady Tav») e Walter Bellomo (esponente del Pd siciliano e componente della Commissione Valutazione impatto ambientale del Ministero). I giornali riportano stralci di intercettazioni telefoniche tra gli arrestati e commentano: «”Terrorista, mascalzone, bastardo, stronzo”. Maria Rita Lorenzetti, i tecnici di Italferr e Walter Bellomo non risparmiano insulti nei confronti di Fabio Zita, dirigente dell’ufficio Valutazioni di impatto ambientale della Regione Toscana che nella primavera 2012 osa ancora classificare come rifiuti i fanghi di risulta degli scavi. Nel giugno Zita viene rimosso dall’incarico. Le intercettazioni hanno rivelato che c’erano stati forti pressioni della presidente Lorenzetti in tal senso e che la decisione fu personalmente assunta dal presidente Enrico Rossi (Pd)» (così La Repubblica). Decodifichiamo: per il milieu politico-affaristico sponsor dell’alta velocità non solo chi vi si oppone, ma addirittura chi chiede il rispetto della legalità, è «un mascalzone e un terrorista» (e, se titolare di un incarico pubblico, deve esserne sollevato). Prendiamo atto, ma continuiamo a credere che il terrorismo sia altra cosa.

    Difficile non riandare, per associazione di idee, a due fatti tra loro diversi e temporalmente lontani. Il primo riguarda un altro pubblico funzionario, il responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Chiomonte, a cui è accaduto soltanto di essere incriminato (secondo la cronaca del ben informato cronista della Stampa) per «false comunicazioni al pubblico ministero», all’esito di un interrogatorio di sette ore teso a chiarire chi lo avrebbe indotto a emettere un’ingiunzione di abbattimento delle reti di protezione del cantiere della Maddalena, non rappresentate su nessun elaborato progettuale e quindi, sotto il profilo edilizio, abusive (sic!). Il secondo fatto rimanda a un altro lembo di Italia, Cinisi, e a Peppino Impastato, giovane e scomodo antagonista ucciso da Cosa nostra nel 1978 e, per oltre vent’anni, fatto passare, dalle istituzioni e dai media, per terrorista. Lo dico con le parole di sua madre, Felicia Bartolotta: «Loro si immaginano: “Questa è siciliana e tiene la bocca chiusa”. Invece no. Io devo difendere mio figlio, politicamente, lo devo difendere. Mio figlio non era un terrorista. Lottava per cose giuste e precise. Glielo diceva in faccia a suo padre: “Mi fanno schifo, ribrezzo, non li sopporto. Fanno abusi, si approfittano di tutti, al municipio comandano loro”. Si fece ammazzare per non sopportare tutto questo».
    Ma c’è chi oppone alla storia e alla cronaca il fatto che in Val Susa è diverso come dimostrerebbe, da ultimo, l’escalation di violenza con attentati e incendi di mezzi di ditte impegnate (in maggiore o minor misura) nei cantieri del Tav. Difficile opporsi a questa suggestione. Ma, a ben guardare, solo di suggestione si tratta. Gli attentati a freddo sono, senza dubbio, cosa di assoluta gravità e fuori da ogni logica di protesta e di opposizione. Ma detto questo, senza se e senza ma, c’è una domanda, addirittura banale: in forza di quali elementi quegli attentati vengono attribuiti, con granitica certezza, ai No Tav? I principali siti del Movimento (i quali pure hanno sempre rivendicato le azioni dimostrative al cantiere e gli scontri che le hanno accompagnate) hanno respinto con fermezza tale attribuzione. Le presenze e gli avvertimenti mafiosi sono in valle – soprattutto nell’edilizia – una realtà risalente e conclamata. I presìdi No Tav e finanche le auto di attivisti e simpatizzanti sono da anni oggetto di incendi e danneggiamenti, pur nel silenzio della stampa. La storia del Paese ci ha abituati a una moltitudine di attentati simulati o farlocchi (ricordate gli spari al direttore di Libero Belpietro?). I gesti sconsiderati di chi è interessato a pescare nel torbido o di schegge impazzite di diversa estrazione non sono, anch’essi, una novità. Né giova il richiamo al criterio del cui prodest (che, anzi, porterebbe in tutt’altra direzione, essendo evidente che attentati siffatti danneggiano il Movimento No Tav e i suoi obiettivi). Non sarebbe, dunque, prudente e razionale denunciare la gravità dei fatti ma sospendere il giudizio sulla paternità degli stessi in attesa (quantomeno) dei primi accertamenti? Come accade, di regola, dopo ogni fatto di reato, quando sono gli stessi inquirenti a precisare che «si indaga in ogni direzione». Qui, invece, si parla, con sospetta disinvoltura, solo di intimidazioni e violenze No Tav e contemporaneamente, in una valle militarizzata, nessuno pensa che sia opportuno un controllo permanente (magari discreto) dei – pochi – siti di imprenditori a rischio attentati.
    È vero. Qualcosa non funziona in Val Susa. Ma non è detto che sia quanto evocato dall’establishment e dai suoi portavoce.
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    Fonte, il Manifesto, 20.9.2013

  • agbiuso

    Settembre 17, 2013

    “Chiediamo aiuto all’antimafia. Ieri mattina abbiamo avuto un incontro con il Procuratore Capo della Repubblica di Torino, Dr. Giancarlo Caselli; questo è stato il primo degli incontri programmati con le Procure della Repubblica e con la Procura Nazionale Antimafia al fine di illustrare la lotta che stiamo conducendo per bloccare le tragiche conseguenze che avrebbe, sulla lotta alla mafia, la ratifica dell’accordo italo-francese del gennaio 2012 conseguentemente ad alcune norme in esso contenute.
    In particolare quelle che prevedono (art. 6.5. 2° capoverso) che gli appalti e i subappalti saranno aggiudicati secondo la legge francese, priva di normativa antimafia. Tale previsione, da applicarsi al nuovo promotore dell’opera, pare dare seguito al maldestro tentativo, da parte della Lyon Turin Ferroviarie, già cassato dal Tar Piemonte con sentenza 26.1.2012 n. 113 (pag. 4), di sottrarsi al diritto italiano.
    Abbiamo chiesto di incontrare per primo il Dr. Caselli in quanto egli è notoriamente ritenuto uno dei simboli della lotta alla mafia in Italia e proprio per questo abbiamo espresso il desiderio che egli si associ alla nostra battaglia di civiltà e di legalità.
    Se il Parlamento approvasse l’accordo italo-francese del 2012, di fatto (secondo gli articoli 6 e 10 in esso contenuti) tutti gli appalti relativi ai lavori da realizzare nella parte italiana della tratta comune italo francese (tunnel di base, stazione di Susa, interconnessione di Bussoleno etc.) verrebbero affidati dal promotore pubblico secondo le procedure della legge francese, senza l’obbligo per le ditte partecipanti e per quelle aggiudicatarie di essere in possesso e di esibire i necessari certificati antimafia e le abilitazioni che la legge italiana (unica in Europa) oggi richiede.
    Con tale accordo, di fatto potrebbero partecipare alla costruzione della linea, ed incassare denaro pubblico italiano ed europeo, imprese controllate dalla criminalità organizzata di stampo mafioso, con una sostanziale abrogazione in territorio italiano delle leggi contro le mafie e verrebbe così vanificato l’impegno di tanti servitori dello Stato che hanno lottato per debellare la mafia dagli appalti pubblici che da sempre sono, della stessa, linfa vitale.
    Il sacrificio di Falcone e Borsellino, ovvero di coloro che più di altri avevano individuato, nel fiume di soldi pubblici generato dalle grandi opere, il vero business della mafia (e la Torino Lione oltre che la più inutile e devastante, è la più onerosa opera pubblica mai progettata in Italia) sarebbe vano.
    Di fatto verrebbero finanziate dai governi italiano e francese, nonché dall’Unione Europea, con decine di miliardi di euro, le grandi organizzazioni criminali nazionali e, di fatto, si sancirebbe la loro regolarizzazione quali interlocutori ufficiali dello Stato.
    E’ allarmante che l’accordo, con la sua disapplicazione della legge antimafia, sia stato sottoscritto in questa forma dal Governo nel 2012 ed è ancora più inquietante che il Governo ora, nel 2013, ne chieda la ratifica al Parlamento, senza che nessuno, ad eccezione degli eletti M5S, abbia rilevato prima d’ora la questione.
    Restiamo naturalmente contrari all’opera ed in questo senso continueremo ad agire in ogni sede, ma oggi, nell’ambito di questo incontro abbiamo chiesto al Dr. Caselli, che nel passato si è già occupato del vergognoso rapporto tra mafia e politica, di esprimersi contro una inammissibile e pericolosissima disapplicazione del codice antimafia.
    Siamo fiduciosi che il Procuratore Caselli a breve farà sentire la sua autorevole voce affinché venga impedito di sottrarre alle leggi antimafia una parte del territorio italiano ma, cosa più importante, sottrarre alle leggi antimafia la più grande opera pubblica mai progettata nel nostro Paese.”

    Marco Scibona, senatore M5S
    Alberto Airola, senatore M5S
    Laura Castelli, deputata M5S
    Ivan Della Valle, deputato M5S
    Davide Bono, consigliere M5S Piemonte

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    Fonte: Tav = mafia, Caselli intervenga

    Così agiscono, a questo servono i cittadini italiani eletti nel Movimento 5 Stelle.

  • agbiuso

    Settembre 15, 2013

    Da un intervento di Alberto Perino:

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    Un saluto a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo
    Non si era mai visto un accanimento mediatico contro un movimento come quello che sta avvenendo nei confronti del movimento NO TAV. Non si era mai visto un accanimento giudiziario con prove molto deboli o addirittura assenti come quello che sta avvenendo nei confronti degli attivisti NO TAV.
    Ogni pretesto è buono per privarli delle libertà individuali, per montare accuse farlocche e campate in aria seguite da perquisizioni e sequestro di computer, degli archivi informatici e di tutti gli aggeggi dotati di memoria elettronica. Tecnica della pesca a strascico: alla fine qualcosa si prende e, magari, da cosa nasce cosa.
    Non si era mai visto un accanimento politico tanto velenoso stupido e arrogante come quello che in questi ultimi tempi sta colpendo il popolo NO TAV: da Napolitano all’ex sindaco di Cesana, dal ministro Alfano che si augura che la magistratura colpisca sempre più duramente gli avversari della Grande Opera a Lupi che sgomita per far avere laute commesse alle aziende vicine alla Compagnia delle Opere.
    Ma perché tutto questo accanimento che si pone come obiettivo di far passare nella gente, come credibile, l’accusa di TERRORISTI nei confronti degli onesti NO TAV che cercano di sottrarre il denaro pubblico dalle grinfie adunche di politici, affaristi, mafiosi, lobbisti e pennivenduti leccaculo?
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    Perino continua e risponde a queste domande ( #NoTav: autunno caldo, settembre di fuoco – di Alberto Perino).
    Io mi chiedo che cosa ci sia davvero dietro questo incredibile accanimento per un’opera che tutti sanno non sarà portata a termine.
    Quale intreccio di malaffare, mafia, favori reciproci deve essere accaduto tra il partito di berlusconi e il Partito Democratico, quanto fiume di danaro deve andare nelle casse della ndrangheta e dei partiti, che sono ormai la stessa cosa.
    Ma quando il potere terroristico dello Stato comincia a definire terroristica l’azione della gente sul proprio territorio, vuol dire che ha paura. E che quindi è davvero pericoloso.

  • agbiuso

    Settembre 9, 2013

    Una limpida intervista di Erri De Luca rilasciata al blog di Beppe Grillo.

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    La Lyon-Turin ferroviaire (Ltf), la società che vuole realizzare la TAV in Val di Susa, ha deciso di denunciare lo scrittore Erri De Luca per le sue dichiarazioni contro la TAV.

    Il Passaparola di Erri De Luca, scrittore

    Blog: Perchè i lavori dell’ alta velocità proseguono nonostante la maggior parte della Val di Susa sia contraria?
    Erri De Luca: Saluto volentieri i frequentatori del Blog di Beppe Grillo. Sento parlare giustamente in questi giorni di Ius Soli, cioè di diritto di qualcuno che nasce in un luogo di esserne anche cittadino e al fianco di questo dibattito c’è un altro tipo di Ius Soli per me, cioè di diritto di suolo, anche quello di una Comunità che si batte per respingere l’ingerenza di una opera gigantesca, nociva e inutile che compromette la vita di quella Valle. Esiste uno Ius Soli che difende, che è il diritto di suolo di una vallata di avere la sovranità sul proprio suolo, aria, acqua, sulla propria vita insomma, perché di questo si tratta. Quell’opera è catastrofica per la esistenza per la vallata e siccome non ne hanno un’altra di ricambio da molti anni quelli della Val di Susa hanno deciso che quella opera non si farà, loro sono contrari e si battono a oltranza contro uno Stato feudatario, che pretende l’obbedienza da parte di sudditi e non da cittadini dello stesso Paese, tanto che spedisce in quel luogo delle truppe, esercito, polizia, militarizza quella zona. Un contadino che deve andare a zappare la sua vigna deve mostrare il proprio documento e carta di identità a un ufficiale dell’esercito, insomma, quella zona è sotto occupazione.
    È una opera vecchia, pensata vecchia, su delle ipotesi di incremento di trasporto che si sono rivelate nel corso degli anni inutili, sballate e continuano a insistere semplicemente perché vogliono spendere soldi europei, semplicemente per motivi bancari e i governi che si succedono sono semplicemente dei ratificatori di questo diktat delle banche, di questo rastrellamento di utili da parte delle banche insomma, è una questione avvilente, se la guardi dalla parte dello Stato, é invece entusiasmante se la guardi dalla parte della gente e della Val di Susa, sono magnifiche quelle persone e quella comunità.

    Blog: Caselli accusa gli intellettuali di restare in silenzio davanti alle violenze della Valle, cosa risponde?
    Erri De Luca: Il silenzio che io noto è il silenzio degli organi di informazione, quello è un silenzio che è complice di quell’isolamento in cui si trova quella Valle, ma quella valle è inespugnabile. Qualunque cosa pensano di fare possono solo deportarla in massa, sennò quella opera semplicemente non si farà. Io sono al fianco di questa lotta di resistenza, di pura resistenza, di questa Valle, da molti anni e mi sono anche espresso regolarmente su questo e penso che quella opera debba essere sabotata. Alla fine verrà un governo che se ne accorgerà e che dirà va bene, abbiamo scherzato, abbiamo speso dei soldi invano, abbiamo cercato di spendere dei soldi dei fondi europei che servivano solo a questo, così come hanno smesso di ragionare sul ponte sullo Stretto smetteranno di ragionare anche sulla Tav in Val di Susa.

    Blog: E i No Tav vengono definiti terroristi…
    Erri De Luca: Ma di che terrorismo parlano?! Sequestrano materiali da ferramenta! Allora bisogna dire che i negozi di ferramenta sono negozi di armi, bisogna portare il porto d’armi per andare a comprare una tronchese o un martello! Hanno pure la faccia tosta di farci vedere il materiale che hanno sequestrato, chiodi, ferramenta, materiale mah, insomma!

    Blog: Si legge che hanno fermato una macchina con all’interno anche delle molotov.
    Erri De Luca: Non mi risulta, a me non risultano Molotov innescate, quindi non so di che Molotov stanno parlando! Io vedo i sequestri di materiali di ferramenta, questo vedo! Anzi e non solo, mi hanno detto che sequestrano regolarmente, nei posti dove vanno, nelle case dove vanno, i computer, cercano di danneggiare la comunicazione, sequestrano computer a tutta forza, quelli non li fanno vedere, il sequestro dei computer non si fa vedere in televisione! C’è un militante della lotta contro la Tav in Val di Susa, si chiama Marco Bruno, che fa l’operaio, e quindi un giorno gli hanno sequestrato dentro la macchina delle tronchesi e un casco, incriminandolo per detenzione di materiale atto a offendere.L’idea sono che un magistrato si possa arrogare la prepotenza, la presunzione, la faccia tosta di comportarsi in questo modo già dimostra che stato di assedio subisce quel luogo e le persone di quel luogo, ma comunque tutto questo non servirà a niente, quell’ opera non si farà, perché ancora non è possibile deportare una valle. La Val di Susa saboterà quella opera! La maggioranza, e non è questione di ragazzi, è una questione di una intera vallata, di donne comprese, io le ho viste ai presidi, ai blocchi sulle autostrade, donne, bambine, ragazze, Vigili urbani, alpini, ciclisti di tutto Una intera comunità, all’unanimità, da anni, da anni continua a battersi così e dunque è insuperabile, invincibile!

    Blog:Vi è anche la posizione di chi afferma che la Tav porterà nuovi posti di lavoro in valle
    Erri De Luca: Non porta lavoro in valle, i lavori sono appaltati a delle grandi imprese, non porta lavoro in valle, semplicemente un po’ di subappalto, ma in una situazione in cui una comunità, quasi all’unanimità, la grande maggioranza, si oppone fisicamente e con una lotta che sta pagando cara in questi termini, l’idea che uno si metta a fare il furbo e a fare l’affaruccio con la Tav è una idea sballata, è una cosa che si mette contro quella comunità

    Blog: Cosa risponde a chi l’accusa di retorica ?
    Erri De Luca: La retorica la fanno questi che fanno le esagerazioni e parlano di terrorismo, io sto con quelli, ma fisicamente, non da retore, da cittadino aggiunto alla difesa di quella valle! I retori stanno sopra le cattedre, io scendo al piano terra. I vostri ascoltatori saranno informatissimi, il vostro Blog è informato, avete già le idee chiare. Questa è la mia opinione, non pretendo che sia condivisa, ma se qualcuno la condivide mi fa piacere se la fa circolare di più. Passate parola!

    Fonte: Passaparola – Gli Invincibili No Tav – Erri De Luca

  • agbiuso

    Luglio 31, 2013

    “Attenti! Terroristi eversori” – Alberto Perino
    29 luglio 2013

    “Dalla Valle di Susa martoriata ma che resiste un saluto a tutti gli amici di Beppe e del M5S. Le forze di polizia stamattina hanno accerchiato il campeggio di Venaus. Stamattina la DIGOS e la polizia hanno effettuato perquisizioni in Valle e a Torino. L’imputazione è attentato per finalità terroristiche o di eversione: art. 280 c.1 n. 3 del Codice Penale e artt. 10 e 12 della legge 497/74. La manifestazione pacifica e determinata di sabato li ha infastiditi notevolmente. Soprattutto li ha infastiditi il fatto che 21 sindaci si siano nuovamente schierati apertamente con il Movimento No TAV, chiedendo che le violenze cessino da tutte le parti in causa, che si sospenda la militarizzazione della valle e si fermi il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte a La Maddalena.

    Caselli ha consentito che i suoi PM si permettessero di fare il salto di qualità nella gravità delle accuse per intimorire la gente che resiste a quest’opera inutile e devastante. Ci hanno ufficialmente etichettati come terroristi eversori perché ci ostiniamo a difendere il nostro territorio, a difendere le povere finanze pubbliche, a cercare di evitare gli sprechi che ingrassano banchieri, politici, cooperative rosse e affaristi di ogni colore. Ci accusano di essere terroristi perché non accettiamo i soprusi delle forze dell’ordine, perché non accettiamo che le leggi che si son fatti, vengano da loro stessi calpestate e piegate ai loro porci affari. Sono loro gli eversori terroristi. Loro che nel caldo dell’estate vogliono distruggere la nostra Costituzione, cominciando dalla modifica dell’articolo 138, con la complicità dei media e di una classe politica imbelle, ruffiana, avida di privilegi, prebende e mazzette.
    Loro che, con la benedizione di Re Giorgio, ci vogliono tutti sudditi docili, poveri, disoccupati, affamati, ubbidienti e teledipendenti.
    La Valle non si arrende e non si piega. Così come ai tempi della guerra nazifascista a Rivoli sulla strada all’imbocco della valle vi erano i cartelli con scritto “Achtung! Banditen” adesso i pubblici ministeri di Caselli con il megafono dei vari Numa attraverso i media compiacenti mettono gli avvisi “Attenti! Terroristi eversori”.
    Un abbraccio” Alberto Perino
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    Fonte: “Attenti! Terroristi eversori”

  • Biuso

    Luglio 21, 2013

    Continua incessante la violenza della polizia di stato contro i cittadini.
    Manganellate per tutti e in più palpeggiamenti per le donne.
    Questa è la sicurezza di Alfano, questa è la sicurezza del Partito Democratico.

    La giustizia è forse troppo grande, chiediamo almeno la verità“.
    Giuliano Giuliani

  • agbiuso

    Luglio 20, 2013

    Lo sguattero bugiardo e protetto dal Partito Democratico protegge a sua volta i poliziotti. Poliziotti e carabinieri che a Genova furono capaci di fare questo.

    Quanto ai violenti del TAV, condivido le parole che trovate qui sotto.

  • Biuso

    Gennaio 11, 2013

    “Vengono di notte come ladri qual sono. Polizia e Carabinieri eseguono il mandato della Cancellieri e forzano i blocchi dei pacifici cittadini di Niscemi che volevano impedire il passaggio della gru utile all’installazione della grande antenna del M.U.O.S. Azzerata con la violenza la volontà della popolazione. Scavalcato il pronunciamento dell’ARS contro il proseguimento dei lavori. La Sicilia è di chi la vive e la lavora non dei guerrafondai!”
    Fonte: Teatro Coppola

    Un articolo di CTzen riassume quanto sta accadendo ai cittadini siciliani che intendono difendere la loro salute e il proprio territorio dal danno ambientale causato dalle strutture di guerra dei nostri padroni, degli USA.

    Ma, in questo momento, sui siti di Repubblica, del Corriere e anche del Fatto quotidiano, la notizia nemmeno compare. Altre priorità spettacolari hanno il sopravvento.
    L’infimo livello dell’informazione italiana è una delle ragioni della nostra servitù, della nostra corruzione civile.

  • agbiuso

    Novembre 26, 2012

    Dario Sammartino mi segnala un breve e rigoroso articolo nel quale si commentano le fortissime riserve della Corte dei Conti francese a proposito del TAV.

    TORINO-LIONE: I DUBBI DELLA CORTE DI FRANCIA
    di Andrea Boitani e Marco Ponti
    http://www.lavoce.info – 23.11.2012

    La Corte dei Conti francese, facendo appunto i conti, afferma in un suo non recentissimo documento ufficiale (1) che la nuova linea Torino-Lione presenta un’utilità sociale per lo meno dubbia e più probabilmente negativa. Per affermarlo si avvale di valutazioni quantitative del tutto analoghe a quelle da anni elaborate sia in Francia che in Italia da chi ha espresso perplessità sulla priorità economico-sociale del progetto. La Corte francese ignora la lacunosa analisi costi-benefici presentata dai promotori italiani e in più si sofferma sugli aspetti finanziari del progetto che – sempre secondo la Corte – presenta rendimenti attesi trascurabili. In Italia, invece, non risulta che l’analisi finanziaria del progetto sia mai stata presentata al pubblico.
    Il Primo Ministro francese – rispondendo alla nota della Corte dei Conti l’8 ottobre scorso (da qui la pubblicazione solo recente dei due documenti) – non entra in alcun modo nel merito degli allarmanti “numeri” snocciolati dalla Corte ma, in un documento di singolare lunghezza, parla dei molteplici e pressanti impegni presi in passato con l’Italia e la Commissione Europea. Sorprendentemente (o forse no), ci sono molte somiglianze tra gli argomenti del Primo Ministro francese e quelli usati da gran parte dei politici e dei governanti italiani. A Parigi e a Roma chi ha il dovere di decidere non sembra voler discutere dell’utilità sociale di questo particolare investimento in relazione ad altri possibili progetti su cui impegnare i denari pubblici, ma unicamente evidenzia come la scelta sia frutto dell’altrui volontà, che ci si è reciprocamente vincolati a soddisfare. Viene in mente – che il flatus arrivi da Roma o da Parigi – l’auto-assolutorio borbottio delle vergini spose alla prima notte di nozze: “…non lo fo per piacer mio, ma per far piacere a Dio”.
    Al margine, va segnalato che la nota della Corte dei Conti e la replica del Ministro hanno aperto un vivace dibattito in Francia. In Italia, invece, stampa e televisioni hanno ignorato tutto (fatta eccezione per il Fatto Quotidiano). Eppure, le notizie dalla Francia dovrebbero poter arrivare rapidamente in Italia: non devono mica inerpicarsi per le balze alpine con trogloditi treni sbuffanti. Però è meglio essere prudenti – devono aver pensato i grandi sacerdoti dell’informazione nazionale: con la situazione dei conti pubblici che abbiamo, a qualcuno potrebbero venire in mente strane idee (conclusione del malpensante Ponti). Chissà, si saranno distratti! (conclusione del Boitani buonista).

    (1) Doc. CdC REF 64174 del 1° Agosto 2012

  • agbiuso

    Marzo 19, 2012

    Mafiosi, ladri, grandi evasori fiscali, bancarottieri, corruttori e corrotti di ogni risma -vale a dire amministratori e parlamentari- rimangono liberi a godersi i frutti dei loro crimini. Alcune persone che hanno difeso la propria terra dalla distruzione, dallo sfruttamento, dalla ‘ndrangheta -e cioè dal TAV- sono in regime duro nelle carceri italiane.
    Questa è la violenza dello Stato, questa è la sua “giustizia”.

  • diego

    Marzo 6, 2012

    mi permetto, caro alberto, di riportare ad un post scritto da una lettrice abituale del mio blog, che mi pare ben inerente al tema

    http://noidelteatro.blogspot.com/2012/03/vogliono-fare-la-tav-pero-chiudono-gli.html

  • Biuso

    Marzo 6, 2012

    Adriana Bolfo -che ringrazio- mi ha segnalato questo breve filmato, nel quale la competenza di alcuni decisori politici a proposito del Treno ad Alta Velocità Torino-Lione si mostra in tutto il suo fulgore.

  • agbiuso

    Marzo 5, 2012

    La questione TAV chiarisce in modo efficace per quali ragioni Mario Monti è una pericolosa bufala (a voler essere buoni).

  • agbiuso

    Marzo 1, 2012

    In Val di Susa, e quindi in Italia, siamo ormai ai livelli della polizia cilena al tempo di Pinochet, ai livelli della polizia rumena sotto Ceausescu:
    Una pizzeria invasa con i vetri infranti
    – Una testimonianza audio-video sulla violenza delle forze del disordine
    – Gli agguati della polizia contro chi tornava in treno dalla Val di Susa

  • agbiuso

    Febbraio 28, 2012

    Sembra che la linea ad Alta Velocità Torino-Lione sia già stata ridimensionata e probabilmente non sarà mai portata a compimento.
    Perché, allora, si insiste nell’iniziare un’opera devastante e inutile? Perché si distrugge una valle e si utilizza la violenza contro i suoi abitanti, fino a ucciderli o quasi? Perché?

    Enrico Peyretti ha scritto parole del tutto condivisibili:

    ==============
    Il movimento NoTav, attivo da venti anni, è diventato un caso nazionale dopo il grave incidente di Luca Abbà, del 27 febbraio. E’ sempre più chiaro che estremismi e forzature, da un lato o dall’altro, occultano le ragioni sostanziali pro o contro la nuova linea Torino-Lione.
    Ogni volta che un dibattito, in sedi serie, tra competenti tecnici ed economici ha confrontato le une e le altre ragioni, quelle favorevoli non sono state capaci di reggere alle contrarie, precise e articolate.
    La politica ha largamente ignorato le obiezioni ambientali, sociali, economiche, trasportistiche, previsionali, e ha deciso in base a modelli di crescita materiale astratta dalla vita reale e dalle previsioni realistiche. Tali modelli si dimostrano sempre più fallimentari nella crisi radicale, e non settoriale, culturale e non solo economica, del sistema finanz-capitalistico.
    L’opposizione valsusina non è un localismo gretto, ma un esempio “glo-cale”, di seria esigenza di partecipazione concreta e motivata alla politica generale. Noi vorremmo che la preoccupazione e l’emozione permettesse ai notav di tenere ben fuori e lontano dalle loro manifestazioni chi ne approfitta per sfoghi eccessivi se non violenti, e così diffama le loro ragioni. E vorremmo che, nonostante il muro che incontrano, i notav puntassero soprattutto sulla campagna di informazione nazionale e internazionale. Ciò è possibile tanto meglio quanto il movimento di protesta agisce con mezzi positivamente nonviolenti per potere comunicare i suoi argomenti.
    Si sa bene che gli interessi in gioco vogliono in tutti i modi far apparire violenta e insensata l’opposizione al tav. La resistenza sarà più forte quanto più si dimostrerà qualificata presso l’opinione pubblica.
    E’ giusto che la magistratura persegua casi reali di violenza nelle proteste, ma lo stesso deve fare anche per gli indubbi abusi di forza compiuti dalla polizia. L’eccesso di una qualunque delle due parti nel confronto non giustifica mai una risposta eccessiva, tanto meno da parte dei tutori della legge.
    Enrico Peyretti, 28 febbraio 2012
    ==============

  • agbiuso

    Febbraio 22, 2012

    Ricevo e segnalo.

    ================
    Invio questo avviso anche a chi non abita vicino perchè mi sembra un messaggio di speranza: resistenza unitaria di comunità montana, amministrazioni comunali, associazioni ecologiste (Legambiente nazionale si è dichiarata contraria alla nuova linea Torino-Lione) e movimento popolare nonviolento contro una decisione imposta e uno spreco immane di risorse nazionali in tempo di crisi!
    Federico Repetto

    —– Original Message —–
    From: Circolo Legambiente Valle Susa

    Subject: manifestazione notav 25 febbraio

    IN ALLEGATO IL MANIFESTO DELLA MANIFESTAZIONE DEL 25 FEBBRAIO 2012

    Legambiente Vallesusa invita tutti..ma proprio tutti, grandi e piccini, a partecipare
    alla manifestazione, questa volta è importante esserci ed e esserci in tanti, con il
    nostri colori, dobbiamo essere in tanti per chiedere un servizio ferroviario decente,
    per chiedere che i piccoli comuni, che sono spesso le eccellenze di questa nostra Italia non vengano cancellati, che i soldi vengano spesi per mettere mano ad un territorio devastato dalla cementificazione selvaggia, dall’abbandono…. chiediamo che i pochi soldi che ci sono vengano spesi per la scuola, che rappresenta il nostro futuro….per le tante piccole opere necessarie alla vita di tutti i giorni, vengano spesi per un miglioramento del servizio di trasporto pubblico nei grossi centri urbani e per una politica del trasporto merci su rotaia

    DOBBIAMO ESSERE PRESENTI PER URLARE,
    ANCORA UNA VOLTA, I NOSTRI SI
    e dire no alla militarizzazione di un territorio,
    e alla criminalizzazione del dissenso, no ad un opera che nessuno vuole, e che sempre meno tecnici ed esperti ci credono, contro gli avvoltoi
    degli appalti delle opere pubbliche che hanno
    spolpato le casse del nostro paese….

    Il concentramento sarà per tutti i legambientini verso la testa al corteo,
    dietro lo striscione di legambiente vallesusa TAV: LA TRUFFA DEL SECOLO

    IL CONCENTRAMENTO E FISSATO PER LE 13,OO… SAREMO POSIZIONATI DOPO
    LA STAZIONE DI BUSOLENO….PORTARE BANDIERE GIALLE,….

    PER OGNI INFO:
    MARIO ACTIS 3200514499 OPP. 011 9649658

  • Biuso

    Dicembre 30, 2011

    Auguri anche a lei, cara Adriana.
    Alberto Perino proposto come uomo dell’anno.
    Sono d’accordo.
    “L’elenco di chi vuole la Tav a qualunque costo, anche di trasformare una tra le più civili valli alpine in un territorio militarizzato come l’Afghanistan (non avvenne neppure durante l’occupazione tedesca nella Seconda guerra mondiale) è impressionante. Ci sono le banche, tutti i partiti, le cooperative rosse, le cooperative bianche, la ‘ndrangheta, le cosiddette Istituzioni, dalla Presidenza della Repubblica alla Regione Piemonte, le Ferrovie dello Stato, la Francia, i giornali, dalla Repubblica al Corriere della Sera. Contro la Tav ci sono solo semplici cittadini come Perino, valsusini che proteggono la loro terra da uno scempio insensato e per questo sono trattati da criminali, da bifolchi montanari, da retrogradi, da black bloc”.

  • Adriana Bolfo

    Dicembre 29, 2011

    Carissimi tutti, nell’inviarvi auguri per…..( completare a scelta), trascrivo testualmente il seguente trafiletto dal quotidiano genovese ‘Il Secolo XIX’ di ieri, 28 dicembre 2011, pag. 9:

    Pd protesta col ministro -Scolaresca portata in gita al cantiere Tav

    Torino. In gita scolastica davanti alle reti che circondano il futuro cantiere del Tav, fra le montagne della Valle di Susa. Come se il “fortino” presidiato dalla polizia e dagli alpini fosse un museo o una città d’arte. Due classi di un liceo, il Lorenzo Federici di Trescore Balneario (Bergamo), sono salite a Chiomonte (Torino) il 23 dicembre. Per visitare i luoghi che da almeno un anno rimbalzano agli onori della cronaca per le ripetute dimostrazioni dei No Tav. L’iniziativa – definita “un fatto sconcertante” – ha fatto infuriare Stefano Esposito, deputato Pd, convinto sostenitore dell’alta velocità Torino-Lione. Che ha protestato col ministro Profumo.

    Questa la notizia. A parte la punteggiatura opinabile e il “come se” della seconda frase (di chi si interpreta il pensiero, e da parte di chi?), la vera notizia è, per me, la protesta dell’Esposito Pd contro, di fatto, la libertà di insegnamento -tanto invocata proprio dalla sinistra- e la libertà di spostamento sul territorio nazionale. Tale protesta è stata indirizzata al ministro dell’ Istruzione, come ad additargli gli insegnanti reprobi, rei di tale iniziativa.

    Inoltre: viene ritenuta condannabile una ricognizione , che per se stessa non può inclinare a simpatie o antipatie per il progetto; viene ritenuta condannabile l’istituzione scuola pubblica (ancora una volta!; non è che tra un po’ verrà considerata responsabile della siccità nel mondo, della disarmonia delle sfere e di qualche epidemia galattica?).

    Non sarà che di fronte agli interessi sovrani -il solito denaro- le libertà conclamate, l’ambiente, la conoscenza e tanti altri bei temi di sospetta esercitazione retorica vanno immediatamente all’aria? Del resto, nella protesta dell’Esposito non c’è ideologia nel senso di falsa coscienza, dato che nulla viene coperto né dissimulato: un “convinto sostenitore” (cito dall’articolo) sostiene che nemmeno si debba vedere “il futuro cantiere” (sempre dall’articolo) di ciò che sostiene.

    Più chiaro di così….

    Saluti.

  • Biuso

    Dicembre 18, 2011

    Beppe Grillo paragona giustamente gli abitanti della Val di Susa ai palestinesi di Gaza.

  • agbiuso

    Ottobre 25, 2011

    Segnalo un ottimo articolo di Marco Travaglio -titolo: Troiate ad Alta Velocità-, che con la consueta vivacità e brevità chiarisce ancora una volta l’assurdità del TAV.
    Ricordo anche che il governo minaccia di far arrestare tutti coloro che entrano senza autorizzazione nell’area del cantiere. Le manette in Italia vengono applicate non ai corrotti, ai bancarottieri, agli amministratori ladri ma alle persone che difendono il buon senso, il loro territorio e quello che rimane della cosa pubblica, come documenta Marco Revelli in un altro articolo molto bello dal titolo Il popolo della Valle.
    E’ un’infamia dell’attuale maggioranza ma anche dell’opposizione, a cominciare da Fassino.

  • agbiuso

    Settembre 11, 2011

    La linea TAV Torino-Lione è “la più grande rapina mai vista alle casse dello Stato“.
    Lo sapeva già il ministro socialdemocratico Luigi Preti che il 13 febbraio 1993 scrisse una lettera profetica, nella quale afferma -tra l’altro- che “quando io sarò morto e tu, Necci, Tesini e Barucci sarete vecchi, colui che presiederà al momento la TAV dirà che non è umanamente possibile fare ciò che il documento prevede. Così come io ho sempre detto, pagherà tutto lo Stato dei nostri figli e nipoti“.
    E’ quanto sta accadendo e accadrà sempre più se non si ferma questa insensatezza criminale, vera metafora dell’Italia più corrotta.
    Se ne parla in un libro di Ivan Cicconi presentato sul Fatto quotidiano.

  • agbiuso

    Settembre 5, 2011

    Ricevo da un amico valsusino questa significativa testimonianza.
    Significativa degli enormi interessi finanziari in gioco in quella zona d’Italia e dello “Stato di polizia” che vi si sta costruendo, un’anteprima di ciò che si vuole applicare all’intera penisola.

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    Il clima in Val di Susa
    Per capire il clima che si vive in Val di Susa… una testimonianza per riflettere. Buona (istruttiva) lettura.

    Sabato 27 agosto 2011, verso le ore 17, ho visto dalla finestra della cucina della mia abitazione sita nella frazione San Giuliano di Susa, una vettura della polizia fermare un’auto nera, su cui erano presenti due ragazzi. Dalla volante sono scesi due poliziotti e, dopo aver chiesto loro i documenti, hanno incominciato a perquisire corporalmente prima i ragazzi e poi l’auto, buttando tutto per terra. Finita la perquisizione dell’auto e rimessi gli oggetti al suo interno, hanno incominciato di nuovo a controllare la vettura e a ributtare tutto in aria.

    In seguito, dopo circa un’ora e mezza, è arrivata un’altra auto della polizia e un’auto civile con tre persone a bordo, probabilmente agenti di polizia in borghese. Questi ultimi hanno fotografato il materiale sequestrato (un casco giallo, una corda da arrampicata e qualcosa che era dentro al casco) e i ragazzi. Incuriosito dalla operazioni di polizia, ho scattato alcune fotografie dalla finestra della cucina a ciò che stava accadendo in strada. A un certo punto, verso le 18.40 circa, l’agente in borghese con la maglia a strisce ha indicato che li stavo fotografando dalla finestra e, finita la perquisizione, ha suonato a casa mia (secondo piano) intimandomi di scendere.

    Nel frattempo mia nonna che abita al primo piano, ignara del fatto che mi avessero suonato e preoccupata nel vedere delle persone in abiti civili sostare davanti al cancello e scrivere su di un taccuino appunti controllando la buca delle lettere, è scesa in giardino e ha chiesto loro cosa volessero. L’agente in borghese con la maglia a righe le ha detto che erano della polizia e che doveva esibire un documento. Mia nonna ha risposto che non aveva il documento in tasca. A quel punto le è stato intimato di mostrare il documento altrimenti avrebbero perquisito la casa. Mia nonna, tremante e terrorizzata dall’eventualità di una perquisizione, è salita in casa per cercare il documento che conserva in un cassetto e, avendo presumibilmente impiegato più tempo di quanto loro avessero previsto, hanno suonato insistentemente il campanello.

    Quando è ritornata al cancello per presentare la carta d’identità, lo stesso signore con la maglia a righe le ha detto di farmi scendere e, quando lei ha affermato che ero minorenne e che a breve sarebbe arrivata mia madre, ha detto “appunto perché è minorenne deve scendere”. In quel momento mi sono accorto che mia nonna era terrorizzata e, avendo paura che potesse essere assalita da un malore, sono sceso in giardino a sono andato al cancello, dove il signore con la maglia a righe stava prendendo i dati dal documento di mia nonna.

    Mi hanno chiesto nome, cognome, luogo e data di nascita, poi mi hanno fotografato. Ribadisco che ero nel giardino di casa mia. Intanto l’agente in borghese con i capelli ricci mi ha chiesto perché fotografavo. Io ho risposto che era solo per documentare dei fatti e allora lui mi ha detto che dovevo smettere di fare le foto alla Polizia e che se avevo la memoria corta, per cui mi servivano le immagini, avrei dovuto studiare o fare qualcosa di utile. Ha aggiunto, che se volevo fare delle foto dovevo uscire per la strada e non scattare dalla finestra. Non paghi, prima di allontanarsi, hanno fotografato anche la mia abitazione. Durante la notte tra sabato e domenica la mia nonna, scossa per l’accaduto, non è riuscita a dormire.

    Francesco Perino, nato a Susa il 22 marzo 1994, e Marina Gioberto, nata a Susa il 13 giugno 1934

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  • saskia

    Agosto 30, 2011

    Solo ora ho letto l’articolo e guardato i video, in questa calda ma tranquilla giornata di rientro al lavoro.
    Tra le mail “arretrate” ho appena letto anche questa I costi della giustizia infinita di Bush: 250.000 morti, che sintetizza i dati di una ricerca della Brown University sui costi della “guerra infinita” di Bush.
    Che dire, cerchiamo di continuare a raccontare queste cose non solo a “noi, al nostro giro” ma anche a tutti gli altri, è l’unica via, come fa la donna del video… anche se a volte mi sembra che la distanza tra chi si informa, si confronta, prova a “partecipare” e chi si beve ore di tv e di calcio o si accontenta di quello che dicono i “grandi giornali liberali” aumenti, aumenti, aumenti.

  • Adriana Bolfo

    Luglio 26, 2011

    Sempre a proposito del problema, segnalo, sul Fatto Quotidiano del 6 luglio u.s.: Luca Mercalli,
    “Politici e TAV, come Pinocchio nel paese di Acchiappacitrulli”, p.10; Furio Colombo, “I veri nemici della Valle di Susa”, p.19.

    Forse non compendiano l’intero problema, ma sono ricchi di argomentazioni contro l’utilità dell’opera e contro certi assunti politico-istituzionali (come quello per cui una iniziativa votata debba essere comunque messa in atto anche stante l’opposizione degli abitanti, i diretti interessati, cioè colpiti, dall’opera stessa).

    Per mia informazione, mi piacerebbe una sintesi cronologica dell’iter e delle ragioni a favore dell’opera. Grazie a chi segnalerà.

  • Adriana Bolfo

    Luglio 23, 2011

    Letti entrambi gli articoli, argomentati e pacati (anche argomentati e basta mi sembrerebbero buoni). E, infine, sono d’accordo con la domanda conclusiva dell’articolo sull’Espresso.

  • diegob

    Luglio 22, 2011

    ho letto, è una verità per la quale non occorre neppure esser grandi ingegneri o economisti, per poterla intravvedere: le cosiddette grandi opere non sono utili ai futuri e ipotetici fruitori ma sono utili a chi ne distribuisce gli appalti

    diciamo che l’unico difetto dell’articolo è forse che lo sapevamo già, anche se è ben fatta e seria la puntualizzazione

  • agbiuso

    Luglio 22, 2011

    Dario Sammartino mi segnala che sul periodico La Voce -redatto da economisti rigorosi, competenti, avalutativi e liberisti- Andrea Boitani e Marco Ponti hanno pubblicato un breve articolo che fa assoluta chiarezza sulla questione TAV: modalità, ragioni, conseguenze.
    Si legge in un minuto. Va letto.

  • Paolina Campo

    Luglio 14, 2011

    “Sei favorevole alla TAV?” No, non sono favorevole. Come non sono favorevole al progetto assurdo del ponte sullo stretto di Messina. Dove sta l’innovazione, il miglioramento della viabilità in Sicilia? Da una parte c’è la Salerno- Reggio Calabria che fa paura; dall’altra, una Sicilia in cui il territorio, la storia, le tradizioni vengono soffocate e deturpate da amministrazioni senza scrupoli. Penso a Palermo, la mia città d’origine. Quanti siciliani, o peggio, quanti palermitani conoscono la Zisa, la Cuba, la Kalsa se non nell’accezione di quartieri malfamati? Quanti conoscono la storia dei fiumi Papireto e Kemonia? Pochi, pochissimi. Attorno a questi gioielli della storia siciliani ci sono quartieri degradati, sporcizia, degrado. Parlo di Palermo come potrei parlare di Catania o Messina. Tutto ridotto ad un “cimitero” muto. La storia è vita, i nostri luoghi ci parlano. Dice bene quella donna ai poliziotti: “Cosa dobbiamo raccontare ai nostri figli?”

  • Biuso

    Luglio 8, 2011

    Finalmente anche la grande stampa comincia a esprimere dei dubbi sul Tav Torino-Lione. Consiglio di leggere un articolo su L’Espresso e poi rispondere al questionario collegato.

  • Giulia B.

    Luglio 6, 2011

    Ciao!
    Ho letto con piacere il tuo articolo ed è inutile dire che concordo appieno su quanto hai scritto. Credo che sia davvero vergognoso che si utilizzino tali metodi contro dei cittadini PER LO PIU’ pacifici e indifesi. Come alsolito, quello che mi fa rabbia è che da molti giornali emergano solo le ripetute e ridondanti parole di “black block, centri sociali e quant’altro” riferito al movimento NO TAV tralasciando del tutto la stragrande maggioranza di quelle persone che non sono nè black block né pericolosissimi “anarchici-insurrezionalisti” ma semplicemente cittadini incaxxati/ esasperati. Purtroppo da tempo sembra che ogni protesta rimanga del tutto inascoltata…e la cosa peggiore è che anche l’opposizione cade in quegli squallidi giochi di potere/profitto uniformandosi al triste “trend” di questi anni. no comment.
    Ciao:-)
    Giulia B.

  • Maria

    Luglio 6, 2011

    Che dire oggi dopo gli scontri violenti, dopo un discorso fatto da una donna madre di famiglia militante per una affermazione ideologica ben definita, sottoscrivibile sotto tutti i punti di vista. Le parti non comunicavano, l’ appello, fermo e responsabile era indirizzato ad orecchie non sintonizzate; che dilemma terribile la scelta di stare dall’ una o dall’altra parte perchè serve rispettare i diritti e i bisogni di tutti, escludere l’ intervento violento, dialogare sul serio essendo disposti a riconoscersi nel patteggiamento. Temo che la forza continuerà ad avere il sopravvento, sia quella istituzionale sia quella ideologica. E dunque a continuare ad essere liberi di pensare.

  • Adriana Bolfo

    Luglio 5, 2011

    “Umani umiliati, potenti ghignanti”. Ce n’è più che abbastanza per pensare alla grafica di Grosz, che pur si riferisce ad altri tempi e contesto. Il fondo è quello comunque, l’oppressione, il disprezzo, la sicurezza dell’impunità.

    Imporre uno dei lavori pubblici….Uno dei commenti nella pagina del video dice che la maggioranza ha votato i lavori e che allora questo tunnel si farà. A parte il fatto che non si capisce se sia la maggioranza dei votanti in parlamento o una maggioranza d’altro genere, locale, questo comunque dovrebbe far interrogare su tante “convergenze parallele”.

    Anche i normali cittadini votanti non votano su singoli quesiti, quando votano un politico e per di più in liste “blindate”, altrimenti credo che i risultati locali (Piemonte) sarebbero stati almeno un poco diversi.

    Distruggere il territorio è uno dei modi per distruggere le persone.

  • aurora

    Luglio 3, 2011

    non so da quale parte sta la ragione.Non ho fiducia nella lega che non vuole far pagare le multe relativamente allo sforamento delle quote latte agli agrari,perchè con i loro voti Zaia è diventato governatore del Veneto, Maroni non mi piace,non mi piace neanche Calderoli perchè vuole andare con i lanciafiamme a Napoli e vuole che le immondizie se le tengano i napoletani,ignorando che industrie venete hanno portato per anni immondizie nocive da quelle parti.intanto il 25 aprile per il Berlusconi si allontana e Angelino Alfano si consola partecipando al matrimonio del principe Alberto di Monaco
    Distinti saluti

  • Andrea Tavano

    Luglio 3, 2011

    Troppe volte abbiamo fatto finta di niente. Ora la questione e’ montata e se io potessi scapperei via di qui a manifestare con loro, perche’ i loro ‘No’ sono anche i miei. La signora nel video dice delle cose cosi semplici eppure cosi ‘aliene’ per l’italiano medio. Ha proprio ragione, ormai ci siamo abituati, ci hanno fatto abituare. Io provo vergogna, che italia stiamo consegnando alle future generazioni? Solo gli idioti possono credere veramente alle fandonie del potere riguardo la modernizzazione che ci impone. Venissero a modernizzare le monorotaie di sicilia piuttosto.
    Io vorrei capire la posizione del pd, quello pseudo partito di amebe che abbiamo. E ‘Repubblica’, da che parte sta? un bel fondo non lo scrive? Davvero credono che sono tutti violenti? fa comodo crederlo, certo. L’ambiguita’ di queste cose la detesto.

    Grazie per diffondere questi filmati, professore.
    Bisogna conquistare ben altro pubblico purtroppo.

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